Von der Leyen annuncia una svolta storica: l’Europa dice addio al gas russo

Von der Leyen annuncia una svolta storica: l'Europa dice addio al gas russo

Von der Leyen annuncia una svolta storica: l'Europa dice addio al gas russo

Giada Liguori

Dicembre 3, 2025

Bruxelles, 3 dicembre 2025 – L’Unione europea ha messo un punto fermo sulle sue politiche energetiche: oggi il Consiglio Ue e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo per l’eliminazione graduale delle importazioni di gas naturale russo. Una decisione attesa da mesi e considerata da molti difficile da mettere in pratica, annunciata nel primo pomeriggio dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante una conferenza stampa a Bruxelles.

Un traguardo difficile, ma finalmente raggiunto

“Molti pensavano fosse impossibile, invece oggi ci siamo riusciti”, ha detto von der Leyen ai giornalisti nella sala stampa del Berlaymont. Il riferimento è alle tensioni che, negli ultimi due anni, hanno segnato i rapporti tra i Paesi membri sull’opportunità di tagliare i legami energetici con Mosca. “Ho sempre creduto che ce l’avremmo fatta”, ha aggiunto, spiegando che la decisione arriva dopo “mesi di lavoro, incontri notturni e trattative spesso interrotte da divergenze tra Est e Ovest”.

L’accordo prevede una riduzione graduale delle forniture di gas russo entro il 2027, con tappe già fissate per il prossimo anno. La misura coinvolge in prima linea le grandi economie europee – Germania, Italia, Francia – che negli ultimi dieci anni hanno aumentato la loro dipendenza dal gas russo. Fonti diplomatiche confermano che il testo finale include deroghe temporanee per alcuni Paesi dell’Europa centrale e orientale, come Ungheria e Slovacchia, che avranno più tempo per adeguarsi.

Nuovi partner per l’energia europea

“Ora guardiamo avanti, pronti a collaborare con nuovi fornitori affidabili”, ha detto von der Leyen, facendo capire che l’Unione punta su Paesi come Norvegia, Algeria e Qatar. Negli ultimi mesi la Commissione ha intensificato i contatti con questi Stati, firmando accordi per aumentare le forniture di gas naturale liquefatto (GNL) e investendo nelle infrastrutture per diversificare le rotte.

Il regolamento prevede anche incentivi per accelerare il passaggio alle energie rinnovabili. “Questo è solo l’inizio di un vero successo europeo”, ha sottolineato von der Leyen, parlando di “un segnale chiaro di unità e determinazione” nei confronti di Mosca. Secondo i dati della Commissione, nel 2021 circa il 40% del gas importato dall’Ue veniva dalla Russia; oggi quella quota è scesa sotto il 15%.

Aiuti a Kiev e sfide per l’inverno

“Inverno dopo inverno abbiamo sostenuto Kiev e il suo sistema energetico: abbiamo riparato infrastrutture e continueremo a farlo”, ha ricordato la presidente. Il riferimento è agli aiuti inviati all’Ucraina dopo l’invasione russa del febbraio 2022: generatori, materiali per riparare le reti e fondi per aiutare la popolazione durante i blackout.

La decisione di ridurre le importazioni di gas russo arriva mentre l’Europa si prepara a un inverno difficile, con prezzi dell’energia ancora alti e preoccupazioni per la sicurezza delle forniture. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), le scorte europee sono al 90% della capacità, ma restano fragili di fronte a picchi di domanda o interruzioni improvvise.

Le reazioni e cosa ci aspetta

Le prime risposte dei governi sono arrivate in serata. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha parlato di “passo necessario per l’autonomia energetica europea”, mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha definito l’accordo “un segnale forte verso Mosca”. Più cauta la premier italiana Giorgia Meloni, che ha chiesto “misure concrete per sostenere famiglie e imprese durante la transizione”.

Gli esperti avvertono che la vera sfida ora sarà mettere in pratica il regolamento senza creare squilibri tra i Paesi. “L’accordo è solo un punto di partenza, non la fine del percorso”, ha detto Simone Tagliapietra, esperto di energia a Bruegel. Nei prossimi mesi sarà fondamentale investire nelle infrastrutture e riuscire a negoziare prezzi competitivi con i nuovi fornitori.

A Bruxelles si respira un cauto ottimismo. La strada verso l’indipendenza energetica europea è ancora lunga, ma il passo di oggi – tra dubbi e tensioni – è una svolta concreta nella storia dell’Unione.