Buenos Aires, 1 dicembre 2025 – Paolo Sorrentino, regista napoletano e premio Oscar, ha scelto Buenos Aires per lanciare un messaggio chiaro contro i tagli ai fondi del cinema. Durante la sua prima visita in città, in una conferenza stampa all’Istituto Italiano di Cultura, ha ribadito che il cinema non è solo un simbolo di identità nazionale, ma anche un vero motore per l’economia. “Tagliare i finanziamenti al cinema non è solo un errore culturale, ma anche economico”, ha detto, rivolgendosi a chi, in Italia e altrove, vuole ridurre i sostegni pubblici al settore.
Cinema e soldi: un legame che molti ignorano
Sorrentino, che ha da poco compiuto 55 anni, è andato dritto al punto. “I politici ascoltano più i numeri che la cultura. Forse dovrebbero pensarci bene prima di sbagliare così”, ha detto davanti a giornalisti italiani e argentini. Il regista de ‘La Grande Bellezza’, che in questi giorni tiene un laboratorio di cinema in Patagonia per PlayLab Films, ha puntato i riflettori sull’impatto economico del cinema. Secondo il Ministero della Cultura italiano, nel 2024 questo settore ha mosso più di 2 miliardi di euro, tra effetti diretti e indiretti. Eppure, si torna sempre a discutere dei tagli ai fondi pubblici, con proteste da parte di associazioni e addetti ai lavori.
Maradona, Napoli e Argentina: un legame profondo
Per Sorrentino, il rapporto con l’Argentina è antico, anche se questa è la prima volta che visita il paese. “Sono davvero felice di essere a Buenos Aires – ha detto – qui mi sono sentito subito a casa, è forse la città che più assomiglia a Napoli”. Al suo fianco, durante la conferenza, l’ambasciatore italiano Fabrizio Nicoletti e la direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, Livia Raponi. Il regista ha raccontato che la sua passione per il cinema nasce proprio da quella per Maradona, icona argentina e napoletana insieme. “La prima volta che ho visto Maradona allo stadio, a quattordici anni, ho capito cosa fosse lo spettacolo, prima ancora dello sport”, ha ricordato.
Un ricordo personale che segna la vita
Non solo calcio o ammirazione sportiva. Sorrentino ha ripercorso un momento doloroso della sua adolescenza: la morte dei genitori per intossicazione da monossido di carbonio, mentre lui era fuori città per vedere il Napoli. “Sono convinto che Maradona mi abbia salvato la vita – ha raccontato – perché io dovevo essere in un posto di morte e invece ero in un posto di vita”. Un ricordo che torna spesso nei suoi film, come nell’autobiografico ‘È stata la mano di Dio’. “È qualcosa che va oltre la passione per il calcio o per un grande campione”, ha concluso con voce ferma.
Buenos Aires sul grande schermo? “Mai”
Alla domanda se un giorno girerà un film su Buenos Aires, Sorrentino ha risposto senza dubbi. “La cultura di un posto è qualcosa di profondo, che non puoi capire se non sei nato lì”, ha spiegato. “Non potrei mai raccontare Buenos Aires senza essere di Buenos Aires”. L’unica eccezione? “Potrei parlare di un uomo che vive qui, ma non della città in sé”. Un modo di fare che riflette la sua attenzione al vero, ai dettagli autentici e alla complessità delle identità locali.
Maradona o Messi? Il giudizio del regista
Non poteva mancare il confronto tra i due miti argentini. Sorrentino ha scelto da che parte stare: “Come persona, sono chiaramente per Maradona. Era un uomo molto complesso, con il bene e il male dentro, ma in modo più intenso di tutti noi”. E come giocatore? “Credo che Maradona fosse più forte”, ha detto con un sorriso appena accennato.
In questi giorni a Buenos Aires, Sorrentino si divide tra incontri ufficiali e laboratori di cinema. Ma il messaggio è uno solo: il cinema è cultura e economia insieme, e tagliare i fondi significa perdere molto più di qualche film.
