Manageritalia lancia un innovativo modello pilota per la certificazione delle competenze comunicative

Manageritalia lancia un innovativo modello pilota per la certificazione delle competenze comunicative

Manageritalia lancia un innovativo modello pilota per la certificazione delle competenze comunicative

Matteo Rigamonti

Dicembre 4, 2025

Roma, 4 dicembre 2025 – Questa mattina, a Palazzo Merulana, nel cuore di Roma, Manageritalia ha svelato un nuovo modello pilota per la certificazione delle competenze dei comunicatori professionali. L’iniziativa è stata presentata durante l’evento “Governance della comunicazione professionale: competenze certificate e responsabilità”. Dietro il progetto c’è una collaborazione con la Saa – School of Management dell’Università di Torino, organismo riconosciuto da Accredia secondo la norma Uni 11483:2021. Un tentativo chiaro di rispondere a un’esigenza che si fa sempre più pressante: capire chi, oggi, comunica davvero da professionista e chi si improvvisa.

Comunicazione, un mestiere da riconoscere

Secondo i dati diffusi dagli organizzatori, in Italia sono circa 35mila i professionisti che lavorano nella comunicazione all’interno delle aziende, come consulenti o negli studi associati. Se si aggiungono le nuove figure del settore – influencer, content creator, social media manager – il numero supera facilmente le 40mila unità. “Viviamo in un’epoca dove l’informazione viaggia a velocità pazzesca e i rischi per la reputazione sono altissimi”, ha spiegato Simone Pizzoglio, vicepresidente di Manageritalia, aprendo i lavori alle 10.15. “Le organizzazioni hanno bisogno di professionisti competenti e responsabili. Certificare le competenze vuol dire proteggere chi fa questo lavoro con serietà e assicurare una comunicazione di qualità a imprese, istituzioni e cittadini”.

Certificare le competenze: tre livelli per una verifica continua

Il nuovo modello di certificazione si articola su tre livelli: junior, expert e senior, in base all’esperienza e alla specializzazione del candidato. La certificazione copre tutti i campi principali: dalla comunicazione d’impresa a quella pubblica e istituzionale, fino alla politica e al sociale, rivolto anche al terzo settore. La validità dura sei anni, con una verifica a metà percorso, dopo tre anni, e richiede sessanta ore di formazione ogni tre anni per rinnovare il titolo.

La valutazione si svolge in più fasi: si parte dall’analisi del curriculum, si controllano i requisiti di formazione e esperienza, poi si passa alle prove scritte, tra quiz e domande aperte, e infine c’è un colloquio orale. Il costo dell’esame è di 450 euro. Tutto il processo è gestito dalla Saa – School of Management dell’Università di Torino, accreditata secondo la norma Uni cei en iso/iec 17024.

Un’alleanza tra università, imprese e associazioni

Davide Caregnato, direttore della Saa, ha messo in luce il valore del lavoro di squadra tra università, imprese e associazioni: “Il comunicatore professionale è centrale per lo sviluppo strategico di enti pubblici, aziende private e organizzazioni non profit. Questo percorso è nato con il Dipartimento Cultura Politica e Società e il Dipartimento di Management dell’Università di Torino, insieme all’Osservatorio per la comunicazione d’impresa Piemonte”. Un rapporto “informale” ma solido, che coinvolge anche le sedi locali dell’Unione Industriale e di Confindustria.

Etica e trasparenza al centro

Rita Palumbo, vicepresidente di Manageritalia Executive Professional, ha sottolineato come la certificazione rappresenti uno strumento fondamentale per assicurare “competenze riconosciute, processi chiari e trasparenti”. In un Paese che chiede a gran voce più trasparenza nell’azione pubblica, il ruolo del comunicatore certificato diventa cruciale nel dialogo tra istituzioni, imprese e cittadini.

Il nodo intelligenza artificiale

Alla tavola rotonda “La certificazione come leva strategica per le professioni non ordinistiche nell’era dell’AI”, moderata alle 11.30 davanti a una sala gremita, sono intervenuti istituzioni e manager del settore. Tra loro Gianluca Comin (Comin&Partners), Gianmario Mariniello (ministero del Lavoro), Martina Marmotta (Italo), Fabio Miotti (ministero delle Imprese), Maura Mormile (Secursat), Francesco Pessa (Gruppo Ini) e Giacomo Riccio (Uni). Il confronto ha messo in evidenza l’urgenza di stabilire regole chiare per distinguere i professionisti competenti da chi si improvvisa.

Investire sul futuro della professione

Manageritalia si impegna a promuovere corsi specifici per preparare i candidati all’esame e diffondere una cultura della certificazione. L’obiettivo è chiaro: rafforzare il riconoscimento professionale della categoria e valorizzare il comunicatore come figura strategica dentro le organizzazioni. “Comunicare è un’arte”, ha chiuso Pizzoglio, “ma è anche – e soprattutto – un mestiere che va tutelato e riconosciuto ufficialmente”.