Roma, 2 dicembre 2025 – Al Circolo Canottieri Roma, storico punto di riferimento della capitale, è scoppiato un caso che va oltre i confini del club. Una dipendente delle pulizie, licenziata a luglio dopo 24 anni di servizio, ha deciso di raccontare la sua versione dei fatti. Respinge le accuse mosse nei suoi confronti e ha portato la vicenda davanti al giudice del lavoro. La prima udienza è fissata per gennaio. Al centro della controversia, secondo la donna, non c’è solo un presunto comportamento scorretto verso una socia incinta, ma anche una serie di malintesi e rapporti deteriorati con la nuova gestione.
La dipendente: “Non ho mai mancato di rispetto”
La donna, che preferisce restare anonima, ha spiegato a Open di non aver mai usato toni arroganti né gesti scortesi nei confronti della socia incinta. “Le ho sempre dato del ‘lei’”, racconta, ricordando che il loro unico incontro è avvenuto una mattina intorno alle 10. “Era la prima volta che ci vedevamo. Le ho chiesto se fosse incinta e lei ha confermato. Io le ho risposto: ‘Anche io sto diventando nonna’. Poi le ho fatto tanti auguri, sempre con rispetto”. Secondo il suo racconto, nessuna tensione, nessun gesto fuori posto.
Il presidente del circolo, Paolo Vitale, aveva invece parlato di toni arroganti e di un asciugamano lanciato “con fare dispregiativo”. La dipendente smentisce con fermezza: “Non ho mai tirato un asciugamano a nessuno. E non ho mai sottratto il lettino al marito della signora”. Aggiunge un dettaglio: “La storia dell’asciugamano riguarda un’altra socia. Nel pomeriggio, un’altra signora mi ha chiesto un telo e gliel’ho dato, chiedendo se fosse iscritta solo per addebitare il costo, un euro e cinquanta”.
Testimoni e niente confronto diretto
A sostegno della sua versione, la donna cita due soci che avrebbero parlato direttamente con Vitale per confermare la sua correttezza. “Gli hanno detto che non ho fatto nessun gesto scorretto. Ma lui non ha voluto sentire ragioni”, racconta. Un confronto diretto con la socia coinvolta? “Mai avvenuto. Ho chiesto formalmente di vedere la mail che avrebbe scatenato la contestazione, ma non me l’hanno fatta vedere”, spiega. “Così ho dovuto portare il club in tribunale”. E ancora: “Ho chiesto un confronto con lei, ma mi hanno risposto che ‘non si fanno i confronti all’americana’”.
Per la dipendente, il vero motivo del licenziamento è un altro. “Sono una persona schietta, e questo dà fastidio. La verità è che io e il presidente non ci sopportiamo, e lui ha trovato un pretesto per mandarmi via”.
Ritardi e problemi familiari
Il presidente Vitale aveva parlato anche di ritardi e richiami precedenti. La donna ammette: “Sì, qualche ritardo c’è stato. Ma anche in segreteria fanno tardi e a loro non è mai arrivata una lettera”. Poi spiega: “Sapevano dei miei problemi a casa. Mio figlio ha un disturbo oppositivo provocatorio. A volte era difficile portarlo a scuola: o non si svegliava, o non voleva vestirsi. Quando mi hanno chiesto spiegazioni, ho parlato chiaro, ma non mi hanno mai aiutato”.
Un altro punto chiave è la tempistica dei richiami disciplinari: “Lavoro qui dal 2001 e per 24 anni non ho mai preso una lettera di richiamo. Da quando è arrivato Vitale, quattro anni fa, ne ho ricevute parecchie”. E non è l’unica in famiglia a vivere cambiamenti: “Anche mio marito lavora al circolo. Era in portineria da 35 anni, poi lo hanno spostato allo spogliatoio”.
Offerta economica e futuro incerto
In ballo c’è stata anche una proposta economica per chiudere la questione. “Mi hanno fatto un’offerta bassissima”, racconta. “Non l’ho accettata perché avrebbe significato ammettere le accuse contro di me”. Se il tribunale dovesse darle ragione e disporre il reintegro? “Ormai lo spirito è cambiato, non sarebbe più come prima. Però ho ancora dieci anni di mutuo da pagare”.
Un pensiero va anche al marito, ancora impiegato al circolo: “Se siamo preoccupati? Sì, un po’ sì”. La vicenda è ancora aperta. Sarà il giudice a decidere come stanno davvero le cose. Intanto, tra le mura del Canottieri Roma si respira un clima teso, segnato da rapporti incrinati e da una lunga attesa per una decisione definitiva.
