Judi Dench: la coraggiosa lotta contro la cecità e la maculopatia

Judi Dench: la coraggiosa lotta contro la cecità e la maculopatia

Judi Dench: la coraggiosa lotta contro la cecità e la maculopatia

Giada Liguori

Dicembre 2, 2025

Londra, 2 dicembre 2025 – Judi Dench, una delle attrici britanniche più amate e riconosciute a livello internazionale, ha annunciato il suo addio definitivo alle scene. A fermarla è stato l’aggravarsi della degenerazione maculare che da anni le compromette la vista. La notizia è arrivata durante un’intervista su ITV, dove, seduta accanto all’amico e collega Ian McKellen, ha spiegato con sincerità e senza fronzoli il motivo della sua scelta: “Non mi vedrete più davanti a una macchina da presa perché non ci vedo più”.

Judi Dench e la lunga lotta contro la degenerazione maculare

La degenerazione maculare colpisce la parte centrale della retina, causando una perdita progressiva della vista. È ciò che sta accadendo a Dench, oggi novantenne. Già nel 2012 aveva parlato dei suoi problemi agli occhi, ma solo negli ultimi mesi la situazione è peggiorata al punto da non riuscire più a riconoscere i volti delle persone. Durante l’intervista ha confidato a McKellen: “Riesco a vedere la tua sagoma, ma ormai non riconosco più nessuno”, con quel misto di rassegnazione e ironia che da sempre la contraddistingue.

Negli ultimi anni aveva già ridotto le sue apparizioni pubbliche e i ruoli al cinema. A gennaio aveva raccontato di non poter più uscire da sola; due anni fa aveva ammesso che imparare parti lunghe era diventato un’impresa: “Gli amici mi aiutano a imparare, ma io avevo una memoria fotografica”. Eppure, fino all’ultimo ha provato a restare attiva nel suo mondo.

Una carriera tra teatro e grande schermo

Judi Dench ha attraversato oltre sessant’anni di carriera, dal teatro shakespeariano fino ai grandi film. Il suo ruolo più famoso resta quello di M in otto film della saga di James Bond, incluso il cameo in “Spectre” del 2015. Ma il pubblico italiano la ricorda anche per film intensi come “Notes on a Scandal” e “Philomena”, che le hanno portato premi internazionali e l’affetto di più generazioni.

Nel corso degli anni ha raccolto premi importanti, tra cui un Oscar come miglior attrice non protagonista per “Shakespeare in Love” nel 1999. La sua presenza scenica, la voce inconfondibile e la capacità di passare con naturalezza dal dramma alla commedia l’hanno resa una delle figure più rispettate del cinema europeo.

L’impegno che va oltre il palcoscenico

Nonostante la vista che peggiora, Dench non ha mai smesso di dedicarsi a progetti culturali. Recentemente è stata protagonista di uno spot natalizio trasmesso nel Regno Unito e, insieme a Ian McKellen, sta promuovendo un’iniziativa per riportare William Shakespeare nelle scuole britanniche. L’obiettivo è usare la recitazione per avvicinare i ragazzi al teatro del Bardo.

“Non posso più recitare come prima, ma posso ancora trasmettere qualcosa”, ha detto Dench, sottolineando l’importanza di restare attivi anche quando il corpo cambia. Un messaggio che ha toccato molti fan e colleghi, che sui social hanno espresso affetto e gratitudine per il suo contributo alla cultura britannica.

Un addio che lascia un vuoto nel teatro inglese

Con la recente scomparsa di Joan Plowright e Maggie Smith, Judi Dench è l’ultima delle tre grandi dame del teatro inglese ancora in vita. Il suo ritiro segna la fine di un’era per lo spettacolo britannico. Ma come ha ricordato McKellen durante l’intervista, “Judi non smette mai davvero: trova sempre un modo per esserci”.

L’annuncio ha suscitato emozione anche tra gli addetti ai lavori. Un regista londinese fuori dal National Theatre ha commentato: “È difficile immaginare il teatro senza Judi”. Chi l’ha conosciuta dietro le quinte è certo che il suo esempio continuerà a ispirare nuovi attori.

Per ora, Dench si gode il tempo libero nella sua casa nel Surrey, circondata dalle persone a cui vuole bene. Si chiude così il sipario su una carriera straordinaria, ma resta aperto il capitolo dell’eredità culturale che lascia al pubblico e al mondo dell’arte.