Draghi avverte: l’Europa ha bisogno dell’AI per evitare la stagnazione

Draghi avverte: l'Europa ha bisogno dell'AI per evitare la stagnazione

Draghi avverte: l'Europa ha bisogno dell'AI per evitare la stagnazione

Matteo Rigamonti

Dicembre 1, 2025

Milano, 1 dicembre 2025 – All’avvio del 163° anno accademico del Politecnico di Milano, Mario Draghi ha lanciato un messaggio chiaro e urgente: “Se l’Europa non recupera terreno sulle tecnologie più avanzate, rischia di restare ferma.” Davanti a studenti e professori riuniti nell’aula magna di piazza Leonardo da Vinci, l’ex presidente del Consiglio ha snocciolato dati e scenari poco rassicuranti.

L’Europa indietro nella corsa all’Intelligenza artificiale

Durante il suo intervento, Draghi ha evidenziato come, nell’ultimo anno, gli Stati Uniti abbiano sviluppato ben 40 grandi modelli di Intelligenza artificiale fondamentali, la Cina 15, mentre l’Unione europea si è fermata a soli tre. “Lo stesso vale per molte altre tecnologie di punta”, ha spiegato. Un ritardo che, secondo l’ex governatore della Banca centrale europea, rischia di pesare pesantemente sul futuro economico e sociale del continente.

Il riferimento è a quelle che vengono chiamate tecnologie abilitanti: dall’AI al calcolo quantistico, fino alla robotica avanzata, strumenti che stanno cambiando i mercati globali. “Se non colmiamo questo divario e non diffondiamo queste tecnologie su larga scala – ha ammonito Draghi – l’Europa si condanna a una stagnazione prolungata, con tutte le conseguenze del caso”.

Il nodo della crescita tra demografia e produttività

Poi Draghi ha spostato l’attenzione sul problema demografico. “Con il nostro attuale profilo demografico – ha detto – se l’Europa mantiene solo il tasso medio di crescita della produttività degli ultimi dieci anni, tra 25 anni la sua economia sarà più o meno della stessa dimensione di oggi.” Una previsione che ha fatto sobbalzare più di qualcuno, soprattutto tra i rappresentanti delle istituzioni locali.

Secondo Draghi, la combinazione tra invecchiamento della popolazione e scarsa crescita della produttività rischia di bloccare ogni prospettiva di sviluppo. “Serve una politica capace di adattarsi in fretta: rivedere le ipotesi, riequilibrare le priorità, aggiornare le regole man mano che emergono dati concreti sui rischi e benefici”, ha aggiunto.

Governance europea: il vero ostacolo

Il punto più forte del discorso è arrivato parlando della governance europea. “Qui l’Europa si è bloccata”, ha ammesso senza giri di parole Draghi. Le istituzioni comunitarie, ha spiegato, faticano a cambiare velocemente rotta e a rispondere alle sfide imposte dalla rivoluzione tecnologica.

A sottolineare questo concetto ci ha pensato anche il rettore Donatella Sciuto, che ha ricordato come il Politecnico stia investendo su nuovi corsi e laboratori dedicati proprio all’Intelligenza artificiale e alle tecnologie digitali. “Siamo consapevoli delle difficoltà – ha detto – ma anche delle opportunità che queste innovazioni aprono per i nostri studenti”.

Le reazioni dal mondo accademico e politico

Tra il pubblico, diversi docenti hanno apprezzato il richiamo di Draghi. “È un tema che ci riguarda da vicino”, ha confidato il professor Marco Gilli, docente di Ingegneria elettronica. “Se non investiamo seriamente nella ricerca, rischiamo davvero di rimanere indietro.”

Anche la politica ha risposto subito. A margine dell’evento, il ministro dell’Università Anna Maria Bernini ha dichiarato: “Le parole di Draghi sono un invito a fare di più. L’Italia deve giocare un ruolo da protagonista nella sfida dell’innovazione”.

Una sfida che riguarda il futuro dell’Europa

La cerimonia si è chiusa con un lungo applauso per l’ex premier, che ha lasciato l’aula poco dopo le 13.30. Fuori, tra gli studenti in attesa di una foto o di un autografo, si respirava una certa tensione. “Ci giochiamo tutto nei prossimi anni”, ha detto Luca, 22 anni, studente di Ingegneria informatica. Forse aveva ragione: la sfida dell’Intelligenza artificiale non è più solo tecnologia. È una questione di futuro per l’intera Europa.