Vandalismo in sinagoga: la procura di Roma avvia un’inchiesta per odio razziale

Vandalismo in sinagoga: la procura di Roma avvia un'inchiesta per odio razziale

Vandalismo in sinagoga: la procura di Roma avvia un'inchiesta per odio razziale

Matteo Rigamonti

Dicembre 2, 2025

Roma, 2 dicembre 2025 – Nella notte tra domenica e lunedì, la sinagoga Beth Michael, nel cuore di Monteverde Vecchio, all’interno di villa Pamphili, è stata presa di mira da vandali. Sui muri sono comparse scritte offensive e la targa dedicata a Stefano Gaj Tachè, il bimbo di due anni ucciso nell’attentato del 9 ottobre 1982, è stata imbrattata con vernice nera. La Procura di Roma, guidata dal procuratore Francesco Lo Voi, ha aperto un fascicolo per danneggiamento aggravato dall’odio razziale e ora aspetta la prima informativa della Digos.

Scritte e targa imbrattate: le indagini partono all’alba

La segnalazione è arrivata intorno alle 7 di lunedì mattina. Alcuni residenti hanno notato la scritta “Palestina Libera” dipinta con vernice nera sui muri esterni della sinagoga. Poco lontano, anche la targa in memoria di Stefano Gaj Tachè, posta all’ingresso, è stata rovinata. Sul posto sono arrivati gli agenti della Digos e della polizia scientifica, che hanno raccolto le prime prove e fatto i rilievi fotografici.

Gli investigatori stanno ora passando al setaccio le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. “Cerchiamo di risalire ai colpevoli”, ha detto un funzionario della Questura. Il gesto è probabilmente avvenuto tra le 2 e le 5 del mattino. Al momento, nessuno ha visto nulla. Solo qualche abitante che, uscendo per portare fuori il cane o per andare al lavoro, ha scoperto le scritte e il danno.

La comunità e le istituzioni: reazioni dure e richieste di risposta

L’episodio ha scosso profondamente la comunità ebraica romana. Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, ha definito il gesto “un atto vile che colpisce non solo noi, ma tutta la città”. Ha chiesto “una reazione forte da parte delle istituzioni” e ha ricordato che la targa dedicata a Stefano Gaj Tachè rappresenta “una ferita ancora aperta nella nostra memoria”.

Anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha voluto esprimere la sua solidarietà: “Roma non può accettare gesti di odio e antisemitismo. Siamo e saremo sempre al fianco della comunità ebraica”, ha scritto in una nota diffusa questa mattina. Sul posto sono arrivati anche alcuni consiglieri municipali e rappresentanti delle associazioni locali.

Stefano Gaj Tachè, il ricordo di una tragedia che non si dimentica

La targa imbrattata ricorda Stefano Gaj Tachè, il più piccolo tra le vittime dell’attentato terroristico dell’ottobre 1982 contro la sinagoga maggiore di Roma. Quel giorno un gruppo armato sparò contro i fedeli radunati per la festa di Simchat Torah. Stefano, solo due anni, fu ucciso. Altre 37 persone rimasero ferite. Da allora, la sua memoria è diventata un simbolo della lotta contro l’antisemitismo nella Capitale.

“Colpire quella targa significa colpire la memoria di tutti noi”, ha detto, visibilmente commosso, un anziano che frequenta la sinagoga Beth Michael. “Non sono solo delle scritte: è un attacco a ciò che rappresentiamo”.

Ipotesi aperte, le indagini non si fermano

Gli investigatori non escludono nessuna pista. La presenza della scritta sulla Palestina fa pensare a un gesto con motivazioni politiche legate alle tensioni internazionali degli ultimi mesi. Ma la Procura, per ora, mantiene il massimo riserbo: “Stiamo valutando ogni elemento”, ha spiegato una fonte vicina alle indagini. La Digos sta sentendo testimoni in zona e controlla se ci sono collegamenti con altri episodi simili registrati in città nelle ultime settimane.

La sinagoga Beth Michael, intanto, resta aperta. “Non ci facciamo intimidire”, ha detto uno dei responsabili del luogo di culto. Per questa sera alle 19 è stata organizzata una preghiera collettiva proprio davanti alla targa imbrattata.

La Procura attende ora il rapporto completo della Digos per decidere come andare avanti. Questo episodio riporta sotto i riflettori la sicurezza dei luoghi di culto e la necessità – sottolineata da più parti – di combattere con forza ogni forma di odio razziale in città.