Frodi e istituzioni Ue: l’incredibile arresto di Federica Mogherini in Belgio

Frodi e istituzioni Ue: l'incredibile arresto di Federica Mogherini in Belgio

Frodi e istituzioni Ue: l'incredibile arresto di Federica Mogherini in Belgio

Matteo Rigamonti

Dicembre 3, 2025

Bruxelles, 3 dicembre 2025 – Federica Mogherini, ex ministra degli Esteri italiana e già Alta rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, è stata fermato questa mattina in Belgio nell’ambito di un’indagine su una presunta frode legata all’uso di fondi Ue. Il blitz della polizia federale belga, su richiesta della Procura europea, ha coinvolto anche due altri dirigenti di spicco: Stefano Sannino, ex segretario generale del Servizio d’azione esterna Ue (Eeas), e un dirigente del Collegio d’Europa. Le operazioni sono scattate all’alba tra Bruxelles e Bruges, con perquisizioni nelle sedi istituzionali e in alcune abitazioni private.

Blitz all’alba tra Bruxelles e Bruges: polizia in azione negli uffici Ue

Secondo quanto ricostruito da Euractiv e confermato da fonti giudiziarie belghe, intorno alle 7.30 la polizia ha fatto irruzione nella sede dell’Eeas in Rue d’Arlon 62, nel cuore del quartiere europeo di Bruxelles. Una decina di agenti in borghese ha chiesto al personale di uscire dall’edificio, lasciando aperti uffici, armadi e cassetti. Contemporaneamente, un altro gruppo ha raggiunto il Collegio d’Europa a Bruges, dove Mogherini è rettrice dal 2020. Le perquisizioni hanno riguardato anche alcune abitazioni private legate ai dirigenti indagati.

Le indagini, coordinate dalla Procura europea (Eppo) con l’aiuto dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf), cercano di capire se tra il 2021 e il 2022 ci sia stato un uso scorretto di fondi Ue. Nel mirino c’è un appalto pubblico per la creazione della nuova Accademia diplomatica europea, un programma di formazione annuale finanziato dal servizio diplomatico Ue e poi affidato proprio al Collegio d’Europa.

Frode e conflitti d’interesse: cosa ipotizzano gli investigatori

Il quotidiano belga Le Soir riporta che tra i fermati ci sono Mogherini, Sannino e un terzo dirigente del Collegio. Gli inquirenti sospettano che alcuni responsabili abbiano avuto accesso anticipato a informazioni riservate sulla gara d’appalto per gestire l’Accademia diplomatica europea. Nel fascicolo spicca anche l’acquisto, nel 2022, di un immobile a Bruges da parte del Collegio per 3,2 milioni di euro. L’edificio è stato destinato a ospitare gli studenti dell’Accademia poco prima che l’Eeas indicasse una gara, vinta poi dal Collegio stesso, per un finanziamento da 654mila euro.

La portavoce della Commissione Ue ha confermato che alcuni uffici dell’esecutivo europeo sono stati perquisiti, aggiungendo che i fatti contestati risalgono al mandato precedente della Commissione guidata da Ursula von der Leyen. “Sono indagini in corso su attività svolte negli anni passati”, ha detto senza entrare nel dettaglio dei nomi coinvolti.

Silenzio e tensione: le prime reazioni

Dopo il blitz, nessuna dichiarazione ufficiale è arrivata da Federica Mogherini o dai suoi avvocati. Fonti vicine all’ex ministra hanno fatto sapere che la rettrice del Collegio d’Europa “sta collaborando con le autorità” e “confida che tutto si chiarirà”. Anche Stefano Sannino, oggi direttore generale per il Medio Oriente, il Golfo e il Nord Africa alla Commissione europea, non ha commentato.

La notizia ha subito acceso il clima negli ambienti diplomatici europei. Un funzionario dell’Eeas, contattato da alanews.it, ha descritto la situazione a Rue d’Arlon come “tesa”. “La polizia ci ha chiesto di lasciare tutto aperto e uscire senza spiegazioni. Nessuno capiva cosa stava succedendo”. Dalle prime ricostruzioni, i fermi sono serviti per permettere agli investigatori di fare interrogatori approfonditi sulle procedure degli appalti.

Il futuro dell’indagine: documenti sotto la lente

Ora la Procura europea si concentra sui documenti sequestrati durante le perquisizioni. L’obiettivo è capire se ci siano state violazioni delle regole di gara e se emergano tracce di corruzione o conflitti d’interesse tra i dirigenti coinvolti.

In una nota diffusa nel pomeriggio, l’Eppo ha parlato di “forti sospetti” sulla regolarità delle procedure. La Commissione Ue ha ribadito la propria collaborazione con le autorità belghe e con l’Olaf. Per ora, oltre ai fermi per interrogatorio, non ci sono altri provvedimenti restrittivi.

La vicenda è ancora in pieno sviluppo. Nei prossimi giorni sono attese nuove verifiche sugli appalti e sulle modalità di assegnazione dei fondi europei per la formazione diplomatica. Solo allora – spiegano fonti giudiziarie – sarà possibile chiarire con precisione eventuali responsabilità penali o amministrative.