Mattarella avverte: le conseguenze della mancata difesa comune sono drammatiche

Mattarella avverte: le conseguenze della mancata difesa comune sono drammatiche

Mattarella avverte: le conseguenze della mancata difesa comune sono drammatiche

Matteo Rigamonti

Dicembre 1, 2025

Roma, 1 dicembre 2025 – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato un messaggio chiaro questa mattina, durante l’incontro con i partecipanti al foro di dialogo Italia-Spagna: l’assenza di una difesa comune europea si fa sentire ora più che mai, mostrando senza filtri le conseguenze di un’integrazione rimasta a metà strada. Un tema che, secondo il Capo dello Stato, non si può più rimandare.

Mattarella: “La mancanza di una difesa europea pesa sull’Unione”

Di fronte a diplomatici, rappresentanti istituzionali e studiosi riuniti a Palazzo Borromeo, Mattarella è stato netto. “La mancata realizzazione di una difesa comune europea fa emergere tutte le conseguenze drammatiche dell’immobilismo nel processo di integrazione”, ha detto, scandendo le parole con decisione. Il riferimento è chiaro: le tensioni internazionali che attraversano il continente e le nuove sfide della sicurezza globale. “Il ritardo nella creazione di una difesa comune – ha aggiunto – è ormai sotto gli occhi di tutti”.

Il presidente non ha fatto nomi, ma il quadro è evidente: la guerra in Ucraina, le crisi nel Mediterraneo, la pressione migratoria, il riarmo in diversi Paesi europei. Tutti segnali che, secondo Mattarella, rendono “impossibile rimandare” una risposta comune dell’Unione Europea sul fronte della sicurezza.

Un’Europa divisa sulla sicurezza

Il tema della difesa comune europea è tornato al centro del dibattito negli ultimi mesi. Eppure, come ha ricordato il presidente, l’Unione procede ancora a passo lento e disordinato. “L’inerzia nell’integrazione”, ha sottolineato, “si traduce oggi in una chiara vulnerabilità”. Un punto di vista condiviso da molti osservatori internazionali: secondo il think tank European Council on Foreign Relations, solo il 20% degli europei crede che l’UE possa difendersi senza l’appoggio degli Stati Uniti.

A Bruxelles, la questione è sul tavolo da anni, ma i risultati tardano ad arrivare. La cooperazione strutturata permanente (Pesco), avviata nel 2017, ha dato vita a progetti comuni ma non a una vera forza armata europea. E la recente crisi in Medio Oriente ha riacceso il dibattito sulla necessità di una strategia condivisa.

Italia e Spagna: punti in comune e divergenze

L’incontro di oggi tra Italia e Spagna si inserisce in questo scenario. I due Paesi condividono molte priorità – dal rafforzamento della politica estera europea alla gestione dei flussi migratori – ma restano differenze su come e quando costruire una difesa comune. Fonti diplomatiche italiane spiegano che Roma vuole accelerare, mentre Madrid chiede maggiori garanzie sul rispetto delle sovranità nazionali.

Durante il forum, sono emersi altri temi: l’importanza di investire in tecnologie a doppio uso, la collaborazione industriale nel settore della difesa e il ruolo delle missioni europee nelle zone di crisi. “Serve una visione condivisa”, ha confidato un funzionario del Ministero degli Esteri italiano a margine dell’incontro.

Le reazioni: tra pragmatismo e scetticismo

Le parole di Mattarella hanno scatenato reazioni immediate. Dal Parlamento europeo, l’eurodeputata spagnola Iratxe García Pérez ha commentato: “La difesa comune non è solo una questione militare, ma anche politica e sociale”. Più prudente il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius: “Serve realismo – ha spiegato – perché ogni passo avanti richiede l’accordo di tutti”.

In Italia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito la necessità di “dare più forza all’Europa nel mondo”, mentre il segretario del PD Elly Schlein ha chiesto “un salto di qualità nella collaborazione”. Sullo sfondo, resta lo scetticismo di alcuni Paesi dell’Est Europa, ancora molto legati alla protezione della NATO.

Il futuro della difesa europea resta una sfida

La questione resta aperta. Fonti Ue rivelano che nei prossimi mesi la Commissione presenterà una nuova proposta per rafforzare la difesa comune europea, puntando su più cooperazione e investimenti condivisi. Ma le divisioni tra Stati membri sono ancora profonde.

Mattarella ha voluto ricordare che “solo un’Europa più unita può affrontare le sfide di oggi”. Un messaggio che arriva forte in un momento in cui la sicurezza del continente sembra più fragile che mai. Eppure, come spesso succede in Europa, tutto dipenderà dalla volontà politica dei governi. Solo allora – forse – si potrà davvero parlare di una difesa comune.