Bologna, 1 dicembre 2025 – Il cinema esce dalla sala e diventa strumento di formazione e impegno sociale. È questa la scommessa di Cinevasioni.edu, il festival che dal 3 all’8 dicembre trasformerà lo Spazio Bianco del DumBO in un vero e proprio laboratorio di idee, visioni e pratiche educative. Come ha ricordato l’assessore alla Scuola del Comune di Bologna, Daniele Ara, qui il cinema viene visto come mezzo per “diffondere conoscenze e formare cittadini”, coinvolgendo scuole, strutture sanitarie e persino case circondariali.
Cinevasioni.edu: il festival che porta il cinema dove non arriva mai
Nato dall’impegno dell’Associazione Corso DOC, questo festival si distingue perché porta proiezioni, incontri e laboratori in luoghi spesso esclusi dalla cultura cinematografica. Non si parla solo di sale, dunque, ma anche di carceri, dove il cinema diventa occasione di confronto e recupero; di ospedali, con percorsi di cineterapia; e di scuole, per stimolare creatività e pensiero critico tra i giovani.
Il tema di quest’anno, “Non sono una signora”, prende spunto dal celebre brano di Loredana Bertè e invita a riflettere su gender gap ed emancipazione. Tre le sezioni in gara: “Un lungo volo a planare” per i lungometraggi, “La fretta del cuore” dedicata ai corti under 35 e “La fretta del cuore Junior” riservata ai lavori scolastici e agli under 18. Le opere saranno giudicate da due giurie: una popolare, fatta di studenti, e una tecnica, composta da critici cinematografici.
Cinema come strumento educativo e sociale
“Cinevasioni.edu proporrà film, pratiche artistiche, musica, workshop e riflessioni su gender gap ed emancipazione, coinvolgendo in modo diretto il mondo della scuola; oltre a una mostra permanente dedicata a grandi donne rimaste nell’ombra, come Rosalind Franklin”, ha spiegato il direttore artistico Piero Di Domenico. Franklin, scienziata fondamentale per la scoperta della struttura del DNA e dell’RNA, è solo una delle figure che questa mostra vuole far tornare alla luce, restituendo visibilità a donne spesso dimenticate.
Il programma va ben oltre le proiezioni in concorso. Sono in calendario incontri con registi, mediatori culturali e scrittrici, podcast dal vivo, performance artistiche, concerti, dj-set, live painting e laboratori. Due i focus principali: uno sulla giustizia, con particolare attenzione alle esperienze nelle carceri, e uno su Gaza, per riflettere sulle crisi internazionali attraverso lo sguardo del cinema.
Ospiti, laboratori e progetti nelle scuole
Tra gli ospiti attesi ci sono nomi come Francesca Cogni, Vito Palmieri, Lola Arias, Mauro Bartoli e Alissa Jung. Ma il festival non si ferma ai sei giorni di dicembre: continuerà fino alla primavera con un calendario di attività che coinvolgerà circa 20 scuole del territorio bolognese. Previsti masterclass sui mestieri del cinema, il “Cinegiro” itinerante – una rassegna che porta film e dibattiti direttamente negli istituti – e laboratori audiovisivi pensati per studenti di tutte le età.
Particolare attenzione va alla Casa Circondariale “Rocco D’Amato”, dove è in programma una rassegna mensile di proiezioni e un laboratorio di 30 ore per realizzare un cortometraggio insieme ai detenuti. Un’esperienza che, dicono gli organizzatori, punta a favorire l’inclusione sociale e la crescita personale attraverso il linguaggio del cinema.
Un festival che guarda oltre la sala cinematografica
“Non si tratta solo di vedere film”, racconta uno degli educatori coinvolti. “Qui il cinema diventa occasione di incontro, confronto, scoperta di sé e degli altri”. Un approccio che ha già trovato consenso tra studenti e operatori sociali. “Abbiamo visto ragazzi cambiare punto di vista dopo un laboratorio o una proiezione”, aggiunge una docente dell’Istituto Aldini Valeriani.
Così, Cinevasioni.edu si conferma un’esperienza unica in Italia: un festival che porta il cinema dove spesso non arriva, trasformandolo in uno strumento concreto di crescita collettiva. E a Bologna, tra le mura dello Spazio Bianco, la sfida è già partita.
