Cuzzilla: le imprese possono vincere grazie alla filiera

Cuzzilla: le imprese possono vincere grazie alla filiera

Cuzzilla: le imprese possono vincere grazie alla filiera

Matteo Rigamonti

Dicembre 4, 2025

Roma, 4 dicembre 2025 – Le piccole imprese italiane hanno una chance nell’era digitale, ma devono fare squadra e condividere le competenze. Questo il messaggio lanciato da Stefano Cuzzilla, presidente di 4.Manager, durante la presentazione del settimo rapporto dell’Osservatorio 4.Manager, intitolato “Le filiere produttive nell’era della conoscenza aumentata”. L’appuntamento si è tenuto stamattina a Roma, nella sede dell’associazione in via Palestro, davanti a una platea di imprenditori, manager e rappresentanti istituzionali.

Fare sistema: la strada per far crescere le PMI

Per Cuzzilla, il tessuto produttivo italiano può reggere la sfida globale solo se le imprese, soprattutto quelle più piccole, imparano a collaborare. “Dal rapporto emerge chiaramente – ha detto – che le aziende ce la possono fare, specialmente le piccole, se stanno in filiera. Non si tratta solo di catene produttive, ma di far circolare i dati, mettere insieme le competenze e lavorare fianco a fianco su quella che chiamiamo ‘conoscenza aumentata’”. Un concetto che significa unire saperi tradizionali e nuove tecnologie.

Il rapporto, presentato davanti a una sala gremita alle 11.30, dipinge un settore manifatturiero ancora molto frammentato. Ma i dati dell’Osservatorio mostrano anche che le aziende che puntano su reti collaborative e formazione manageriale si dimostrano più innovative e resistenti alle crisi. “Per muoversi in questo nuovo mondo digitale – ha aggiunto Cuzzilla – servono competenze nuove: è fondamentale rimettere a punto le abilità dei manager e dare supporto concreto alle PMI, che spesso temono ancora l’intelligenza artificiale”.

Intelligenza artificiale: da paura a opportunità

Uno dei temi più caldi del suo intervento è stato proprio l’intelligenza artificiale. “Le piccole imprese devono superare la paura dell’IA – ha sottolineato Cuzzilla – perché può diventare un vero vantaggio”. Per il presidente di 4.Manager, il pericolo più grande non è perdere posti di lavoro, ma restare indietro rispetto ai competitor internazionali. “L’IA va vista come uno strumento per migliorare i processi e valorizzare le persone”, ha precisato.

Nel rapporto si evidenzia che appena il 27% delle PMI italiane ha avviato progetti strutturati di digitalizzazione negli ultimi due anni. Un dato che preoccupa, soprattutto considerando la pressione sempre più forte da parte di Asia e Stati Uniti. “Il mondo fuori dall’Europa corre veloce – ha ricordato Cuzzilla – e per questo dobbiamo mettere insieme tutti i nostri punti di forza: non solo i prodotti, ma anche la gestione dei dati”.

Dopo le crisi, la forza sta nell’unità

L’appello di Cuzzilla arriva in un momento difficile per l’economia italiana. “Dopo la pandemia, la crisi energetica e quella bellica – ha detto – un’impresa da sola, anche se forte, non può farcela”. Da qui l’invito a “costruire un dialogo vero sulla fornitura e sulle competenze”, mettendo in contatto aziende di tutte le dimensioni e promuovendo una cultura della collaborazione.

Il rapporto sottolinea anche l’importanza di investire nella formazione continua dei manager. Chi ha scelto di puntare sull’aggiornamento professionale ha visto crescere il fatturato del 12% in tre anni. Un segnale chiaro, secondo Cuzzilla, che “valorizzare il capitale di conoscenza del nostro sistema produttivo è una strategia vincente”.

Una nuova cultura industriale per il futuro

La presentazione si è chiusa con un appello alle istituzioni e alle associazioni di categoria: “Serve una visione condivisa per sostenere l’innovazione e accompagnare le imprese nella transizione digitale”, ha detto Cuzzilla. Nei prossimi mesi, ha anticipato, saranno avviati nuovi tavoli di confronto tra imprese, università e centri di ricerca.

Tra il pubblico, reazioni positive ma anche qualche dubbio sui tempi di questi cambiamenti. “Non possiamo più aspettare”, ha commentato a margine una manager del settore tessile. La sfida della conoscenza aumentata è appena cominciata. E, come sempre, passa dalla capacità tutta italiana di fare squadra.