Roma, 3 dicembre 2025 – Sono quattro i professionisti finiti nel registro degli indagati dalla Procura di Roma per il crollo parziale della Torre dei Conti, crollo avvenuto il 3 novembre scorso nel cuore della città, a pochi passi dai Fori Imperiali. Si tratta di tre architetti e un ingegnere, indagati per omicidio colposo e disastro colposo dopo la tragica morte di Octay Stroici, operaio 41enne rimasto intrappolato sotto le macerie per più di undici ore.
Indagini serrate sulla sicurezza della Torre
Dai primi accertamenti emerge il sospetto che sia mancata una valutazione adeguata della stabilità dell’edificio, che da settimane era interessato da lavori di restauro. La Procura ha affidato ai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale il compito di ricostruire chi ha responsabilità nella vicenda. Gli investigatori stanno passando al setaccio documenti di cantiere, relazioni tecniche e verbali delle riunioni tra i responsabili.
Il crollo è avvenuto poco dopo le 10 del mattino, cogliendo di sorpresa gli operai impegnati nel consolidamento. Stroici si trovava proprio nel punto più fragile quando una parte della muratura è crollata all’improvviso. I soccorritori hanno lavorato tutta la giornata per liberarlo dalle macerie, ma non c’è stato nulla da fare.
Chi sono gli indagati e cosa rischiano
Tra gli indagati ci sono il responsabile del progetto di restauro, altri due architetti e un ingegnere strutturista. L’iscrizione nel registro è un atto dovuto, spiegano fonti giudiziarie, per permettere loro di nominare consulenti in vista degli accertamenti tecnici irripetibili sulle macerie. Gli inquirenti vogliono capire se siano state rispettate tutte le norme per mettere in sicurezza un monumento fragile come la Torre dei Conti.
“Stiamo controllando ogni autorizzazione e ogni documento tecnico,” dice una fonte vicina all’indagine. “Solo così potremo capire se ci sono state negligenze o errori”. Finora non ci sono prove di manomissioni volontarie o di cause esterne al crollo.
Il restauro e le reazioni dal quartiere
La Torre dei Conti, costruita nel 1238 da Riccardo Conti e restaurata più volte nel corso dei secoli, era al centro di un intervento finanziato dal Comune di Roma e dalla Sovrintendenza Capitolina. I lavori, affidati a una ditta specializzata in restauri monumentali, puntavano a rafforzare le mura e a proteggere le parti più esposte agli agenti atmosferici.
Il crollo ha scosso residenti e operatori culturali della zona. “Non è la prima volta che succedono incidenti nei cantieri del centro storico,” commenta un commerciante di via Cavour. “Serve più attenzione, soprattutto su edifici così antichi.”
Cosa succederà adesso
Nei prossimi giorni, i consulenti scelti dalle parti effettueranno nuovi sopralluoghi tra le macerie ancora transennate. Gli investigatori attendono anche i risultati delle analisi sui materiali raccolti subito dopo il crollo: mattoni, malte e pietre saranno esaminati per capire se hanno ceduto per vecchiaia o per errori nei lavori di restauro.
La Procura vuole anche acquisire tutte le comunicazioni tra la ditta che ha eseguito i lavori, i progettisti e la Sovrintendenza. “Dobbiamo capire se ci sono state segnalazioni ignorate o ritardi nelle risposte,” spiega un investigatore. Solo dopo questa fase si potrà delineare con precisione chi ha responsabilità.
Il ricordo di Octay Stroici
Intanto, nella comunità romena di Torpignattara dove Stroici viveva con la famiglia, resta forte il dolore. “Era un lavoratore serio, sempre puntuale,” racconta un collega che preferisce restare anonimo. “Speriamo che venga fatta chiarezza su quello che è successo.”
Il crollo della Torre dei Conti riapre il dibattito sulla sicurezza nei cantieri dei beni culturali e sull’urgenza di controlli più severi. La città aspetta risposte concrete: solo così si potrà parlare davvero di giustizia per Octay Stroici.
