Napoli celebra la terza edizione del prestigioso premio Carlo Missaglia

Napoli celebra la terza edizione del prestigioso premio Carlo Missaglia

Napoli celebra la terza edizione del prestigioso premio Carlo Missaglia

Giada Liguori

Dicembre 2, 2025

Napoli, 2 dicembre 2025 – Giovedì 11 dicembre, alle 17:45, la sede dell’Unione Industriali di Napoli farà da cornice alla terza edizione del Premio Carlo Missaglia. Negli ultimi anni questa manifestazione è diventata un punto di riferimento per chi ama la cultura e la musica napoletana. L’evento, promosso da Progetto Itaca Napoli insieme alla Famiglia Missaglia, nasce per ricordare e celebrare Carlo Missaglia: musicista, musicologo, narratore della canzone partenopea, ma anche autore, attore, regista, scrittore, subacqueo e giornalista. Un uomo che, come sottolineano gli organizzatori, ha saputo attraversare mondi diversi, lasciando un segno profondo nella storia recente della città.

Un premio che illumina Napoli nel mondo

Il Premio Carlo Missaglia è nato per dare riconoscimento a chi, con il proprio lavoro, ha portato in alto il nome di Napoli oltre i suoi confini. Per il 2025, il premio sarà assegnato dal Comitato scientifico e di valutazione, formato da Maurizio de Giovanni, Stefano Valanzuolo, Alessandra Bocchino, Gino Aveta, Depsa e Sara Missaglia. Le sculture-premio, creazioni originali dello scultore Renzo Bighetti, saranno consegnate a tre grandi nomi: il maestro Peppe Vessicchio, il maestro Antonio Campanella e Pasquale Scialò.

Il nome di Peppe Vessicchio – celebre direttore d’orchestra e arrangiatore – era stato confermato già da mesi. La sua partecipazione ha suscitato entusiasmo sia nel Comitato sia nella famiglia Missaglia, che hanno voluto sottolineare “la profonda stima e l’affetto” per una carriera dedicata alla valorizzazione della musica napoletana. Vessicchio, dal canto suo, ha scelto personalmente le musiche che accompagneranno la cerimonia.

Un libro per ripercorrere la vita di Missaglia

In occasione della terza edizione del premio, sarà presentato anche il volume “Carlo Missaglia – Oltre la musica, il giornalismo”, una raccolta di alcuni dei suoi articoli più importanti. Il libro si apre con una nota del direttore del quotidiano Roma, Antonio Sasso, che ricorda così la poliedricità di Missaglia: “C’è un tempo per suonare e un tempo per raccontare – scrive Sasso – e Carlo Missaglia ha saputo fare entrambe le cose, con passione e rigore, con arte e mestiere. Chitarrista raffinato, solista apprezzato in Italia e all’estero, ha attraversato la scena musicale napoletana con discrezione e profondità. Poi, quando le dita si sono allentate sulle corde, ha preso la penna. E dalla fine degli anni Novanta, con sorprendente puntualità e una scrittura colta e ironica, ha cominciato a raccontare sul Roma la storia della canzone napoletana”.

Il volume è arricchito dalla prefazione di Maurizio de Giovanni, vincitore del premio nel 2023, e dalla postfazione del giornalista Romolo Acampora. In quarta di copertina spicca una poesia dedicata a Missaglia da Depsa, vincitore dell’edizione 2024.

Una serata tra musica e memoria

L’11 dicembre sarà una serata che mette insieme generazioni diverse di artisti e appassionati. La scelta della sede – l’Unione Industriali di Napoli, in via Medina – non è casuale: un luogo simbolo di una città che da sempre lega cultura e impresa. Gli organizzatori annunciano la presenza di molti ospiti del mondo musicale e culturale partenopeo.

Il Premio Carlo Missaglia non è solo un riconoscimento personale: è anche un’occasione per riflettere sull’importanza della tradizione musicale napoletana e sulla necessità di farla conoscere alle nuove generazioni. “La musica napoletana è patrimonio di tutti”, spiega uno dei membri del Comitato scientifico. “Premiare chi la difende e la rinnova vuol dire investire nel futuro di Napoli”.

Il ricordo di un uomo dalle mille sfaccettature

Carlo Missaglia, scomparso nel 2019, viene ricordato da amici e colleghi come una persona capace di unire mondi diversi: dalla musica al giornalismo, dal teatro alla scrittura. “Era uno che sapeva ascoltare”, racconta un ex collaboratore. “E solo dopo interveniva, sempre con una battuta o una riflessione mai scontata”.

Il premio che porta il suo nome vuole essere questo: un invito a non dimenticare chi ha raccontato Napoli con passione e intelligenza. E a continuare a farlo, ogni giorno, tra le note di una canzone o le righe di un articolo.