Roma, 4 dicembre 2025 – Il Consiglio dei Ministri si riunisce oggi a Palazzo Chigi per discutere la legge delega sull’edilizia e le costruzioni, una riforma attesa da mesi. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) ha già chiarito che non ci saranno interventi sugli abusi edilizi del passato. L’obiettivo è un altro: dare al settore un Codice con regole più semplici e chiare, per evitare nuovi contenziosi e incertezze, come quelle che in queste settimane stanno bloccando diversi progetti nel Comune di Milano.
Un Codice chiaro per l’edilizia
Il Mit, in una nota diffusa ieri sera, spiega che la riforma punta a “offrire al settore un Codice fondato su regole chiare e semplici”. Dopo anni di segnalazioni da imprese, tecnici e amministratori, spesso confusi da una normativa complessa e poco trasparente, si cerca finalmente di mettere ordine. “Solo così – si legge nel comunicato – si potranno evitare contenziosi nati da interpretazioni ambigue, come quello che sta bloccando il Comune di Milano”.
Si fa riferimento alle polemiche recenti sulla normativa edilizia a Milano, dove progetti sono fermi da settimane per ricorsi e pareri contrastanti tra uffici tecnici e tribunali amministrativi. La nuova legge delega vuole chiudere questa pagina.
Abusi del passato? Nessun condono
Il Ministero ha voluto subito mettere le cose in chiaro sugli abusi edilizi. “La legge delega non interviene sugli abusi già commessi”, dicono dal Mit. Niente condoni, niente sanatorie. La riforma guarda avanti: a prevenire nuovi illeciti con regole più trasparenti, senza toccare le situazioni pregresse.
Fonti vicine al Ministero hanno ribadito ieri sera, al termine della riunione preliminare, che “non ci sarà nessun colpo di spugna”. L’intento è solo mettere ordine, non cancellare il passato.
Le reazioni dal settore
Nel mondo delle costruzioni la notizia è stata accolta con un misto di speranza e prudenza. “Servono regole certe”, spiega al telefono Antonio Franchi, presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance). “Negli ultimi anni abbiamo visto troppi stop e riparti, con progetti bloccati per mesi a causa di interpretazioni diverse delle stesse norme. Se il nuovo Codice riuscirà a semplificare davvero, sarà un passo avanti per tutti”.
Più cauta la posizione degli amministratori locali. “Semplificare è importante, ma non possiamo correre rischi di nuove zone grigie”, avverte Giulia Rinaldi, assessora all’Urbanistica del Comune di Bologna. “Quando le regole non sono chiare, a pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini”.
Cosa succederà ora
Dopo l’incontro di oggi pomeriggio in Consiglio dei Ministri – fissato per le 15.30 secondo fonti di Palazzo Chigi – la legge delega partirà per il Parlamento. Qui il testo potrà essere modificato e integrato. Solo dopo l’ok definitivo, il Governo potrà varare i decreti attuativi per rendere operativo il nuovo Codice.
Tra i punti chiave della riforma, secondo alcune indiscrezioni raccolte tra i tecnici del Mit, ci saranno la semplificazione delle procedure per i permessi, la digitalizzazione degli archivi edilizi e nuovi strumenti per controllare meglio i cantieri. Temi che nei prossimi giorni saranno al centro del confronto tra Governo, enti locali e rappresentanti del settore.
Il settore costruzioni aspetta risposte
Le costruzioni sono uno dei pilastri dell’economia italiana. Secondo i dati Istat di ottobre 2025, il settore dà lavoro a più di 1,3 milioni di persone e vale circa il 9% del Pil. Negli ultimi anni, però, la crescita ha subito rallentamenti a causa di norme confuse e di una burocrazia spesso percepita come un ostacolo.
“Serve una svolta”, confida un imprenditore romano, che preferisce restare anonimo. “Ogni giorno perdiamo tempo tra carte e permessi. Se questa legge semplificherà davvero le cose, ne beneficeranno tutti: imprese, cittadini e amministrazioni”.
Per ora però restano molti dubbi. Il testo completo della legge delega sarà reso pubblico solo dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri. Fino ad allora, nel settore si respira una cauta fiducia, ma tutti sanno che la partita vera si giocherà in Parlamento.
