Caracas, 4 dicembre 2025 – Ieri sera, durante un collegamento con la televisione di Stato, il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha confermato di aver parlato al telefono con il presidente americano Donald Trump. La chiamata, avvenuta domenica scorsa, arriva in un momento di forte tensione tra Venezuela e Stati Uniti e potrebbe segnare una svolta nei rapporti tra i due Paesi.
Una telefonata inattesa tra Caracas e Washington
Secondo quanto raccontato da Maduro, il colloquio con Trump è stato “rispettoso e persino cordiale”. Il presidente venezuelano, collegato in diretta dagli studi della VTV poco dopo le 20 locali, ha detto: “Ho parlato con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Posso dire che la conversazione è stata rispettosa e persino cordiale”. Una frase che, viste le tensioni degli ultimi mesi, ha un peso non da poco. Solo poco tempo fa, i rapporti tra i due governi erano ai minimi, con accuse reciproche e sanzioni economiche.
Le parole di Maduro: “Benvenuti al dialogo”
Nel suo intervento, Maduro ha aggiunto: “Se questa chiamata è un passo verso un dialogo rispettoso da Stato a Stato, da Paese a Paese, allora benvenuti al dialogo e alla diplomazia, perché cercheremo sempre la pace”. Un’apertura che ha sorpreso molti esperti internazionali. Il presidente ha anche ricordato la sua esperienza come ministro degli Esteri per sei anni: “Ho imparato a essere cauto in diplomazia. Quando si affrontano questioni importanti, bisogna muoversi con discrezione, fino a chiudere la questione”.
La versione di Trump: “È stata una telefonata”
Dalla Casa Bianca, invece, la conferma della chiamata è arrivata in modo più stringato. Rispondendo ai giornalisti durante una conferenza stampa a Washington, Trump ha detto: “Non direi che sia andata bene o male. È stata una telefonata”. Niente dettagli sul contenuto o sul tono dello scambio. Una risposta che lascia aperte molte interpretazioni, ma che mostra quanto entrambe le parti vogliano procedere con cautela.
Tensioni e aperture: il cuore della crisi
La telefonata arriva in un momento difficile per il Venezuela, alle prese con una crisi economica e sociale senza precedenti. Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno inasprito le sanzioni contro il governo di Caracas, accusando Maduro di violazioni dei diritti umani e repressione dell’opposizione. Dall’altra parte, il presidente venezuelano ha spesso parlato di “ingerenze straniere” e tentativi di destabilizzare il Paese. Eppure, questa apertura al dialogo potrebbe segnare una possibile svolta. Fonti diplomatiche a Caracas raccontano di un clima di attesa: “Nessuno si aspettava una chiamata diretta tra i due presidenti”, confida un funzionario del ministero degli Esteri venezuelano.
Diplomazia e prudenza: le prime reazioni internazionali
Le risposte della comunità internazionale sono arrivate con prudenza. L’Unione Europea, con una nota diffusa nella notte da Bruxelles, ha detto di sperare che “ogni passo verso il dialogo possa aiutare a trovare una soluzione pacifica alla crisi venezuelana”. Anche alcuni governi sudamericani hanno mostrato interesse per l’evoluzione dei rapporti tra Caracas e Washington. A New York, fonti vicine alle Nazioni Unite definiscono la telefonata “un segnale da non sottovalutare”, ma sottolineano che “serviranno fatti concreti”.
Rapporti bilaterali, il futuro è tutto da scrivere
Per ora non sono stati diffusi dettagli su cosa si siano detti Maduro e Trump durante la telefonata. Per molti analisti locali, il solo fatto che i due leader abbiano deciso di parlarsi è già un segnale importante. Resta da vedere se arriveranno incontri ufficiali o altre aperture diplomatiche. In Venezuela, intanto, la notizia ha diviso le opinioni: c’è chi spera in un allentamento delle tensioni e chi invece teme nuove incertezze.
Solo nelle prossime settimane si potrà capire se questo scambio segnerà l’inizio di una nuova fase nei rapporti tra Stati Uniti e Venezuela, oppure resterà un episodio isolato in una crisi ancora lontana dal trovare una soluzione.
