L’Avana, 1 dicembre 2025 – Dal 4 al 14 dicembre il film “Baracoa” di Luis Ernesto Doñas sarà in gara al Festival de Cine de La Habana, nella sezione dedicata ai debutti. Un esordio molto atteso, che racconta una storia di radici, identità e cambiamenti. Al centro della scena c’è un protagonista d’eccezione: Giancarlo Giannini, attore italiano noto per la sua riservatezza e per la capacità di dare vita a personaggi complessi e profondi.
Giancarlo Giannini in scena a Cuba
Lo scorso anno, per due settimane, Giannini ha girato all’Avana interpretando Felipe, un generale italiano che si unì volontario a Cuba durante la caduta di Fulgencio Batista, nel 1956. Da quel momento, almeno nel film, Felipe non è più andato via dall’isola. Ha messo radici, ha avuto un figlio – Pepe, interpretato da Carlos Luis González – e si è trovato a confrontarsi con una Cuba che cambia, ma anche con un grande divario generazionale. “È un uomo che ha fatto la rivoluzione, ma non è riuscito a cambiare suo figlio”, ha spiegato il regista Luis Ernesto Doñas in un’intervista con l’ANSA.
Un viaggio tra passato e presente
“Baracoa” è un road movie fuori dagli schemi, dove il viaggio fisico si mescola con quello interiore. I protagonisti sono tre: Felipe, Pepe e Jimmy (Yadier Fernández), il medico che assiste il generale durante la malattia. Proprio Jimmy diventa il motore del cambiamento: “Per Felipe è lui la persona giusta per avvicinare suo figlio”, ha confidato Doñas. Ma Jimmy non è solo un medico: di notte si trasforma in drag queen nei locali dell’Avana, ispirandosi a Jaime Jiménez, conosciuto come Estrellita Vidal, figura di spicco nella comunità LGBTQ+ cubana.
Un cast internazionale e omaggi al cinema italiano
La presenza di Giannini ha dato al film un respiro internazionale. Il regista cubano, attivo da tempo tra teatro e cinema in Europa, racconta di lunghe chiacchierate notturne con l’attore: “Le sue storie con Lina Wertmüller, Luchino Visconti, Fassbinder ed Ettore Scola erano vere e proprie lezioni di cinema”, ha ricordato Doñas. Un’esperienza che ha lasciato il segno anche sul set: “Ha un magnetismo incredibile davanti alla macchina da presa”, ha aggiunto.
Cuba tra soldi e valori veri
Il viaggio di Pepe verso Baracoa – città simbolo della Cuba più rurale – diventa l’occasione per scoprire un paese dove i dollari valgono poco e i valori sono un’altra cosa. “Quando Pepe lascia l’Avana e si addentra nella campagna capisce che i suoi dollari hanno valore solo in moneta nazionale”, ha spiegato Doñas. Solo allora il protagonista si confronta con la vera povertà, ma anche con un lato più umano e poetico della vita. Il regista non nasconde la sua fonte d’ispirazione: “Adoro quel neorealismo italiano che ha influenzato tanto il cinema cubano degli anni Sessanta”.
Il debutto italiano ancora da definire
Per ora, “Baracoa” aspetta di trovare una distribuzione in Italia. L’interesse c’è, anche grazie alla presenza di Giannini. Il film arriva in un momento importante per il cinema cubano, che al Festival de La Habana presenta quest’anno molte opere prime e uno sguardo nuovo sulla società dell’isola. Secondo le prime impressioni raccolte tra gli addetti ai lavori, la pellicola di Doñas potrebbe essere una delle sorprese della rassegna.
Un ponte che unisce due mondi
“È come se ‘Il sorpasso’ di Dino Risi incontrasse ‘Fragola e cioccolato’”, ha detto il regista. Un ponte ideale tra Italia e Cuba, tra passato e presente, tra rivoluzione e ricerca personale. In questo intreccio di storie – reali e immaginarie – si muovono personaggi in cerca di un nuovo senso per la loro vita. “Nella seconda parte del film c’è uno sguardo più umano”, ha sottolineato Doñas. Un dettaglio che potrebbe fare la differenza anche per il pubblico italiano, in attesa di vedere “Baracoa” sul grande schermo.
