Prezzo del petrolio in ascesa: il Wti supera i 59 dollari

Prezzo del petrolio in ascesa: il Wti supera i 59 dollari

Prezzo del petrolio in ascesa: il Wti supera i 59 dollari

Giada Liguori

Dicembre 4, 2025

Milano, 4 dicembre 2025 – Questa mattina il prezzo del petrolio ha aperto in rialzo sui principali mercati delle materie prime, spinto da una combinazione di tensioni geopolitiche e dalle aspettative sulle prossime mosse dell’OPEC+. Alle 9.30, il WTI con consegna a gennaio si è attestato a 59,40 dollari al barile, salendo dello 0,76% rispetto alla chiusura di ieri. Il Brent con consegna a febbraio ha toccato quota 63,07 dollari al barile, con un aumento dello 0,64%. Un movimento che, spiegano gli esperti di Piazza Affari, “era atteso dopo le ultime dichiarazioni arrivate da Vienna”.

Mercati in fibrillazione per le tensioni geopolitiche

Nelle sale trading di Milano e Londra la giornata è iniziata con una certa prudenza. “L’atmosfera resta incerta”, racconta un operatore di una banca d’investimento, che mette in relazione la crescita dei prezzi con le recenti parole dei vertici dell’OPEC+, riuniti in questi giorni per discutere possibili tagli alla produzione. Fonti vicine ai negoziati confermano che l’ipotesi di una riduzione delle quote produttive è ancora sul tavolo, anche se nessun annuncio ufficiale è previsto prima della fine della settimana.

Intanto, occhi puntati anche sul Medio Oriente. Gli ultimi sviluppi tra Iran e Arabia Saudita, insieme ai timori sulla sicurezza degli impianti nel Golfo Persico, mantengono alta la volatilità. “Basta una notizia per spostare l’ago della bilancia”, spiega un trader londinese, sottolineando come “basta una parola o un tweet per cambiare il sentiment”.

Il rincaro del petrolio e l’impatto sulle tasche degli italiani

L’aumento del prezzo del petrolio si riflette subito sui costi di energia e carburanti. Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, un rialzo di un dollaro al barile si traduce in circa 1,5 centesimi in più al litro alla pompa. “Gli effetti si vedranno già nei prossimi giorni”, dice Massimiliano Dona, presidente dell’associazione. Stamattina, in alcune stazioni di servizio di Roma e Milano, la benzina ha superato quota 1,90 euro al litro.

Le aziende che consumano molta energia osservano con preoccupazione l’andamento delle quotazioni. “Ogni variazione si traduce in costi extra”, spiega Paolo Lamberti, direttore generale di Federchimica. “Siamo costretti a rivedere i piani di approvvigionamento quasi ogni giorno”.

Banche centrali in allerta, cosa dicono gli esperti

Sul fronte macroeconomico, tutte le attenzioni sono rivolte alle prossime mosse delle banche centrali. La Federal Reserve e la BCE hanno più volte ribadito che i prezzi dell’energia sono un fattore chiave nelle loro decisioni di politica monetaria. “Un petrolio sopra i 60 dollari può alimentare nuove pressioni sull’inflazione”, ha ammesso ieri sera Christine Lagarde durante un incontro a Francoforte.

Intanto, gli analisti di Goldman Sachs hanno alzato le stime per il primo trimestre 2026: “Prevediamo che il Brent rimanga tra i 62 e i 65 dollari al barile nei prossimi mesi”, si legge nell’ultimo report diffuso stamattina. Una previsione che tiene conto sia della domanda globale sia delle possibili interruzioni nella catena di fornitura.

Borsa in movimento, ma resta l’incertezza

A Piazza Affari la reazione è stata immediata: i titoli delle principali compagnie petrolifere – da Eni a Shell – hanno aperto in rialzo. Alle 10.15, Eni segnava un +0,8%, Saipem saliva dello 0,6%. “Il settore è il primo a beneficiare di questi movimenti”, spiega un analista di Banca IMI.

Resta però il nodo sul futuro. Solo nelle prossime settimane si capirà se l’aumento dei prezzi è destinato a durare o se si tratta di un’altra fiammata passeggera. Per ora, come dice un operatore della City, “il mercato resta appeso alle notizie che arrivano da Vienna e dal Golfo”.