Roma, 3 dicembre 2025 – Il settore audiovisivo italiano è oggi a un punto di svolta decisivo. Da una parte, c’è la necessità di difendere un’identità forte; dall’altra, la sfida di tenere il passo in un mercato globale sempre più affollato. È questo il quadro emerso stamattina a Milano, durante la presentazione dell’Annuario della TV 2025, realizzato dal Certa – Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica.
Chiara Sbarigia, presidente di APA (Associazione Produttori Audiovisivi), ha ricordato che “contare significa capire”. Solo con dati concreti si può combattere la disinformazione che rischia di mettere in ombra il settore agli occhi di pubblico e istituzioni.
I dati che fanno la differenza e la difesa del prodotto italiano
Per Sbarigia, le ricerche di settore sono uno strumento fondamentale per muoversi in un mondo mediatico che cambia rapidamente. “Serve proteggere l’offerta audiovisiva italiana, soprattutto quella gratuita e i grandi eventi”, ha detto davanti a una platea di produttori, accademici e rappresentanti istituzionali.
Un punto cruciale, soprattutto se si guarda ai risultati di alcune produzioni recenti: nel 2024, la serie “Il Conte di Montecristo” (Palomar) e “Sandokan” (Lux Vide) hanno fatto il botto. Quest’ultima ha raggiunto il 33,9% di share, superando i sei milioni di spettatori. Numeri che dimostrano, secondo Sbarigia, come i contenuti originali italiani riescano ancora ad attirare il pubblico e siano un pilastro dell’offerta gratuita.
Investimenti pubblici e il ruolo chiave della Rai
Sul fronte degli investimenti pubblici, però, la situazione resta critica. “L’Italia investe meno di tutti in Europa: 2,7 miliardi contro i 6 miliardi di Regno Unito e Francia e gli 8 miliardi della Germania”, ha sottolineato Sbarigia. Una differenza che pesa e limita la crescita del settore.
In questo scenario, il ruolo della Rai è fondamentale. Il canone e il sostegno al pluralismo culturale sono indispensabili. Ma non basta. Anche le piattaforme straniere che puntano sull’Italia – da Netflix in giù – devono fare la loro parte per mantenere un equilibrio sano.
Il settore cresce, ma la sfida resta aperta
Nonostante le difficoltà, l’ultimo rapporto APA porta qualche buona notizia: il settore è in crescita, con un aumento dei ricavi pubblicitari. La filiera non crea solo valore economico, ma anche culturale e sociale. “La concorrenza internazionale è spietata – ha ammesso Sbarigia – e le decisioni di oggi saranno decisive per il futuro”. Insomma, senza interventi decisi, l’Italia rischia di perdere terreno rispetto ai rivali europei.
Competere con l’Europa: una sfida dura
Il confronto con gli altri Paesi è impietoso. In Germania, gli investimenti pubblici superano gli 8 miliardi di euro; in Francia e Regno Unito si aggirano intorno ai 6 miliardi. L’Italia è ferma a meno della metà. Eppure, grazie a produzioni come “Sandokan” e “Il Conte di Montecristo”, il nostro settore dimostra di poter reggere il confronto anche fuori dai confini nazionali.
“APA farà la sua parte per valorizzare e sostenere questo settore strategico”, ha concluso Sbarigia.
Uno sguardo al futuro
L’Annuario della TV 2025 ha offerto un quadro chiaro delle tendenze in corso: dalla crescita della domanda di contenuti originali italiani alla necessità di rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato. Solo così – hanno ribadito i relatori – si potrà costruire un futuro solido per un settore che è non solo un motore economico, ma anche un presidio culturale per il Paese.
In sala, tra i presenti, si respirava un senso di urgenza: non si può sprecare questa occasione per rilanciare davvero l’audiovisivo italiano.
