Roma, 1 dicembre 2025 – Donald Trump non ha usato giri di parole ieri sera, parlando dello scandalo di corruzione che ha investito Andriy Yermak proprio nel mezzo dei delicati negoziati per la pace in Ucraina. Intercettato dai giornalisti a bordo dell’Air Force One poco dopo le 21 ora italiana, il presidente americano ha ammesso che la vicenda “non ha aiutato” il processo di pace, lasciando intendere come le tensioni dentro Kiev abbiano messo ulteriormente in difficoltà una trattativa già complicata.
Trump: “Questo scandalo ha messo i bastoni tra le ruote ai negoziati”
Seduto nell’area riservata ai briefing stampa sull’aereo presidenziale, Trump ha risposto a una domanda netta sulla posizione degli Stati Uniti dopo le rivelazioni su Yermak, il capo dell’ufficio presidenziale ucraino e figura centrale nei colloqui con Mosca. “Non è stato di aiuto, questo è chiaro”, ha detto il presidente con un tono secco. “Quando spuntano queste cose proprio mentre si cerca una soluzione, tutto si complica”. Non ha aggiunto dettagli sulle possibili conseguenze diplomatiche, ma le sue parole – pronunciate davanti a pochi giornalisti selezionati – hanno subito fatto il giro del mondo.
Chi è Yermak e cosa gli contestano
Andriy Yermak, 52 anni, è il principale consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Da mesi guida la delegazione di Kiev nei negoziati con la Russia, spesso in incontri riservati tra Varsavia e Istanbul. Negli ultimi giorni è emerso che Yermak sarebbe coinvolto in un presunto giro di tangenti legato agli appalti per la ricostruzione nelle aree devastate dalla guerra. Le accuse, rilanciate da media ucraini e internazionali, sono state bollate come “strumentali” dallo stesso Yermak, che ha negato tutto. “Non c’è niente di vero”, ha ribadito ieri in una nota diffusa dal suo ufficio.
Il peso dello scandalo sui colloqui di pace
La vicenda rischia di pesare sui già fragili negoziati di pace. Fonti diplomatiche europee, contattate da alanews.it nella notte tra domenica e lunedì, parlano di “clima teso” tra le delegazioni. “C’è molta prudenza”, ha confidato un funzionario della Farnesina che segue il dossier ucraino da vicino. “Le accuse contro Yermak hanno creato sconcerto anche tra i partner occidentali”. Fonti della presidenza francese raccontano che Parigi ha chiesto chiarimenti a Kiev sulla posizione del capo negoziatore. Dal governo ucraino, invece, nessuna conferma ufficiale.
Reazioni a Kiev e pressioni dall’estero
A Kiev la notizia ha scatenato reazioni contrastanti. Da un lato, il presidente Zelensky ha difeso il suo uomo: “Yermak ha tutta la mia fiducia”, ha detto ieri sera in tv. Dall’altro, l’opposizione interna chiede trasparenza e indagini rapide. Nel frattempo, gli Stati Uniti osservano con attenzione. “Seguiamo gli sviluppi”, ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato a Washington. Nessun commento ufficiale dalla Casa Bianca sulle possibili ripercussioni del caso sul sostegno militare all’Ucraina.
Cosa succede adesso con i negoziati e il ruolo americano
Il prossimo incontro tra le delegazioni di Ucraina e Russia era fissato per il 4 dicembre a Ginevra. Ora non è chiaro se si terrà davvero. “Tutto dipende da come andranno le indagini”, spiegano fonti diplomatiche europee. Trump, intanto, ha ribadito che gli Stati Uniti continueranno a spingere per una soluzione negoziata: “Vogliamo la pace, ma serve serietà da tutte le parti”. Non ha nascosto però il fastidio per questo intoppo che rischia di rallentare i passi avanti fatti nelle ultime settimane.
Diplomazia in bilico tra scandali e trattative
In questo scenario, la posizione di Yermak resta sotto stretta osservazione. Gli alleati occidentali chiedono chiarezza, mentre Mosca – secondo fonti russe – avrebbe già usato lo scandalo come arma nei tavoli tecnici. Solo nelle prossime ore si capirà se la trattativa potrà andare avanti senza nuovi scossoni o se tutto rischia di bloccare. Per ora, come ha ammesso Trump dall’Air Force One, “non ci voleva proprio”. Eppure, in diplomazia, anche il minimo dettaglio può cambiare tutto.
