Mosca, 4 dicembre 2025 – Vladimir Putin ha riconosciuto gli sforzi del presidente statunitense Donald Trump nel cercare una via negoziata per chiudere il conflitto in Ucraina, ma ha ribadito con fermezza l’intenzione di Mosca di prendere il controllo del Donbass e delle regioni annesse, con tutti i mezzi necessari. Le sue parole sono arrivate durante un’intervista a India Today, trasmessa ieri sera dal Cremlino.
Putin: “Trump vuole davvero trovare un accordo”
Seduto nel suo studio al Cremlino, Putin ha spiegato che “Trump sta sinceramente provando a trovare un’intesa sul problema ucraino, ma non è un compito semplice”. Ha sottolineato come “raggiungere un punto d’incontro tra le parti in guerra è tutt’altro che facile”. E ha aggiunto: “Sono convinto che il presidente Trump stia facendo sul serio”.
Il momento è di stallo nei negoziati tra Mosca e Kiev, mentre la diplomazia internazionale – dagli Stati Uniti all’Unione Europea – continua a cercare una via d’uscita. Fonti occidentali parlano di un’intensificazione dei contatti tra la Casa Bianca e il Cremlino nelle ultime settimane, anche tramite canali riservati.
Il messaggio di Mosca sul Donbass: “Libereremo quei territori”
Durante l’intervista, Putin ha ribadito la linea dura della Russia sulle zone orientali dell’Ucraina. “O liberiamo quei territori con la forza, oppure le truppe ucraine li lasceranno e smetteranno di combattere, questo è il punto”, ha detto riferendosi al Donbass e alla cosiddetta ‘Nuova Russia’, cioè le aree annesse unilateralmente da Mosca dal 2022.
Non ha parlato di nuove operazioni militari, ma ha fatto capire che la pressione sulle forze ucraine rimarrà alta. “La Russia prenderà il Donbass e la ‘Nuova Russia’ con la forza o con altri mezzi”, ha avvertito, lasciando aperta la porta sia a possibili azioni militari sia a sviluppi diplomatici.
Diplomazia in affanno, il futuro resta incerto
Le parole di Putin arrivano mentre sul campo si registrano ancora scontri a bassa intensità lungo la linea del fronte in Donetsk e Luhansk. L’ultimo rapporto dell’OSCE segnala almeno 17 episodi di fuoco incrociato nelle ultime 24 ore. A Kiev, il governo di Volodymyr Zelensky ha ribadito che non intende cedere terreno e che ogni accordo dovrà rispettare l’integrità territoriale dell’Ucraina.
Fonti vicine alla presidenza ucraina hanno commentato con freddezza le parole di Putin: “Non vediamo segnali concreti di apertura da parte russa”, ha detto un consigliere di Zelensky raggiunto al telefono questa mattina. A Washington, la portavoce della Casa Bianca, Emily Sanders, ha confermato che “gli Stati Uniti restano impegnati per una soluzione diplomatica, ma non accetteranno imposizioni territoriali”.
Trump e il ruolo degli Stati Uniti
Il coinvolgimento diretto di Donald Trump nella crisi ucraina è stato al centro di molte discussioni negli ultimi mesi. Tornato alla Casa Bianca a gennaio 2025, l’ex presidente ha provato a rilanciare i colloqui tra Mosca e Kiev, anche con incontri riservati con emissari russi. Ma, secondo esperti come Fiona Hill della Brookings Institution, “la posizione americana resta ancorata al rispetto dei confini riconosciuti a livello internazionale”.
A Mosca, intanto, l’atteggiamento verso Trump sembra meno ostile rispetto al passato. “Almeno ci ascolta, anche se non sempre siamo d’accordo”, ha confidato un funzionario del ministero degli Esteri russo ieri sera, dopo l’intervista.
Crisi ucraina, tra speranze e incertezze
Il futuro della crisi resta tutto da scrivere. Putin conferma che la Russia non vuole mollare la presa, mentre gli Stati Uniti cercano una mediazione difficile. Nel frattempo, la popolazione civile nelle zone contese vive tra coprifuoco e sirene d’allarme. Per ora, però, nessuno sembra pronto a fare il primo passo verso una tregua duratura.
