Roma, 2 dicembre 2025 – Un messaggio spedito a tarda sera, una chiamata senza risposta e la polizia che si presenta al cancello di un condominio ai Parioli: questa è la sequenza, secondo la difesa di Ilary Blasi, che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per Francesco Totti e la compagna Noemi Bocchi, accusati di abbandono di minore. I fatti risalgono al 26 maggio 2023, quando – secondo la denuncia – l’ex capitano della Roma sarebbe uscito a cena lasciando in casa la figlia Isabel, sei anni, insieme ai due figli di Bocchi, senza alcun adulto presente.
La notte del 26 maggio: messaggi, tentativi di chiamata e la denuncia
Tutto parte intorno alle 21, quando – sempre secondo Blasi – Totti e Bocchi lasciano l’appartamento. Avrebbero chiesto alla babysitter di restare con i bambini, ma poco dopo Ilary fa una videochiamata alla figlia. Isabel, come emerge dagli atti, le avrebbe detto: “Non c’è nessun adulto in casa”. Da quel momento, Blasi resta al telefono con la bambina per più di un’ora e mezza, mentre manda diversi messaggi e prova a chiamare ripetutamente l’ex marito.
Alle 23.19, arriva un sms che – secondo la difesa – non troverà risposta: “Francesco, ho sentito due volte Isabel stasera e mi ha detto che è a casa da sola da più di due ore perché tu sei a cena fuori”. Poi un messaggio più duro: “Ma sei impazzito a lasciare una bambina di 6 anni da sola in casa????”. Il nome in rubrica? Solo “Francesco”, come mostra la foto della chat agli atti.
La chiamata alla madre e l’arrivo della polizia
Non avendo risposta né ai messaggi né alle chiamate, Blasi chiama la madre e le chiede di avvisare la polizia. Intorno alle 23.30, una pattuglia si presenta davanti al condominio. Gli agenti provano a entrare, ma il cancello è chiuso. A quel punto, come riferisce la difesa di Blasi, un dirigente della polizia contatta Vito Scala, amico storico di Totti, per farsi aprire l’ingresso.
Nel frattempo, Totti viene informato della presenza degli agenti. Secondo la versione di Blasi, è proprio in quel momento che l’ex calciatore chiama la babysitter, chiedendole di correre all’appartamento. La difesa sottolinea questo passaggio come decisivo: “La babysitter è arrivata solo dopo essere stata avvertita della presenza della polizia”, si legge nella memoria depositata in tribunale.
Il controllo degli agenti e le versioni a confronto
Quando Totti e Bocchi rientrano poco dopo mezzanotte, trovano la polizia già dentro casa. Gli agenti fanno un rapido controllo e confermano che la babysitter è lì con i bambini. Totti sostiene che la donna fosse presente per tutta la serata. Ma la difesa di Blasi insiste: “La bambina era sola, l’ha detto lei stessa alla madre durante la videochiamata”.
La procura aveva chiesto di archiviare il caso, ritenendo insufficienti le prove per sostenere l’accusa di abbandono di minore. Tuttavia, i legali di Blasi si sono opposti, chiedendo al giudice di mandare a processo Totti e Bocchi con imputazione coatta.
Un caso che divide e riporta al centro il tema della separazione
La vicenda si inserisce in un momento già complicato della separazione tra Totti e Blasi, una delle coppie più seguite d’Italia. La storia ha riacceso il dibattito sulla gestione dei figli nelle famiglie separate e sulle responsabilità dei genitori. “Ho fatto quello che dovevo come madre”, avrebbe confidato Blasi ad amici intimi nei giorni dopo.
Ora sarà il giudice a decidere se accogliere la richiesta della difesa o confermare l’archiviazione proposta dalla procura. Nel frattempo, tra messaggi rimasti senza risposta e telefonate non andate a buon fine, resta al centro della questione la parola d’ordine: la tutela dei minori nelle situazioni familiari più delicate.
