Trump prevede un accordo storico tra Ucraina e Russia: le nuove opportunità

Trump prevede un accordo storico tra Ucraina e Russia: le nuove opportunità

Trump prevede un accordo storico tra Ucraina e Russia: le nuove opportunità

Matteo Rigamonti

Dicembre 1, 2025

Miami, 1 dicembre 2025 – A bordo dell’Air Force One, Donald Trump ha detto ai giornalisti che ci sono “buone possibilità” di un accordo tra Ucraina e Russia dopo i colloqui di oggi in Florida. L’ex presidente, tornato a far parlare di sé sulla scena internazionale, ha spiegato che entrambe le parti “vogliono che questa guerra finisca”. Le sue parole, arrivate in tarda mattinata mentre il sole filtrava dai finestrini dell’aereo, hanno subito catturato l’attenzione dei media.

Trump: “La Russia vuole la fine del conflitto”

Trump ha raccontato che la giornata di colloqui in Florida potrebbe segnare una svolta nei rapporti tra Mosca e Kiev. “La Russia vuole che questa guerra finisca, e anche l’Ucraina”, ha detto, lasciando intendere che l’atmosfera al tavolo negoziale era meno tesa rispetto alle settimane passate. Non sono emersi dettagli precisi sui temi trattati, ma fonti vicine alla delegazione americana hanno descritto “un confronto concreto”, con osservatori internazionali e diplomatici statunitensi presenti.

Non è la prima volta che Trump parla pubblicamente del conflitto in Ucraina, ma questa volta il suo tono suona più speranzoso. “Ci sono buone possibilità per un accordo”, ha detto ai cronisti, aggiungendo che “nessuno vuole più vedere morti e distruzione”. Una frase che ha risuonato anche tra alcuni membri del Congresso, da tempo divisi sul sostegno militare a Kiev.

Colloqui in Florida: un clima più sereno ma con cautela

I colloqui si sono tenuti in una località riservata vicino a Palm Beach, lontano dai riflettori e sotto stretta sorveglianza. Secondo le prime ricostruzioni, la delegazione russa è arrivata poco dopo le 9 del mattino, seguita da quella ucraina. Nessuna bandiera o simbolo ufficiale: solo una lunga tavolata coperta da una tovaglia bianca e alcune cartelline con i nomi dei partecipanti. Tra loro, dicono fonti diplomatiche, c’erano anche rappresentanti dell’Unione Europea e della Turchia, chiamati a garantire la trasparenza delle trattative.

Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha evitato di commentare direttamente le parole di Trump, parlando solo di “un dialogo necessario”. Da Kiev, invece, il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak ha detto che “ogni tentativo di mediazione è benvenuto”, ma ha sottolineato che “la sovranità dell’Ucraina non è negoziabile”. Una posizione che il presidente Zelensky ha ribadito più volte nelle ultime settimane.

Gli Stati Uniti e la diplomazia in gioco

La presenza di Trump ai colloqui in Florida non è passata inosservata. L’ex presidente ha sempre detto che serve una soluzione diplomatica al conflitto, criticando spesso come l’attuale amministrazione Biden ha gestito la crisi. “Ci vuole coraggio per sedersi allo stesso tavolo”, ha confidato a margine dell’incontro uno dei suoi consiglieri storici, Steve Bannon. Ma tra gli esperti internazionali resta molta prudenza: “Le parole ottimistiche vanno sempre verificate con i fatti”, ha spiegato Fiona Hill, esperta di relazioni russo-americane.

Fonti della Casa Bianca confermano che l’amministrazione Biden è stata informata dei colloqui, ma non ha partecipato direttamente. Una scelta per non interferire con le trattative in corso. Nel frattempo, il Segretario di Stato Antony Blinken ha ribadito che “gli Stati Uniti sostengono ogni iniziativa che possa fermare le ostilità”, a patto che si rispetti l’integrità territoriale dell’Ucraina.

Il futuro del conflitto: speranze e incognite

Ora resta da vedere se le aperture viste oggi in Florida si trasformeranno in passi concreti verso un cessate il fuoco. Secondo alcuni osservatori fuori dalla villa dove si sono svolti i colloqui – immersa nel verde e sorvegliata da agenti in borghese – la giornata si è chiusa senza annunci ufficiali, ma con un clima più disteso rispetto alle ultime settimane.

“Non ci aspettiamo miracoli”, ha ammesso un diplomatico europeo uscendo poco dopo le 17. Eppure, tra i corridoi si respira una speranza cauta: che la diplomazia riesca finalmente a farsi spazio tra le macerie della guerra. Per ora, le parole di Trump sono un segnale. Niente di più, ma nemmeno di meno.