Meloni ricorda Pietrangeli: un’icona del tennis italiano

Meloni ricorda Pietrangeli: un'icona del tennis italiano

Meloni ricorda Pietrangeli: un'icona del tennis italiano

Matteo Rigamonti

Dicembre 1, 2025

Roma, 1 dicembre 2025 – Si è spento oggi a Roma, all’età di 92 anni, Nicola Pietrangeli, la vera leggenda del tennis italiano e primo azzurro a vincere uno Slam. La famiglia ha confermato la notizia nelle prime ore del mattino e subito il mondo dello sport e delle istituzioni ha iniziato a tributargli messaggi di cordoglio. “Oggi perdiamo una figura che ha segnato la storia dello sport con talento e passione”, ha scritto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, su X, ricordando un campione che ha lasciato un segno indelebile.

Pietrangeli, il pioniere dello Slam italiano

Nato a Tunisi nel 1933, Pietrangeli aveva scelto Roma come casa fin dagli anni Cinquanta. Il suo nome è legato per sempre ai trionfi al Roland Garros: nel 1959 e nel 1960 sollevò la coppa sulla terra rossa di Parigi, diventando il primo italiano a vincere un torneo del Grande Slam. Un’impresa che per molto tempo è rimasta unica nel nostro tennis. Nel 1986 è entrato nella International Tennis Hall of Fame di Newport, un riconoscimento che ha suggellato una carriera ricca di successi.

Un modello per chi è venuto dopo

Pietrangeli non è stato solo un grande giocatore. “Ha ispirato generazioni”, ha sottolineato ancora Meloni. Il suo stile elegante e la capacità di capire il gioco hanno fatto scuola. “Era un punto di riferimento per tutti noi”, ha raccontato Adriano Panatta, che ha condiviso con lui momenti indimenticabili in Coppa Davis. “Sapeva trasmettere energia e passione, anche quando le cose si facevano difficili”. Nei circoli romani, dal Foro Italico al Parioli, la sua presenza era fissa: spesso lo si vedeva seduto a bordo campo, pronto a dare consigli ai più giovani.

La Coppa Davis e l’amore per l’Italia

Il legame tra Pietrangeli e la Coppa Davis è stato lungo e intenso. Da giocatore ha portato l’Italia fino alla finale nel 1960 e nel 1961, fermandosi solo davanti all’Australia di Laver e Emerson. Da capitano non giocatore, ha vissuto da protagonista la storica vittoria del 1976 in Cile. “Era un uomo di squadra”, ha ricordato Corrado Barazzutti, uno dei protagonisti di quella impresa. “Sapeva tenere unito il gruppo come pochi”. Il suo nome è anche legato allo stadio del Foro Italico che porta la sua firma: il “Centrale Nicola Pietrangeli”, inaugurato nel 2000.

Lo sport e le istituzioni lo ricordano con affetto

Non solo i tennisti hanno voluto ricordarlo. Da questa mattina, messaggi sono arrivati da ogni angolo del mondo dello sport. Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha parlato di “una perdita enorme per lo sport italiano”. Anche l’ATP ha diffuso una nota ufficiale: “Pietrangeli ha rappresentato l’Italia con orgoglio e stile”. Sui social, tanti tifosi hanno condiviso foto d’epoca e aneddoti personali. “Era sempre gentile, pronto a una parola o a una stretta di mano”, ha scritto un appassionato romano sotto una vecchia foto al Foro Italico.

Un’eredità che va ben oltre il campo

Negli ultimi anni, Pietrangeli non ha mai smesso di seguire il tennis italiano da vicino. Ha festeggiato i successi di Jannik Sinner e Matteo Berrettini, emozionandosi per i nuovi traguardi raggiunti dagli azzurri nei tornei più importanti. “Sono felice di vedere i ragazzi andare avanti”, aveva detto in un’intervista a Sky Sport nel 2023. Chi lo conosceva bene racconta che non aveva mai perso il sorriso né la voglia di scherzare, sempre curioso di scoprire cosa riservasse il futuro.

L’ultimo saluto a un grande uomo dello sport

I funerali si terranno nei prossimi giorni a Roma, probabilmente nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, come ha riferito la famiglia. In queste ore, tanti amici e colleghi stanno arrivando nella capitale per salutare un uomo che ha rappresentato l’Italia nel mondo con discrezione e orgoglio. “Ci lascia un esempio raro”, ha detto Panatta davanti alle telecamere Rai poco dopo la notizia della scomparsa. Un esempio che resterà vivo nella memoria di chi lo ha visto giocare, ma anche di chi lo ha semplicemente incontrato su un campo da tennis o lungo i viali del Foro Italico.