Petrolio in ascesa: il Wti raggiunge i 58,79 dollari

Petrolio in ascesa: il Wti raggiunge i 58,79 dollari

Petrolio in ascesa: il Wti raggiunge i 58,79 dollari

Giada Liguori

Dicembre 3, 2025

Milano, 3 dicembre 2025 – Questa mattina il prezzo del petrolio ha registrato un piccolo rialzo sui principali mercati delle materie prime. Il WTI (West Texas Intermediate) per consegna a gennaio è stato scambiato a 58,79 dollari l’oncia, con un aumento dello 0,26%, mentre il Brent per consegna a febbraio ha toccato 62,58 dollari l’oncia, salendo dello 0,21%. Dietro questo movimento, secondo gli operatori, ci sono le attese sulle prossime mosse dell’OPEC+ e le tensioni sullo scenario geopolitico internazionale.

Mercati in bilico, tutti gli occhi sull’OPEC+

Nelle prime ore di contrattazione a Londra e New York si è respirata una certa prudenza. Gli esperti di Goldman Sachs sottolineano che “il mercato è su un filo”, con gli investitori che seguono con attenzione le possibili decisioni dell’OPEC+, il gruppo dei principali produttori di petrolio. Solo ieri, fonti vicine al cartello hanno lasciato intendere che si potrebbe discutere un taglio della produzione nella riunione in programma a metà dicembre. “Arabia Saudita e Russia sono al centro dell’attenzione”, ha raccontato un trader di Piazza Affari poco dopo le 9.

Geopolitica tesa e domanda che non rallenta

A spingere i prezzi ci sono anche le tensioni in alcune zone strategiche. In particolare, il Medio Oriente resta un punto caldo: secondo Reuters, nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli episodi di instabilità lungo le rotte del Golfo Persico. Ma la domanda globale di petrolio non dà segnali di cedimento. “Le scorte negli Stati Uniti sono calate più del previsto”, si legge nel report settimanale dell’EIA (Energy Information Administration) pubblicato ieri sera. Un dato che, dicono diversi osservatori, potrebbe tenere su i prezzi nelle prossime settimane.

Prezzi in salita, riflessi per famiglie e imprese italiane

L’aumento del prezzo del petrolio non resta solo una questione di mercati: arriva anche alla pompa. Secondo Nomisma Energia, ogni dollaro in più al barile si traduce in circa 1 centesimo al litro in più sui carburanti. “Se questa tendenza continua, potremmo vedere nuovi aumenti già entro la fine della settimana”, avverte Davide Tabarelli, presidente dell’istituto bolognese. Le aziende che consumano molta energia, soprattutto nei settori della logistica e dei trasporti, seguono con preoccupazione l’evolversi della situazione.

Prezzi stabili ma con margini di movimento

Gli operatori mantengono un atteggiamento cauto. Le prime previsioni raccolte tra le principali banche d’affari indicano che il prezzo dovrebbe oscillare tra 58 e 63 dollari l’oncia almeno fino a fine anno. “Molto dipenderà dalle scelte dell’OPEC+ e dalla domanda in Cina”, spiega un analista di Morgan Stanley contattato questa mattina. In Europa si guarda anche al meteo: un inverno più freddo potrebbe spingere ulteriormente la richiesta di energia.

Mercati finanziari fermi ma attenti

Sui mercati azionari europei la reazione è stata contenuta. Il titolo di Eni a Piazza Affari ha aperto in leggero rialzo (+0,3% alle 9:30), mentre anche altri big dell’energia, come TotalEnergies e BP, hanno registrato variazioni minime. Gli investitori aspettano segnali più chiari sulle strategie dei grandi produttori e sulle possibili ripercussioni sui costi industriali.

Tra incertezze e attese: cosa ci aspetta

In breve, la situazione resta incerta ma sotto controllo. Gli operatori continuano a tenere d’occhio sia i dati economici sia le tensioni geopolitiche. “Il mercato è appeso a un filo”, ha ammesso un gestore milanese poco prima delle 10. Solo nei prossimi giorni si capirà se il rialzo di oggi è l’inizio di un nuovo trend o solo una pausa nella volatilità che da mesi accompagna il mondo delle materie prime energetiche.