Roma, 4 dicembre 2025 – Il rapporto tra risorse umane e comunicazione interna nelle aziende italiane sta cambiando. A spiegarlo ieri a Roma è stata Martina Marmotta, responsabile HR e comunicazione interna di Italo, durante una tavola rotonda. L’evento, promosso da Manageritalia, si è concentrato sulla proposta di una certificazione delle competenze dei comunicatori.
Comunicazione interna, un ruolo che cresce
Negli ultimi anni, la comunicazione interna ha lasciato il ruolo da comparsa per diventare un pezzo importante nelle strategie aziendali. “Per molto tempo è stata la sorella minore della comunicazione esterna”, ha ammesso Marmotta davanti a manager, consulenti e rappresentanti delle istituzioni. Ma qualcosa si muove: “Oggi chi guarda avanti investe su questo fronte. C’è una nuova fiducia nel comunicatore interno, che però deve avere competenze ben precise e riconosciute”.
La vera sfida, secondo Marmotta, non è solo far circolare informazioni, ma creare un senso di appartenenza e vicinanza tra dipendenti e azienda. “Conoscere il pubblico interno è fondamentale”, ha aggiunto, sottolineando come riconoscere le competenze di chi fa comunicazione sia ormai indispensabile. “Quindi ben venga una norma che certifichi queste competenze”, ha concluso, riferendosi alla proposta al centro del dibattito.
Certificazioni richieste dal mercato
Manageritalia propone di introdurre una certificazione professionale per chi lavora nella comunicazione d’impresa. Una risposta, dicono i promotori, a una domanda crescente di chiarezza e qualità. “Le aziende vogliono figure sempre più qualificate”, ha spiegato uno dei relatori, “e la certificazione aiuta a distinguere chi ha davvero le competenze”.
Durante l’evento sono stati presentati dati recenti: secondo l’Osservatorio sulla comunicazione interna, il 68% delle imprese italiane conta di aumentare gli investimenti in questo settore nei prossimi due anni. Un segnale chiaro che la comunicazione interna è ormai considerata una leva strategica per gestire le risorse umane e migliorare il clima aziendale.
Intelligenza artificiale, tra opportunità e sfide
Il dibattito si è poi spostato sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella comunicazione. Marmotta ha preso una posizione netta: “Non credo che l’IA ruberà lavoro. Lo farà solo a chi non saprà usarla”. Per la manager di Italo, l’IA è uno strumento da saper gestire: “È una macchina, un buon supporto, ma bisogna conoscerla bene”.
Torna così al centro il tema della formazione. “Bisogna preparare le persone e farle stare attente ai rischi”, ha sottolineato Marmotta, parlando soprattutto delle nuove generazioni che si affacciano al lavoro. Anche gli altri partecipanti hanno ribadito la necessità di un aggiornamento continuo: “Chi lavora nella comunicazione non può fermarsi mai”, ha detto un consulente in sala.
Verso una cultura aziendale più aperta
L’idea che emerge è che la comunicazione interna sta maturando. Non è più solo uno strumento per dare ordini dall’alto, ma uno spazio di dialogo e ascolto. “Solo così si costruisce fiducia”, ha osservato un manager del settore bancario durante il dibattito.
Digitalizzazione e IA stanno cambiando le regole del gioco, ma resta centrale il fattore umano: “La tecnologia può aiutare, ma senza competenze rischia di fare più danni che altro”, ha avvertito Marmotta.
A chiudere l’incontro, i promotori hanno annunciato nuovi appuntamenti nei prossimi mesi per approfondire il tema della certificazione delle competenze e raccogliere idee dalle aziende. Un percorso pensato per dare più valore al ruolo dei comunicatori interni e favorire una cultura aziendale più aperta e consapevole.
