Eros, l’asteroide che ci osserva da 60 milioni di chilometri: scopri il video esclusivo

Eros, l'asteroide che ci osserva da 60 milioni di chilometri: scopri il video esclusivo

Eros, l'asteroide che ci osserva da 60 milioni di chilometri: scopri il video esclusivo

Matteo Rigamonti

Dicembre 1, 2025

Roma, 1 dicembre 2025 – L’asteroide Eros, uno dei più grandi Near Earth Object mai scoperti, ha fatto il suo “saluto” alla Terra nella notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre, passando a una distanza di 60 milioni di chilometri dal nostro pianeta. Un passaggio che, dicono gli esperti, non comporta alcun pericolo, ma regala agli appassionati di astronomia una rara occasione per osservare da vicino un corpo celeste con una storia tutta particolare.

Eros, il gigante irregolare che sfiora la Terra

Scoperto nel 1898, Eros è stato il primo asteroide a essere classificato come NEO (Near Earth Object), cioè uno di quei corpi celesti che incrociano l’orbita della Terra. La sua forma è “irregolare”, come la definiscono gli astronomi, e misura circa 34 chilometri di lunghezza e 11 in larghezza e altezza. “Brillerà intorno alla magnitudine 10 per diverse settimane”, spiega Gianluca Masi, astrofisico e responsabile scientifico del Virtual Telescope Project. Un dettaglio importante: con un telescopio da appena 60 millimetri di diametro, anche gli appassionati alle prime armi possono individuarlo.

Un passaggio tranquillo, ma da non perdere

La distanza di 60 milioni di chilometri è, dicono gli esperti, “completamente sicura”. Nessun rischio di impatto, solo la possibilità di osservare uno dei protagonisti più interessanti del sistema solare. “Anche se è lontano, questo passaggio ci permette di seguirne il movimento con facilità”, aggiunge Masi. Le condizioni migliori per osservarlo sono nelle ore centrali della notte, quando Eros si trova più alto nel cielo.

Eros e la galassia di Andromeda: un incontro… solo apparente

A rendere il tutto ancora più affascinante c’è il fatto che Eros è passato vicino alla galassia di Andromeda (Messier 31), la “sorella maggiore” della Via Lattea. La sera del 30 novembre, l’asteroide si è trovato a soli due gradi dal nucleo della galassia. Ma, come precisa Masi, è solo una questione di prospettiva: “Eros è a 60 milioni di chilometri da noi, mentre Messier 31 si trova a due milioni e mezzo di anni luce, cioè circa venti miliardi di miliardi di chilometri”. Un abisso che il cielo notturno fa sembrare più piccolo, regalando uno spettacolo raro agli osservatori.

Come vedere Eros: consigli pratici

Chi vuole provare a vederlo ha ancora qualche settimana di tempo. Il consiglio è di puntare il telescopio verso la costellazione di Andromeda nelle ore serali, quando l’asteroide è più alto sull’orizzonte. “Non serve una strumentazione complicata”, assicura Masi. “Basta un piccolo telescopio e un po’ di pazienza”. In molte città italiane, da Milano a Palermo, gruppi di astrofili hanno già organizzato serate di osservazione, scegliendo parchi cittadini o zone di campagna lontane dalle luci.

Eros, un pezzo di storia del sistema solare

Oltre a essere uno spettacolo per gli occhi, Eros è un vero e proprio laboratorio naturale per gli scienziati. La NASA lo ha raggiunto nel 2000 con la missione NEAR Shoemaker, studiandolo da vicino. Le sue dimensioni e la sua composizione rocciosa raccontano molto sulle origini del sistema solare e sugli impatti che hanno modellato la Terra ai suoi albori.

Gli esperti rassicurano: nessun pericolo, solo scienza

“Eros non rappresenta alcuna minaccia”, ripetono gli astronomi. La sua orbita è ben conosciuta e costantemente monitorata da osservatori di tutto il mondo. “Questi passaggi sono un’occasione per avvicinare il pubblico alla scienza”, dice Masi. “Guardare Eros significa fare un salto indietro nel tempo, fino all’inizio del nostro sistema solare”. Un invito che molti hanno già accolto: sui social e nei forum, le immagini dell’asteroide – piccolo punto luminoso ma ben riconoscibile – stanno facendo il giro della rete.

Insomma, il passaggio di Eros ci ricorda quanto il cielo sopra di noi sia ancora pieno di storie da raccontare. E quanto basti spesso uno sguardo attento – magari in una notte fredda e limpida d’inverno – per sentirsi parte di qualcosa di più grande.