Inclusione lavorativa per disabili: la sfida dei consulenti del lavoro e di Anffas

Inclusione lavorativa per disabili: la sfida dei consulenti del lavoro e di Anffas

Inclusione lavorativa per disabili: la sfida dei consulenti del lavoro e di Anffas

Matteo Rigamonti

Dicembre 2, 2025

Roma, 2 dicembre 2025 – Solo il 40% delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo che potrebbero lavorare ha un impiego. Un altro 30% è invece alla ricerca di un lavoro. A dirlo sono i primi dati della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, in collaborazione con l’Anffas, arrivati a pochi giorni dalla Giornata internazionale della disabilità. L’indagine, che ha coinvolto quasi 500 famiglie in tutta Italia, sarà presentata in modo completo nei primi mesi del 2026, ma già oggi offre uno spaccato chiaro sulle difficoltà che queste persone incontrano per entrare nel mondo del lavoro.

Inclusione lavorativa: la strada è ancora in salita

Nonostante qualche piccolo passo avanti, l’accesso al lavoro per chi ha una disabilità intellettiva resta un percorso pieno di ostacoli. A pesare sono soprattutto i pregiudizi, la scarsa conoscenza delle varie forme di disabilità e la mancanza di servizi che mettano in contatto domanda e offerta. “I numeri confermano che c’è ancora tanta strada da fare per garantire un lavoro dignitoso e alla portata di tutti”, spiega Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro. Per De Luca serve “mettere in campo politiche più efficaci e sfruttare anche i nuovi strumenti digitali legati al collocamento”, oltre a potenziare i servizi dedicati.

Dove si lavora di più: turismo e commercio in prima fila

Dall’indagine emerge un dato interessante: pur avendo un livello di istruzione medio-alto (43% con diploma, 15% con laurea), queste persone trovano lavoro soprattutto in attività manuali e artigianali. Il settore del turismo assorbe il 25% degli occupati, seguito dal commercio con il 20%. Per quanto riguarda i contratti, solo il 28,5% ha un contratto a tempo indeterminato, il 13% lavora a termine e quasi un terzo (30,8%) è inserito in un tirocinio. L’orario è quasi sempre part time: il 95% degli occupati lavora a orario ridotto. Nel 55% dei casi è una scelta personale, nel restante 40% è richiesta dall’azienda.

Servizi per il lavoro: tra pubblico e privato, costi e limiti

Chi cerca lavoro si affida in maggioranza (55,3%) ai servizi pubblici e privati per il collocamento. Nella maggior parte dei casi (64%) sono gratuiti, ma per una famiglia su cinque rappresentano comunque un costo. Secondo chi ha risposto all’indagine, per migliorare l’inclusione servono soprattutto più figure specializzate come il disability manager (49%), più occasioni di lavoro anche con contratti flessibili (38%) e un rafforzamento dei servizi pubblici e privati (37%).

Pregiudizi e stereotipi: l’ostacolo più grande

Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas, sottolinea che “ancora oggi le persone con disabilità e le loro famiglie si trovano davanti a un percorso pieno di barriere per entrare nel mondo del lavoro”. Il problema è ancora più grave per chi ha disabilità intellettive o disturbi del neurosviluppo, spesso vittima di stereotipi radicati. “Eppure – aggiunge Speziale – sono proprio loro a chiedere a gran voce di avere pari opportunità per un lavoro vero”. Non si tratta solo di autonomia personale, ma anche di poter dare un contributo alla società “come tutti gli altri cittadini”, come stabilito dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.

Le richieste delle famiglie: più consapevolezza e rispetto dei diritti

Quasi la metà delle famiglie intervistate indica come priorità la necessità di “sensibilizzare e aumentare la consapevolezza” sui diritti sanciti dalle leggi nazionali e internazionali. Tra questi c’è anche l’accomodamento ragionevole, uno strumento previsto dalla legge ma ancora poco conosciuto e applicato. “Serve l’impegno di tutti – conclude Speziale – per far rispettare un diritto che non può restare solo sulla carta”.

Il quadro che emerge dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e Anffas è fatto di luci e ombre: qualche passo avanti c’è stato, ma la vera inclusione lavorativa delle persone con disabilità intellettive è ancora lontana. E la sfida, come ricordano le famiglie coinvolte, riguarda tutta la società.