Intesa in vista: FI spinge per mantenere l’Irap al 2% nella manovra bancaria

Intesa in vista: FI spinge per mantenere l'Irap al 2% nella manovra bancaria

Intesa in vista: FI spinge per mantenere l'Irap al 2% nella manovra bancaria

Giada Liguori

Dicembre 1, 2025

Roma, 1 dicembre 2025 – Il governo e le principali banche italiane sono ormai vicinissimi a un’intesa sul nuovo contributo del settore bancario e assicurativo alla manovra economica. Dopo l’incontro di venerdì a Palazzo Chigi, le trattative non si sono fermate nemmeno nel weekend. Fonti parlamentari, soprattutto da Forza Italia, parlano di un cauto ottimismo: “Si dovrebbe chiudere presto”, ha detto il capogruppo azzurro al Senato, Maurizio Gasparri, lasciando intendere che la soluzione è a portata di mano.

Irap, si va verso un aumento più leggero

La questione principale resta l’aumento dell’Irap per banche e assicurazioni. Il governo aveva proposto un rialzo di 2,5 punti percentuali, ma la trattativa sembra aver portato a un compromesso: “Probabilmente si salirà di due punti, non 2,5”, ha spiegato Gasparri. Una riduzione che, secondo fonti di maggioranza, aiuterebbe a evitare tensioni con gli istituti, già messi sotto pressione dalle misure di ottobre.

L’Associazione Bancaria Italiana (Abi) finora non ha rilasciato commenti ufficiali. Durante l’ultimo confronto con il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, i banchieri hanno ribadito la loro posizione: “Capiscono le esigenze del bilancio pubblico”, ha detto un dirigente Abi presente, “ma il peso fiscale è già alto”. L’ipotesi di un aumento Irap limitato al 2% è vista con favore, soprattutto perché i meccanismi di detrazione previsti da alcuni emendamenti favorirebbero solo i piccoli istituti monosportello.

Anticipo di liquidità e altre ipotesi sul tavolo

Se l’aumento Irap sarà più contenuto, le banche potrebbero contribuire alla manovra con un altro strumento: un meccanismo di anticipo di liquidità, simile a quello usato nella legge di bilancio dello scorso anno. L’idea è stata discussa nelle ultime ore e trova disponibilità sia tra gli istituti sia nella maggioranza. “C’è la volontà di trovare soluzioni sulla scia della manovra precedente”, confermano fonti vicine ai tavoli tecnici.

I dettagli restano ancora in fase di definizione. Da Forza Italia filtra che si sta lavorando anche su una possibile modifica della norma sui dividendi bancari, un tema delicato per gli equilibri interni agli istituti e per gli azionisti. Dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) nessuna conferma ufficiale, il silenzio è totale sulle ipotesi in campo.

Maggioranza divisa, risorse in gioco

Non è chiaro ancora il ruolo degli altri alleati di governo. La Lega, in particolare, aveva chiesto fin dall’inizio un contributo maggiore da parte delle banche per sostenere la manovra. Al momento non ci sono prese di posizione pubbliche dopo gli ultimi sviluppi, ma fonti parlamentari assicurano che il confronto è ancora aperto.

Un accordo definitivo, che potrebbe arrivare nelle prossime ore, garantirebbe risorse importanti per coprire le modifiche concordate nella legge di bilancio. Dagli ultimi vertici di maggioranza emerge una cifra superiore al miliardo di euro, considerata “decisiva” da chi segue da vicino la vicenda.

I prossimi passi e l’attenzione dei mercati

Nei prossimi giorni sono previsti nuovi incontri tra governo e banche. L’obiettivo è chiudere l’accordo prima che alla Camera vengano presentati gli emendamenti più importanti. Intanto, i mercati seguono con attenzione: la stabilità fiscale e la sostenibilità delle misure restano fondamentali per la fiducia degli investitori.

In attesa delle conferme ufficiali dal Mef e dalle associazioni di categoria, la trattativa resta aperta su più fronti. Ma a Palazzo Chigi e nelle sedi delle grandi banche si respira una certa fiducia. “Siamo vicini”, ha detto un parlamentare della maggioranza ieri sera poco dopo le 18. Sarà allora che si capirà se la quadra è stata davvero trovata.