Roma, 4 dicembre 2025 – «In ogni organizzazione il comunicatore è il motore del cambiamento, gioca un ruolo decisivo». Così ha esordito Francesco Pessa, responsabile marketing e comunicazione del Gruppo Ini, ieri a Roma, durante la tavola rotonda “Governance della comunicazione professionale: competenze certificate e responsabilità”. L’incontro, promosso da Manageritalia, ha posto sotto i riflettori la proposta di una certificazione per i professionisti della comunicazione, con un’attenzione particolare al settore sanitario.
La comunicazione in sanità non si ferma mai
Pessa non ha nascosto la pressione che grava sui comunicatori della sanità: «La comunicazione non ha orari, è un lavoro h24, 365 giorni all’anno, ancor di più quando si parla di salute». Un mestiere che richiede sempre massima attenzione, visto che si maneggiano informazioni delicate e spesso urgenti. «Dobbiamo informare i pazienti in modo chiaro e corretto, soprattutto chi ha o teme di avere un problema», ha spiegato, sottolineando come trasparenza e precisione siano fondamentali per mantenere la fiducia.
L’incontro, che si è svolto in una sala conferenze nel quartiere Prati, ha visto anche testimonianze dirette di operatori e dirigenti sanitari. Qualcuno ha raccontato episodi recenti in cui una comunicazione poco chiara ha creato confusione tra i pazienti, con ripercussioni pesanti sulla reputazione delle strutture coinvolte.
Certificare i comunicatori per tutelare tutti
Al centro del dibattito c’era la questione della certificazione. Pessa ha usato parole forti: «Affidare questo ruolo a chi non ha le competenze è un rischio enorme, è come consegnare una macchina di Formula Uno a un bambino di sei anni». Un’immagine che spiega bene i pericoli di una comunicazione improvvisata in ambito sanitario.
Per chi promuove questa iniziativa, la certificazione è la risposta a un settore sempre più complesso. «Un’azienda sanitaria vive di reputazione e fiducia, che si costruiscono ogni giorno. Ma basta un solo errore per distruggere tutto», ha aggiunto Pessa. Un riferimento chiaro a quei casi in cui una comunicazione sbagliata o in ritardo può vanificare anni di lavoro e compromettere il rapporto con i pazienti.
Sanità e comunicazione: una sfida sempre più grande
Negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia e la diffusione delle fake news, la comunicazione in sanità ha preso un ruolo centrale. Secondo l’Osservatorio sulla Comunicazione in Sanità, nel 2024 oltre il 70% degli ospedali italiani ha registrato almeno un episodio critico nella gestione delle informazioni verso l’esterno. «La reputazione si costruisce giorno dopo giorno, ma può andare in pezzi in un attimo», ha ricordato un dirigente presente alla tavola rotonda.
Anche i pazienti chiedono regole più chiare. Alcuni rappresentanti di associazioni hanno chiesto più trasparenza sui criteri con cui si scelgono i comunicatori e strumenti per controllare che chi lavora in questo campo abbia davvero le competenze giuste.
Tra dubbi e speranze per il futuro
La proposta di Manageritalia punta a fissare standard minimi per entrare nella professione e a percorsi formativi riconosciuti in tutta Italia. Ma non tutti sono convinti che una certificazione obbligatoria sia la soluzione. Alcuni esperti temono che il sistema rischi di diventare solo una pratica burocratica senza un reale valore.
Nonostante le perplessità, la maggioranza dei presenti ha convenuto che il rischio di errori nella comunicazione sanitaria resta alto. «Serve responsabilità, serve preparazione», ha ribadito Pessa prima di concludere. Solo così si potrà offrire ai cittadini un’informazione davvero chiara e affidabile.
