Il confessionale di Bologna che divide: avanguardia o bagno chimico?

Il confessionale di Bologna che divide: avanguardia o bagno chimico?

Il confessionale di Bologna che divide: avanguardia o bagno chimico?

Matteo Rigamonti

Dicembre 3, 2025

Bologna, 3 dicembre 2025 – Un nuovo confessionale ha fatto il suo ingresso nella chiesa di Santa Maria della Carità, proprio nel cuore di Bologna, scatenando un acceso dibattito tra fedeli e amanti dell’arte. L’opera, inaugurata all’inizio dell’autunno per volontà del parroco don Davide, si trova esattamente sotto la celebre “Crocifissione e santi” di Annibale Carracci, risalente al 1583.

Ma è la sua forma a far parlare: un monolite nero lucido che molti parrocchiani hanno bollato come “un bagno chimico”. Le reazioni sono state forti e contrastanti, con richieste di rimozione che non sono tardate ad arrivare.

Confessionale “spacca” la comunità

A pochi giorni dal termine del restauro della chiesa, il nuovo confessionale – alto, scuro e con superfici riflettenti – ha subito attirato gli sguardi. I fedeli non hanno nascosto il loro disappunto, sia in chiesa sia sui social. “Sembra un frigorifero”, ha scritto qualcuno su Facebook. Un altro ha commentato: “Un bagno chimico, non ha niente a che vedere con la chiesa”.

Le critiche hanno coinvolto anche il Comitato per Bologna storica e artistica, che ha definito l’installazione “incompatibile con il contesto storico della cappella”, aggiungendo che “oscura il quadro e offende la memoria del Carracci”.

Non sono mancate azioni concrete: alcuni cittadini hanno annunciato un esposto alla Soprintendenza, chiedendo un intervento per la rimozione forzata. La questione è uscita dai confini della parrocchia e si è trasformata in un caso cittadino.

Don Davide risponde: “Un’opera d’avanguardia”

Di fronte alle proteste, il parroco don Davide, alla guida della comunità da tre anni, ha deciso di spiegare apertamente le sue ragioni. “Il rivestimento esterno, scuro e lucido, crea un effetto specchiato”, ha detto durante l’omelia domenicale. “Chi si avvicina al sacramento può prima guardarsi dentro, riflettere su se stesso”.

Per don Davide, il confessionale non è solo un oggetto funzionale, ma un invito a una riflessione personale più profonda.

Dentro, il confessionale è dotato di riscaldamento, ventilazione e insonorizzazione. Le sedute sono disposte una di fronte all’altra, in una geometria che – spiega il parroco – “riproduce il movimento di un abbraccio”. Un dettaglio pensato per rendere più accogliente il momento della confessione.

Tra tradizione e modernità: il nodo resta

Nonostante le spiegazioni, molti fedeli restano scettici. Il contrasto tra il confessionale moderno e la cappella classica è evidente. E ancora di più perché l’opera si trova proprio sotto il dipinto del Carracci, uno dei gioielli del Seicento bolognese.

Don Davide però insiste sul valore simbolico della scelta: “Oggi guardiamo al Carracci come a un classico”, ha detto ai parrocchiani dopo la messa delle 11. “Ma in realtà fu un artista di rottura, un innovatore, soprattutto nel modo in cui usa la luce in questa Crocifissione. A molti non piacque all’epoca”.

Il paragone tra l’artista del Seicento e il nuovo arredo sacro non ha convinto tutti. Ma nelle parole del parroco si legge la volontà di aprire un dialogo tra passato e presente, tra tradizione e novità.

La città si divide, il futuro resta incerto

Nel frattempo, la discussione si è allargata ben oltre la chiesa. Nei bar di via San Felice, dove si trova Santa Maria della Carità, la questione è diventata un tema caldo. “Non capisco perché cambiare ciò che funziona”, dice una signora all’uscita della messa delle 18. Altri invece apprezzano la scelta: “Almeno si prova a fare qualcosa di diverso”.

Secondo fonti vicine alla parrocchia, la Soprintendenza non ha ancora preso una posizione ufficiale sull’esposto annunciato dai cittadini. Per ora, il confessionale resta al suo posto: nero, lucido e silenzioso, sotto lo sguardo antico del Carracci. Toccherà alla città decidere se accettare questa nuova presenza o chiedere che venga tolta.