Roma, 3 dicembre 2025 – Per la prima volta nella sua storia, la Stazione Spaziale Internazionale ha tutti e otto i suoi porti di attracco occupati. Un piccolo record che segna un momento speciale nella vita quotidiana in orbita. La notizia arriva direttamente dalla Nasa, che ha pubblicato una nota sul proprio sito ufficiale. In questo momento, sopra le nostre teste, sono agganciate due navette Dragon di SpaceX, due capsule russe Soyuz, due cargo Progress, una navetta Cygnus e la giapponese HTV-X1.
Tutti i porti pieni: un puzzle in orbita
Dietro a questa situazione c’è una serie di manovre complesse, coordinate tra le varie agenzie spaziali. Solo una settimana fa, la navicella Cygnus è stata spostata dal suo posto originale con l’aiuto del braccio robotico Canadarm2. L’operazione, durata alcune ore e seguita in diretta dai centri di controllo, ha liberato spazio per l’arrivo della Soyuz MS-28, che ha portato a bordo nuovi membri dell’equipaggio il 27 novembre. “Abbiamo dovuto riorganizzare i veicoli per garantire sicurezza ed efficienza”, ha spiegato un portavoce della Nasa durante il briefing mattutino.
Dieci astronauti in orbita, turni serrati
Al momento sono dieci gli astronauti della Spedizione 73 a bordo. Un gruppo internazionale: tra loro il medico e pilota statunitense Jonny Kim, i cosmonauti russi Sergey Ryzhikov e Alexey Zubritsky, oltre a colleghi europei e giapponesi. Avere così tanti veicoli agganciati allo stesso tempo – ognuno con compiti diversi, dal trasporto di rifornimenti alle missioni con equipaggio – richiede un’organizzazione molto precisa. “Non è solo questione di logistica”, ha raccontato un ingegnere della Roscosmos raggiunto al telefono, “ma anche di sicurezza: ogni attracco va monitorato in tempo reale”.
Prossime partenze e rotazioni
Il prossimo appuntamento importante è l’8 dicembre. Quel giorno, l’astronauta Jonny Kim insieme ai cosmonauti Ryzhikov e Zubritsky saliranno sulla Soyuz MS-27 per tornare a Terra. Il distacco dal modulo russo Prichal è previsto nelle prime ore del mattino, ora italiana, con atterraggio nelle steppe del Kazakistan dopo circa tre ore di viaggio. “Ogni rientro è un momento delicato”, ha ricordato un responsabile della sala controllo di Mosca, “soprattutto quando la stazione è così affollata”.
Un laboratorio spaziale sempre più pieno
Avere otto veicoli agganciati contemporaneamente non è solo un dato tecnico. È anche il segno di una collaborazione internazionale che, nonostante le tensioni sulla Terra, continua a funzionare in orbita. Le navette Dragon portano astronauti e materiale scientifico dagli Stati Uniti; le capsule russe si occupano della rotazione degli equipaggi; i cargo come Progress e Cygnus consegnano cibo, acqua e strumenti per gli esperimenti. L’arrivo della giapponese HTV-X1, infine, ha dato la possibilità di testare nuove tecnologie per il rifornimento automatico.
Il futuro della ISS tra scienza e diplomazia
Mentre si discute del destino della Stazione Spaziale Internazionale oltre il 2030, episodi come questo mostrano quanto la piattaforma orbitale resti fondamentale per la ricerca scientifica e la collaborazione tra agenzie. “Ogni giorno qui si lavora insieme, al di là delle bandiere”, ha detto uno degli astronauti durante una breve diretta video con le scuole italiane. Ma dietro ogni attracco riuscito, c’è una macchina organizzativa che non si ferma mai.
Per ora, la ISS resta il crocevia più trafficato dell’orbita terrestre. E con tutti i suoi porti occupati, sembra quasi una piccola città sospesa nello spazio.
