La Russa chiede un decreto per scontare la pena agli arresti domiciliari

La Russa chiede un decreto per scontare la pena agli arresti domiciliari

La Russa chiede un decreto per scontare la pena agli arresti domiciliari

Matteo Rigamonti

Dicembre 2, 2025

Roma, 2 dicembre 2025 – Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha rivolto un appello chiaro e urgente al governo: entro Natale deve arrivare un decreto per affrontare il sovraffollamento delle carceri. La richiesta è stata lanciata lunedì pomeriggio durante la presentazione del libro “L’emergenza negata” di Gianni Alemanno e Fabio Falbo, nella storica sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. “Spero che per Natale ci sia un provvedimento che permetta a chi ha scontato la maggior parte della pena di finire di scontarla dentro di sé o in un altro luogo”, ha detto La Russa davanti a politici, giornalisti e operatori penitenziari.

Sovraffollamento carceri: un’emergenza che non si può più ignorare

Il sovraffollamento nelle carceri italiane resta uno dei problemi più gravi del nostro sistema giudiziario. Secondo gli ultimi dati del Ministero della Giustizia, aggiornati a novembre 2025, nelle 190 strutture penitenziarie ci sono oltre 61mila detenuti, mentre i posti disponibili sono poco più di 51mila. Un divario che negli ultimi mesi è cresciuto ancora. “Non possiamo più chiudere gli occhi davanti a questa emergenza”, ha detto La Russa, sottolineando come sia a rischio la dignità di chi è in carcere e la sicurezza di chi ci lavora.

Le immagini di celle sovraffollate — con letti a castello tripli, spazi comuni ridotti al minimo e turni per le docce — sono tornate più volte nei racconti dei presenti. Un agente della polizia penitenziaria ha spiegato: “Non sono solo numeri, ma condizioni di vita che mettono a dura prova sia i detenuti sia chi lavora negli istituti”.

La proposta di La Russa: pene alternative subito

Nel suo intervento, La Russa ha indicato una strada concreta: “Chi ha già scontato la maggior parte della pena dovrebbe poter finire il percorso in modo diverso, magari con misure alternative alla detenzione”. Parla delle misure di comunità, come l’affidamento in prova o la detenzione domiciliare, strumenti già esistenti ma usati con molta cautela.

Fonti del Ministero della Giustizia confermano che il governo sta pensando a un decreto per ampliare chi può accedere a queste misure. Nessuna data ufficiale, ma l’obiettivo è di arrivare a una soluzione entro le feste di Natale. “Serve un segnale forte e veloce”, ha detto un funzionario ministeriale a margine dell’evento, “soprattutto per alleggerire la pressione su carceri molto critiche come Poggioreale a Napoli o San Vittore a Milano”.

Reazioni e sguardi sul futuro

L’appello di La Russa ha acceso il dibattito tra i presenti. Gianni Alemanno, coautore del libro e già sindaco di Roma, ha parlato di un intervento urgente: “Non possiamo più rimandare, ogni giorno che passa la situazione peggiora”. Fabio Falbo, avvocato penalista e coautore, ha ricordato come il tema carcerario sia spesso dimenticato nei programmi politici.

Dall’opposizione sono arrivate aperture cautelative. Un deputato del Partito Democratico presente in sala ha detto che “non bastano provvedimenti temporanei”, invitando a pensare a una riforma più profonda dell’esecuzione penale. Però, almeno sulle misure immediate, c’è un consenso trasversale.

L’Italia sotto la lente europea

Il nostro Paese è già stato richiamato più volte dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per le condizioni delle carceri, ritenute spesso sotto gli standard minimi. Nel 2013 la sentenza Torreggiani aveva imposto correttivi importanti, ma secondo le associazioni dei garanti dei detenuti “negli ultimi anni la situazione è tornata a essere critica”.

Durante l’incontro, tra dati e testimonianze, si è parlato di tutto: dal sovraffollamento cronico ai suicidi in carcere (oltre 70 dall’inizio dell’anno), fino alle difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari. “Non si può pensare alla rieducazione senza garantire la dignità”, ha rimarcato La Russa prima di concludere.

Un Natale decisivo per le carceri italiane

Il prossimo Consiglio dei Ministri potrebbe segnare una svolta. Se il decreto arriverà davvero entro Natale, come spera il presidente del Senato, sarà un primo passo verso un sistema più umano e sostenibile. Resta da vedere se la politica saprà trasformare questa urgenza in una riforma duratura. Per ora, nei corridoi di Palazzo Giustiniani, l’attesa è carica di speranza ma anche di prudenza.