Jodie Foster: la psicanalista che incarna forza e vulnerabilità

Jodie Foster: la psicanalista che incarna forza e vulnerabilità

Jodie Foster: la psicanalista che incarna forza e vulnerabilità

Giada Liguori

Dicembre 3, 2025

Roma, 3 dicembre 2025 – Dal prossimo 11 dicembre arriverà nelle sale italiane “Vita privata”, la nuova commedia thriller con sfumature psicanalitiche firmata da Rebecca Zlotowski e con una intensa Jodie Foster protagonista. La storia, ambientata a Parigi, segue Lilian Steiner, una psicanalista americana che, dopo la morte improvvisa di una sua paziente, comincia a sospettare che non si tratti di un caso di morte naturale. Da quel momento, la sua vita privata e professionale si intrecciano in un’indagine che la costringerà a mettere in discussione se stessa, il rapporto col marito e quello più fragile con il figlio.

Thriller d’autore tra Hitchcock e Woody Allen

Rebecca Zlotowski, già conosciuta per “Un’estate con Sofia” e “I figli degli altri”, ha raccontato che il progetto nasce da due passioni: “Lavorare con Jodie Foster” e l’idea di usare il titolo “Vita privata”, ispirato al film di Louis Malle degli anni Sessanta. La scelta di Foster, attrice americana che parla perfettamente il francese, è stata quasi naturale: “Se sei una regista francese e hai un personaggio che può essere interpretato da Jodie Foster, questo basta da solo a fare un film”, ha detto Zlotowski durante la presentazione.

Il film segue due strade parallele: da un lato l’indagine sulla morte di Paula (Virginie Efira), una paziente tormentata e fragile; dall’altro il percorso interiore di Lilian, alle prese con le proprie paure e insicurezze. Il marito di Paula, interpretato da Mathieu Amalric, guarda con diffidenza la psicanalista, aggiungendo tensione e ambiguità alla storia. Il ritmo ricorda i colpi di scena di Hitchcock e l’atmosfera noir delle commedie di Woody Allen, in particolare “Misterioso omicidio a Manhattan”.

Jodie Foster: la sfida della lingua e della fragilità

A 63 anni, Jodie Foster torna in un ruolo complesso. L’attrice, con due Oscar e quattro Golden Globe alle spalle, si cala nei panni di una donna che, pur studiando la mente degli altri, deve fare i conti con la propria. “Quando ti capita una sceneggiatura che ti colpisce – ha raccontato Foster – inizi a farti domande sui personaggi. Perché questa donna non sta più con suo marito? Cos’è successo davvero? Solo così i personaggi cominciano a mostrarsi”.

Nel film, Foster recita interamente in francese. Una sfida che lei stessa definisce “enorme”: “Volevo sognare in francese, essere spontanea, improvvisare. Sentire davvero le emozioni quando qualcuno mi parlava”, ha spiegato l’attrice, che ha studiato al liceo francese di Los Angeles e non ha mai smesso di usare la lingua. “Trovo interessante che il mio personaggio, pur forte, sia molto insicuro e nervoso. Alcune di queste sensazioni nascono dal fatto che non controllo completamente la lingua. E questa vulnerabilità si vede sullo schermo”.

Un cast internazionale per una storia intima

Accanto a Foster, nel ruolo del marito separato di Lilian, c’è Daniel Auteuil, figura solida che contrasta con l’irrequietezza della protagonista. Il rapporto con il figlio, interpretato da Vincent Lacoste, aggiunge un livello in più di tensione emotiva. La morte di Paula diventa così il punto di partenza per riflettere su perdita, identità e legami familiari.

Zlotowski, regista francese con origini ebraico-polacche e marocchine, ha costruito un film che scava nelle zone oscure della vita privata: “Il titolo parla di un’aggressione all’intimità – ha detto – ma anche della sensazione di essere privati di qualcosa”. La pellicola oscilla tra thriller psicologico e commedia sofisticata, senza mai perdere di vista l’umanità dei personaggi.

Dentro la psiche di oggi

“Vita privata” arriva al cinema in un momento in cui il pubblico sembra sempre più interessato alle storie che raccontano le fragilità personali. Il film offre uno sguardo nitido sulle contraddizioni della psicanalisi moderna e sulle difficoltà di chi, per mestiere, dovrebbe aiutare gli altri a stare meglio ma si ritrova perso.

Lilian Steiner, con le sue lacrime improvvise e i silenzi pieni di tensione, diventa il simbolo di una generazione che fatica a trovare certezze. E Jodie Foster, come ha raccontato lei stessa, si è lasciata guidare dalla curiosità: “È come dare vita a un essere umano complesso, con tanti lati diversi. Ed è proprio questo il bello del fare cinema”.

L’appuntamento è per l’11 dicembre nelle sale italiane. Una storia che promette di lasciare il segno, per chi cerca nel cinema non solo intrattenimento, ma anche domande senza risposte facili.