MicroRNA: la nuova arma contro il tumore al cervello

MicroRNA: la nuova arma contro il tumore al cervello

MicroRNA: la nuova arma contro il tumore al cervello

Matteo Rigamonti

Dicembre 3, 2025

Genova, 3 dicembre 2025 – Un cocktail di 11 microRNA ha dimostrato di poter indebolire i tumori cerebrali, in particolare il temuto glioblastoma. A rivelarlo è uno studio dell’Istituto Italiano di Tecnologia pubblicato su Molecular Therapy – Nucleic Acids. La ricerca, guidata da Davide De Pietri Tonelli, segna un passo avanti nella battaglia contro uno dei tumori più difficili da combattere.

Un mix di microRNA per mettere in crisi il glioblastoma

Il gruppo dell’IIT ha messo a punto una terapia sperimentale che usa un cocktail di 11 microRNA, brevi filamenti di RNA, capaci di colpire diverse vie cellulari contemporaneamente. “Nel mondo si fanno molti studi su farmaci a RNA, ma quasi sempre si punta su un solo RNA. Così il tumore trova il modo di aggirare l’ostacolo”, spiega De Pietri Tonelli. “Con questo mix, invece, il tumore ha meno scampo perché ogni microRNA attacca su più fronti, bloccando la ripresa della crescita”.

La strategia è stata provata su cellule prese da pazienti e su modelli preclinici, con risultati interessanti: il glioblastoma rallenta e le cellule tumorali diventano più sensibili ai farmaci già in uso. Un risultato che apre nuove strade per combattere tumori cerebrali notoriamente resistenti alle terapie tradizionali.

Sinergia tra laboratori e primi segnali incoraggianti

Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Laboratorio di Neurobiologia dei miRNA, il Laboratorio di Nanotecnologie per la Medicina di Precisione e il Laboratorio di Chimica Analitica dell’IIT, insieme all’Università di Genova e all’IRCCS Policlinico San Martino. Il finanziamento arriva dalla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro.

Silvia Rancati, prima firmataria dello studio, spiega che “questi microRNA lavorano in squadra per bloccare il tumore, interrompendo anche il dialogo tra le cellule cancerose e l’ambiente che le circonda”. Secondo Rancati, la stessa tecnica potrebbe funzionare anche contro altri tipi di tumori, perché sfrutta meccanismi comuni legati all’adesione e all’invasione delle cellule malate.

Verso la sperimentazione clinica: la strada è ancora lunga

Nonostante i risultati promettenti in laboratorio, c’è ancora molta strada da fare prima di vedere questa terapia negli ospedali. Il cocktail di microRNA dovrà superare una serie di test di sicurezza ed efficacia su modelli animali più complessi, prima di poter essere provato sull’uomo. “Siamo ancora in fase preclinica”, chiarisce De Pietri Tonelli, “ma i dati finora raccolti sono un buon incentivo a continuare”.

Il glioblastoma è uno dei tumori cerebrali più aggressivi: ogni anno colpisce circa 1.200 persone in Italia e la sopravvivenza media resta sotto i due anni. Le cure attuali – chirurgia, radioterapia e chemioterapia – spesso non bastano a fermare la malattia. Per questo ogni nuova strada viene seguita con attenzione da medici e pazienti.

Ricerca traslazionale: dal laboratorio al letto del malato

Il lavoro dell’IIT si inserisce in un filone crescente di studi che cercano di usare i farmaci a RNA per colpire le cellule tumorali in modo più mirato. “La vera sfida è portare queste scoperte dal laboratorio al paziente”, ammette Rancati. Solo allora si potrà capire se questo cocktail di microRNA potrà davvero cambiare la storia del glioblastoma, e forse di altri tumori solidi.

Intanto, tra i corridoi del Policlinico San Martino e i laboratori genovesi, la speranza prende forma in dati concreti e nuovi interrogativi da esplorare.