Roma, 2 dicembre 2025 – Il futuro dell’ex Ilva torna sotto i riflettori nel dibattito istituzionale. Dopo gli incontri di venerdì scorso al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), il ministro Adolfo Urso ha convocato una nuova serie di tavoli con le Regioni e gli enti locali coinvolti. L’obiettivo, dicono fonti ministeriali, è aprire un confronto stabile e diretto con i territori che ospitano gli stabilimenti siderurgici, soprattutto a Taranto e Genova, ma anche in Piemonte.
Rilancio ex Ilva, un calendario serrato di incontri
Il Mimit ha reso noto che i nuovi appuntamenti si terranno tra il 4 e il 5 dicembre. Si comincia giovedì mattina, alle 9, con un tavolo dedicato alle istituzioni piemontesi. Attesi i rappresentanti della Regione Piemonte e dei Comuni di Novi Ligure e Racconigi. Venerdì 5 dicembre si terranno due incontri: alle 10 toccherà a Regione Liguria e Comune di Genova, mentre alle 12 sarà la volta della delegazione pugliese, con la partecipazione della Regione Puglia e dei Comuni di Taranto e Statte.
Il ministro Urso ha spiegato che “questi tavoli mirano a definire le migliori condizioni per il rilancio del gruppo siderurgico”, sottolineando la necessità di valutare “ulteriori investimenti produttivi nelle aree disponibili”. Coinvolgere direttamente le amministrazioni locali nasce dalla consapevolezza che la questione dell’ex Ilva non riguarda solo la produzione industriale, ma anche la tenuta sociale ed economica delle comunità coinvolte.
Investimenti e lavoro: le priorità sul tavolo
Al centro dei colloqui, dicono fonti ministeriali, ci sono due temi chiave: garantire nuovi investimenti produttivi e tutelare i posti di lavoro. A Taranto, dove lo stabilimento resta uno dei poli industriali più importanti del Sud, la questione ambientale si intreccia con quella del lavoro. “Non possiamo permetterci di perdere un asset strategico come l’ex Ilva”, confida un amministratore locale pugliese, che chiede “risposte chiare sul futuro degli impianti e sulle bonifiche”.
A Genova, invece, le preoccupazioni riguardano soprattutto la continuità produttiva e il mantenimento delle competenze. “Il sito di Cornigliano ha una storia lunga e complessa”, ricorda un funzionario regionale ligure. “Serve un piano industriale credibile, che tenga conto delle caratteristiche del territorio”.
Un confronto unitario per superare le divisioni
Dopo i tavoli territoriali, la road map del Mimit prevede un momento di confronto comune nella settimana successiva. In quell’occasione – spiegano dal ministero – saranno presenti i rappresentanti di tutte le istituzioni locali coinvolte. L’intento è arrivare a una posizione condivisa sulle strategie per rilanciare il gruppo siderurgico.
Il percorso non sarà facile. Negli ultimi mesi, le tensioni tra governo centrale, enti locali e sindacati sono emerse più volte, soprattutto sulla gestione delle crisi aziendali e sul futuro dell’occupazione. Eppure, fonti vicine al dossier raccontano che il clima degli ultimi incontri è stato “più costruttivo rispetto al passato”. Solo allora si potrà capire se dalle parole si passerà ai fatti.
Il peso delle scelte sulle comunità
Intanto, nei territori cresce l’attesa. A Taranto, dove la presenza dell’ex Ilva segna da decenni la vita della città, i sindacati chiedono garanzie concrete: “Non bastano promesse – dice un delegato Fiom – servono investimenti veri e tempi certi”. A Novi Ligure e Racconigi, realtà più piccole ma non meno coinvolte, si segue con attenzione l’esito dei tavoli: “Ogni decisione presa a Roma ha ricadute dirette sulle nostre comunità”, spiega il sindaco di Novi Ligure.
Il prossimo ciclo di incontri è dunque una tappa decisiva per il futuro della siderurgia italiana. Le istituzioni locali chiedono ascolto e risposte rapide. Il governo promette dialogo e impegno. Resta da vedere se questa volta il confronto porterà davvero a una svolta per l’ex Ilva e per i territori che da anni attendono segnali concreti.
