Roma, 4 dicembre 2025 – La comunicazione professionale ha cambiato volto negli ultimi quindici anni. A spiegarlo è stato Gianmario Mariniello, portavoce del ministero del Lavoro, intervenuto questa mattina a Roma alla tavola rotonda “Governance della comunicazione professionale: competenze certificate e responsabilità”, organizzata da Manageritalia. Di fronte a un pubblico fatto di operatori del settore, istituzioni e studenti, Mariniello ha ripercorso l’evoluzione della professione, sottolineando come oggi la certificazione delle competenze sia diventata una tappa obbligata per chi lavora nella comunicazione.
Da carta stampata e social: il settore che cambia
“Quando ho cominciato, nel 2007, i social erano quasi inesistenti”, ha ricordato Mariniello, seduto al tavolo con gli altri relatori. All’epoca dominava ancora la carta stampata: “Oggi il giornale più venduto in Italia tira 100 mila copie, più o meno la popolazione di una città come Latina”, ha aggiunto, per far capire quanto sia cambiato il quadro. Un dato, questo, che spinge a riflettere sull’importanza della formazione continua e sulla necessità di aggiornarsi sempre. “Il nostro è un ruolo manageriale – ha spiegato – e per questo la certificazione è fondamentale”.
Certificazione e responsabilità: il nodo da sciogliere
L’incontro, tenutosi in una sala conferenze nel cuore di Roma, ha affrontato a lungo il tema della responsabilità. Oggi il comunicatore deve rispondere a standard molto più alti. “Non si possono dare né troppi meriti né troppe colpe alla comunicazione”, ha chiarito Mariniello. Chi lavora in questo campo deve “accompagnare e supportare”, ma senza caricarsi il peso delle decisioni finali. “La responsabilità ultima non è mai nostra”, ha ribadito, “ma avere una comunicazione aggiornata è essenziale per aziende e politici”.
Questa posizione è stata condivisa da altri partecipanti. Alcuni dirigenti hanno sottolineato come la certificazione nella comunicazione sia ormai richiesta anche nei bandi pubblici e nelle gare d’appalto. “Non è solo un bollino”, ha commentato una manager presente, “ma un percorso che garantisce trasparenza e affidabilità”.
Intelligenza artificiale: amica o nemica?
Il tema dell’intelligenza artificiale ha acceso il dibattito. Mariniello ha risposto senza esitazioni: “Il nostro lavoro e la nostra professionalità non possono essere sostituiti dall’Ia”. Secondo lui, l’intelligenza artificiale può essere un valido aiuto, “un assistente virtuale”, ma non deve mai diventare una minaccia per il comunicatore umano.
Anche gli altri relatori hanno condiviso questa visione, sottolineando come un uso consapevole delle nuove tecnologie possa migliorare i processi senza snaturare il mestiere. “L’Ia va vista come uno strumento”, ha concluso Mariniello, “non come qualcosa che ci sostituisce”.
Formazione continua: la sfida che resta aperta
Durante la mattinata sono emerse proposte concrete per rafforzare la formazione dei comunicatori professionali. Manageritalia ha presentato un documento che propone aggiornamenti periodici e standard comuni a livello nazionale. “La formazione continua è un dovere di ogni professionista”, ha ricordato Mariniello, sottolineando l’importanza di restare al passo con i cambiamenti del settore.
Al termine dell’incontro, molti si sono fermati a discutere nei corridoi. C’è chi ha parlato di come le aziende stanno già cambiando le strategie di comunicazione, chi ha chiesto informazioni sui percorsi di certificazione. Segno che il tema è vivo e sentito.
Un mestiere in continua evoluzione
In sintesi, la giornata romana ha mostrato come la comunicazione professionale debba oggi affrontare nuove sfide: dalla digitalizzazione all’intelligenza artificiale, senza dimenticare la trasparenza e l’affidabilità. “Solo così”, ha concluso Mariniello prima di lasciare la sala, “potremo davvero parlare di una professione riconosciuta e rispettata”.
