Gullotta: gli attori in crisi, ridotti a semplici jingle

Gullotta: gli attori in crisi, ridotti a semplici jingle

Gullotta: gli attori in crisi, ridotti a semplici jingle

Giada Liguori

Dicembre 3, 2025

Roma, 3 dicembre 2025 – La crisi degli attori italiani è stata al centro dell’assemblea convocata oggi al Teatro Quirino di Roma dal Raai, il Registro Attrici Attori Italiani guidato da Raffaele Buranelli. All’incontro, trasmesso anche in streaming, hanno partecipato circa 150 artisti, tra cui nomi come Laura Morante, Leo Gullotta, Massimo Wertmuller, Anna Ferruzzo, Maddalena Crippa, Luca Ward e Gianmarco Tognazzi. Il tema? Le difficoltà che stanno travolgendo la categoria. Sul tavolo, questioni calde: pensioni a rischio, tagli ai fondi, meno lavoro, stipendi bassi e le nuove sfide legate all’intelligenza artificiale.

Pensioni a rischio: la bomba che scoppia tra gli attori

Il dibattito si è aperto subito con il problema delle pensioni. Dopo una recente sentenza della Cassazione, ha spiegato Buranelli, “i contributi necessari per l’anno pensionistico devono essere versati nell’anno stesso, altrimenti si perdono”. Una regola che ha spinto l’Inps a chiedere indietro soldi già dati e tassati a centinaia di artisti. “Siamo fermi, è una tragedia”, ha detto Gullotta dal palco. “Molti colleghi hanno cambiato mestiere o non riescono più a trovare lavoro. L’unica via è partecipare e agire insieme, ma tanti hanno paura”.

I dati raccolti dal Raai raccontano un quadro duro: l’89% degli attori non riesce a raggiungere i requisiti per la pensione. Solo il 19% si mantiene con questo lavoro, mentre appena l’11% riesce a sostenere anche la famiglia. Numeri che smontano l’immagine del “divo” ricco e famoso, che riguarda meno dell’1% della categoria.

Attori isolati e dimenticati: la sfida della rappresentanza

“Ci stanno distruggendo come categoria”, ha lanciato Luigi Di Fiore. “Senza capire che così si colpisce anche l’identità stessa del Paese”. Il senso di abbandono è diffuso: il 98% degli intervistati pensa che la politica non ascolti le esigenze degli attori; il 92% è dello stesso avviso sui sindacati. “Siamo bravi solo quando ci invitano alle loro feste”, ha aggiunto Gullotta. “Ci riducono a semplici spot pubblicitari. È un momento drammatico”.

Domenico Fortunato ha rilanciato l’urgenza di “rappresentarci da soli”, invitando tutte le associazioni del settore – attori, maestranze, cantanti, ballerini, agenti – a unirsi per difendere i diritti fondamentali: “Non conta se sei di destra o sinistra, dobbiamo fare squadra, magari creando un sindacato tutto nostro”.

Uniti o divisi? La fatica di fare fronte comune

Uno dei problemi più grandi resta la difficoltà degli attori italiani a “fare gruppo”, come accade in altri Paesi europei. Gianmarco Tognazzi non ha nascosto la sua amarezza: “Mi vergogno della nostra categoria, che si muove solo quando viene colpita in prima persona”. Anna Ferruzzo ha sottolineato quanto sia “fondamentale che anche i nomi più noti si schierino, per dare più forza a questa battaglia”.

Il movimento #siamoaititolidicoda ha espresso “profonda preoccupazione e indignazione” per le nuove incertezze legate alla legge di Bilancio. Secondo loro, queste misure rischiano di “mandare definitivamente in crisi un intero settore”. Il calo delle opportunità si somma alle sfide dell’intelligenza artificiale, un campo ancora tutto da regolamentare.

Un mestiere che chiede rispetto

Il quadro emerso oggi al Quirino è quello di una professione in crisi profonda, messa in difficoltà da una percezione sbagliata e da una divisione interna che rende complicata ogni forma di tutela collettiva. “Dobbiamo riprenderci la dignità di questo mestiere”, ha ribadito Gullotta. Eppure, tra le poltrone rosse del teatro romano, si è sentito anche un segnale di voglia di reagire. Solo così – forse – qualcosa potrà davvero cambiare per chi vive di palcoscenico e set.