Ue posticipa la revisione dei limiti di CO2 per le auto: cosa significa per il futuro della mobilità?

Ue posticipa la revisione dei limiti di CO2 per le auto: cosa significa per il futuro della mobilità?

Ue posticipa la revisione dei limiti di CO2 per le auto: cosa significa per il futuro della mobilità?

Giada Liguori

Dicembre 3, 2025

Bruxelles, 3 dicembre 2025 – La Commissione europea potrebbe prendere tempo e rinviare di qualche settimana il nuovo pacchetto sull’automotive, che include anche la revisione delle norme sul divieto dei motori termici dal 2035. A confermare il possibile slittamento è stato il commissario europeo responsabile, Apostolos Tzitzikostas, che in un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt ha ammesso che il dossier è ancora in fase di rifinitura. L’appuntamento, previsto per il 10 dicembre, rischia quindi di spostarsi all’inizio del prossimo anno.

Pacchetto auto, si va verso il rinvio: cosa sta succedendo

Ci stiamo ancora lavorando. Vogliamo presentare un pacchetto che sia davvero completo e che affronti tutti i punti fondamentali”, ha detto Tzitzikostas, lasciando capire che la Commissione non vuole correre su un tema così delicato. Il pacchetto, atteso da mesi da case automobilistiche e governi, dovrebbe fissare le nuove regole per la transizione ecologica del settore. Secondo il commissario, “è possibile che non sia pronto prima di gennaio”, anche se l’obiettivo resta quello di mettere sul tavolo “un testo che lasci spazio a tutte le tecnologie”.

Dietro questo ritardo, spiegano fonti comunitarie, ci sono le difficoltà a trovare un equilibrio tra le richieste dei vari Paesi e le esigenze dell’industria. In particolare, Germania e Italia hanno chiesto più margine di manovra sulle tecnologie da includere nella transizione, mentre altri Stati spingono per un taglio netto ai motori a combustione interna.

La sfida delle tecnologie e la pressione dei governi

La questione chiave è quali tecnologie saranno ammesse dopo il 2035. La Commissione ha già previsto una deroga per i carburanti sintetici, ma resta aperto il confronto su biocarburanti e altre alternative. “Il pacchetto sarà aperto a tutte le tecnologie”, ha ribadito Tzitzikostas, lasciando intendere che nessuna opzione verrà esclusa a priori.

Nel frattempo, le case automobilistiche europee chiedono chiarezza sulle regole future. “Abbiamo bisogno di certezze per pianificare gli investimenti”, ha spiegato un portavoce dell’ACEA, l’associazione dei costruttori europei. Anche i sindacati spingono per tempi certi e misure di sostegno per i lavoratori, che in Italia sono oltre 270mila tra diretti e indiretti.

Italia ed Europa: reazioni a caldo

A Roma, il governo e le associazioni di categoria seguono il tema con attenzione. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha recentemente ribadito l’importanza di “difendere la filiera nazionale” e di assicurare “una transizione sostenibile anche sul piano sociale”. Fonti del ministero confermano che l’Italia continuerà a chiedere più spazio per i biocarburanti e una revisione dei tempi.

In Germania il dibattito è altrettanto acceso. Dopo aver ottenuto la deroga per i carburanti sintetici, Berlino spinge per un approccio più flessibile che permetta all’industria tedesca di conservare la sua leadership tecnologica. In Francia, invece, prevale un atteggiamento più prudente: Parigi vuole regole chiare ma teme l’impatto sull’occupazione.

Prossimi passi e scenari in vista

Il rinvio del pacchetto, secondo Tzitzikostas, non dovrebbe superare “qualche settimana”. Però, le divisioni tra gli Stati membri potrebbero allungare ancora i tempi. La Commissione deve trovare una proposta che tenga insieme gli obiettivi climatici del Green Deal e le esigenze dell’industria e del lavoro.

Solo quando il testo sarà pronto si capirà se l’Europa riuscirà a conciliare innovazione, tutela dell’ambiente e difesa dell’occupazione. Nel frattempo, le imprese restano in attesa. E il calendario della transizione rischia un altro intoppo.