Roma, 4 dicembre 2025 – Oltre 40mila reati legati al Codice Rosso sono stati registrati in Italia da gennaio a settembre 2025. Nel periodo, si contano 6.673 arresti per maltrattamenti in famiglia, stalking e violenze sessuali: sono i dati presentati dall’Arma dei Carabinieri durante il convegno “Oltre il 25 novembre: la forza della prevenzione, la voce delle donne”. L’evento, promosso da Federmanager e Federmanager Minerva con il patrocinio dell’Arma, ha riunito istituzioni, manager e professionisti per sottolineare che la lotta alla violenza di genere non può restare un tema da ricorrenze simboliche. Deve diventare un impegno quotidiano, soprattutto sul posto di lavoro.
Autonomia economica: la base della prevenzione
Secondo la Global Thinking Foundation, solo il 58% delle donne italiane ha un conto corrente a proprio nome. Il 12,9% condivide il conto con il partner o un familiare, mentre tra il 49,5% e il 65,9% prende decisioni economiche insieme al partner. Numeri che parlano chiaro: la dipendenza economica è un problema serio, una porta aperta a ricatti e molestie. “Dove manca autonomia economica, manca anche libertà di scelta”, ha spiegato Maria De Renzis, coordinatrice nazionale di Federmanager Minerva. Nel mondo del lavoro, questa debolezza spesso si traduce in discriminazioni e abusi.
Federmanager punta il dito su un fatto semplice: il lavoro è il primo scudo contro la violenza. Serve creare nelle aziende una cultura del rispetto, fatta di azioni concrete e responsabilità condivise. “Il clima in azienda lo costruiscono i manager, con l’esempio di ogni giorno”, ha ricordato Valter Quercioli, presidente di Federmanager. Solo così si può chiudere la porta a molestie e disparità.
Il nuovo contratto dei dirigenti: un cambio di passo
Il rinnovo del CCNL dei dirigenti è, per Federmanager, una svolta importante. Porta con sé strumenti per pari opportunità, sostegno alla genitorialità, equità salariale e benessere sul lavoro. “Quando il contratto migliora, cresce anche la cultura aziendale”, ha sottolineato Quercioli. E con una cultura più forte, diminuiscono abusi e discriminazioni.
Al convegno, tenutosi nella sede di Federmanager a Roma, sono intervenuti esponenti politici come la deputata Martina Semenzato, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, e l’assessora romana Monica Lucarelli. Tra le ospiti anche esperte come Luciana Delfini, presidente del Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Roma, e professioniste impegnate nella tutela delle donne. A moderare il dibattito è stata Marina Marinetti, condirettrice di Economy, che ha evidenziato l’urgenza di un’alleanza concreta tra imprese, istituzioni e management.
Istituzioni in campo e nuovi strumenti per la prevenzione
L’Arma dei Carabinieri, che nel 2024 ha stretto un accordo con Federmanager, ha presentato il “violenzametro”, un dispositivo pensato per riconoscere presto i segnali di pericolo e favorire la richiesta d’aiuto. “Vogliamo costruire un sistema di prevenzione alla portata di tutti”, ha spiegato il maggiore Samanta Cimolino, della sezione atti persecutori Racis.
Ma la prevenzione non può basarsi solo sulle leggi. Serve un dialogo costante tra chi guida le aziende e chi ogni giorno lavora in ufficio, in fabbrica, nei reparti. “Riconoscere, ascoltare, intervenire: questa è una responsabilità che riguarda tutti”, ha ricordato Simona Signoracci, presidente della Fondazione Vises Ets.
Oltre il 25 novembre: un impegno da mantenere
“Abbiamo ottenuto la certificazione per la parità di genere tra le prime organizzazioni rappresentative”, ha ricordato Quercioli all’inizio dell’incontro. “L’inclusione è una leva strategica per le imprese”. Ma non basta un giorno all’anno per fare la differenza. La violenza di genere è un problema sociale, culturale e organizzativo che va affrontato ogni giorno.
Federmanager lancia un messaggio chiaro: “Un Paese cambia solo se cambiano le sue aziende”, ha concluso Quercioli. L’obiettivo è costruire ambienti di lavoro dove ogni donna possa sentirsi libera, rispettata e al sicuro. Serve formazione continua, attenzione ai segnali e una cultura aziendale che non tolleri discriminazioni o silenzi.
In sala, tra manager e istituzioni, si respirava una nuova consapevolezza: la prevenzione non è solo un dovere morale, ma una necessità concreta per il futuro delle imprese e della società.
