New York, 3 dicembre 2025 – Jafar Panahi, uno dei registi iraniani più apprezzati del cinema d’autore, ha fatto incetta di premi ai Gotham Awards 2025, poche ore dopo essere stato condannato in contumacia a Teheran. La cerimonia, tenutasi lunedì sera a Manhattan, ha visto il cineasta trionfare con Un Semplice Incidente – già Palma d’Oro a Cannes – portandosi a casa i premi per miglior film internazionale, miglior regia e miglior sceneggiatura originale. Un successo che arriva in un momento delicato, segnato dalla sua lotta contro il regime iraniano e dalla sua figura simbolo della resistenza artistica.
Gotham Awards, il palco della riscossa per Panahi
I Gotham Awards, nati nel 1991, sono uno degli eventi più seguiti del cinema indipendente, sia in America sia all’estero. Sono considerati spesso l’apripista della stagione dei premi che culmina negli Oscar. Nel corso degli anni, titoli come Spotlight (2015), Moonlight (2016) e Everything Everywhere All at Once (2022) hanno trovato qui il loro primo grande riconoscimento. Quest’anno, il premio per il miglior film è andato a Una Battaglia Dietro l’Altra di P.T. Anderson. Sul fronte delle interpretazioni, i Gotham hanno premiato senza distinzioni di genere: Sopé Dìrísù per “My Father’s Shadow”, Wunmi Mosaku come miglior non protagonista in “Sinners” e Abou Sangaré come miglior esordiente in “La Storia di Souleymane”.
Panahi e la dedica ai cineasti coraggiosi
Sul palco del Cipriani Wall Street, Panahi ha voluto dedicare il primo dei suoi tre premi ai “cineasti indipendenti in Iran e nel mondo”, mettendo in luce il coraggio di chi lavora “nel silenzio, senza appoggi e, a volte, rischiando tutto ciò che ha, spinto solo dalla fede nella verità e nell’umanità”. Le sue parole hanno scatenato un lungo applauso. Più tardi, ritirando il premio per la sceneggiatura originale, ha aggiunto: “Questa dedica è un piccolo omaggio a tutti quei colleghi a cui è stato negato il diritto di vedere e di essere visti, ma che continuano a creare e a resistere”.
Condanna in Iran, il clima si fa teso
Poche ore prima della cerimonia newyorkese, un tribunale di Teheran ha condannato Panahi – già insignito del premio alla carriera all’ultima Festa del Cinema di Roma – a un anno di carcere per “attività di propaganda contro lo Stato”. La sentenza prevede anche il divieto di lasciare il paese per due anni e il divieto di associarsi a gruppi politici o sociali. La condanna è stata emessa in contumacia, mentre il regista si trovava all’estero. Non è la prima volta che Panahi si trova nei guai con la giustizia iraniana: nel 2010 era stato arrestato con l’accusa di aver sostenuto le proteste antigovernative e condannato a sei anni, di cui due mesi scontati in carcere prima di essere liberato su cauzione. Nel 2022, un nuovo arresto lo aveva portato a passare sette mesi dietro le sbarre, prima della liberazione.
Verso gli Oscar con Un Semplice Incidente
Un Semplice Incidente racconta la storia di un gruppo di vittime che scopre per caso chi è stato il loro torturatore. Il film, candidato agli Oscar dalla Francia, è dato tra i papabili per la shortlist dei migliori film internazionali. Il 16 dicembre verranno annunciati i quindici titoli selezionati, insieme a quelli per miglior film d’animazione (35 in gara) e miglior documentario (201 candidati). Le nomination ufficiali usciranno il 22 gennaio, mentre la cerimonia degli Oscar è fissata per il 15 marzo 2026.
Cinema indipendente sotto la lente
Il trionfo di Panahi ai Gotham Awards riaccende i riflettori sulle difficoltà che affrontano i registi nei paesi dove la libertà di espressione è sotto pressione. In sala, molti hanno commentato sottovoce la stretta coincidenza tra la condanna e i riconoscimenti. “Non è solo un premio artistico”, ha confidato una produttrice francese presente all’evento, “ma anche un segnale forte dal punto di vista politico”. Nel mezzo di una stagione di premi che si preannuncia intensa, la storia di Panahi resta un esempio potente di come il cinema possa intrecciarsi con la lotta per i diritti civili.
