Accordo in vista con le banche: niente nuovo aumento dell’Irap

Accordo in vista con le banche: niente nuovo aumento dell'Irap

Accordo in vista con le banche: niente nuovo aumento dell'Irap

Giada Liguori

Dicembre 3, 2025

Roma, 3 dicembre 2025 – Nelle ultime ore, il governo e le principali banche italiane sembrano aver trovato un’intesa sulla manovra finanziaria in discussione a Palazzo Chigi. Fonti vicine al dossier raccontano che l’accordo, definito nella tarda serata di ieri, prevede la cancellazione dell’ulteriore aumento dello 0,5% dell’Irap per gli istituti di credito, una misura che aveva acceso forti dubbi nel settore. Allo stesso tempo, si sta cercando una soluzione anche per il comparto delle assicurazioni, con trattative in corso e un clima descritto come “sereno” dagli addetti ai lavori.

Manovra finanziaria: si va verso la stretta finale

Negli ultimi giorni, la trattativa tra governo e banche si è fatta più intensa, soprattutto dopo che l’ipotesi di un nuovo aumento dell’Irap aveva scatenato proteste tra gli operatori. “Era una misura troppo pesante”, ha spiegato un dirigente di un grande istituto, sottolineando come la pressione delle associazioni di categoria – in particolare l’Abi – abbia giocato un ruolo decisivo. Il compromesso raggiunto prevede che, rinunciando all’aumento dell’imposta regionale sulle attività produttive, le banche accettino una riduzione più netta delle deducibilità delle perdite pregresse. In pratica, dovranno rinunciare a parte dei vantaggi fiscali legati alle perdite degli anni passati, accettando un sacrificio diverso ma considerato più sostenibile.

Assicurazioni: trattative in chiusura

Sul fronte delle assicurazioni, la situazione è meno complicata. Le interlocuzioni tra governo e grandi compagnie – Generali, Unipol, Allianz e altre – sono andate avanti anche questa mattina. “Il dialogo è continuo e costruttivo”, racconta una fonte del Ministero dell’Economia. L’obiettivo è trovare un equilibrio tra le esigenze di bilancio dello Stato e la necessità di non mettere troppo sotto pressione un settore già alle prese con margini stretti e una concorrenza internazionale sempre più agguerrita. Chi segue da vicino il dossier parla di un accordo possibile già nelle prossime ore, forse entro domani.

Reazioni e prossimi passi

La notizia dell’intesa sulla manovra è stata accolta con sollievo dalle banche. “Abbiamo raggiunto un risultato importante per la stabilità del sistema”, ha commentato a caldo un rappresentante dell’Abi, ricordando come la cancellazione dell’aumento dell’Irap eviti un nuovo peso sui bilanci degli istituti. Restano però alcune incertezze su come verrà applicata la stretta sulle deducibilità: i dettagli tecnici saranno definiti nei prossimi giorni, probabilmente con emendamenti alla legge di bilancio che ora è all’esame della Camera.

Conti pubblici e imprese: quale impatto?

Dal punto di vista dei conti pubblici, rinunciare all’aumento dell’Irap significa un mancato introito stimato intorno ai 400 milioni di euro per il 2025, secondo le prime stime del Ministero dell’Economia. Tuttavia, il taglio più severo alle deducibilità dovrebbe compensare almeno in parte questa perdita. Per le banche, il compromesso vuol dire rivedere alcune strategie fiscali senza però intaccare la redditività corrente. Le imprese clienti seguono con attenzione: “Un sistema bancario solido è fondamentale per l’accesso al credito”, ha ricordato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi.

Politica e tempi stretti: la corsa contro il tempo

Il confronto tra governo e settore finanziario arriva in un momento delicato per la maggioranza. La legge di bilancio deve essere approvata entro fine anno, altrimenti si rischia l’esercizio provvisorio. “Stiamo lavorando senza sosta per chiudere tutti i capitoli aperti”, ha detto ieri sera il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sottolineando che la priorità resta garantire stabilità e prevedibilità all’economia. Solo quando gli accordi saranno ufficiali si potrà capire se la manovra sarà davvero in grado di tenere insieme i conti pubblici e la solidità del sistema produttivo.