Spread Btp-Bund ai minimi storici: cosa significa per l’economia italiana?

Spread Btp-Bund ai minimi storici: cosa significa per l'economia italiana?

Spread Btp-Bund ai minimi storici: cosa significa per l'economia italiana?

Giada Liguori

Dicembre 4, 2025

Roma, 4 dicembre 2025 – A metà giornata, lo spread tra Btp e Bund tedeschi si è fermato a 70,1 punti base, il livello più basso da dicembre 2009. Un dato che non passa inosservato per chi segue i mercati: la differenza tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, spesso visto come il termometro della fiducia degli investitori verso l’Italia, torna così ai livelli di sedici anni fa. In parallelo, scende anche il rendimento del Btp decennale, che si porta sotto il 3,45%, segnando un calo di un punto e mezzo base rispetto a ieri.

Spread Btp-Bund ai minimi dal 2009: cosa succede sui mercati

Oggi lo spread a 70,1 punti base riporta alla mente degli operatori i giorni prima della crisi del debito sovrano europeo. Nel dicembre 2009, la differenza tra titoli italiani e tedeschi era simile, prima che le tensioni sui conti pubblici di vari Paesi europei facessero schizzare lo spread verso l’alto. Ma oggi le cose sembrano cambiate. “Il calo riflette una maggiore fiducia degli investitori nella solidità dei conti pubblici italiani”, commenta un analista di una grande banca d’affari di Milano, che preferisce restare anonimo.

Secondo chi lavora sul campo, il movimento dello spread dipende da fattori interni, come l’approvazione recente della legge di bilancio e la stabilità politica, ma anche da elementi esterni. In particolare, il rallentamento dell’inflazione nell’Eurozona e le aspettative su possibili tagli dei tassi da parte della Banca Centrale Europea hanno reso più interessanti i titoli di Stato dei Paesi periferici.

Rendimento del Btp decennale in discesa: sotto il 3,45%

Non è solo lo spread a muoversi. Anche il rendimento del Btp decennale, parametro chiave per capire il costo del debito italiano, ha segnato un nuovo minimo. Oggi è sotto il 3,45%, in calo di un punto e mezzo base rispetto alla chiusura di ieri. È una tendenza che dura da qualche mese: da ottobre i rendimenti dei titoli italiani sono scesi gradualmente, seguendo il passo dei principali bond europei.

“Il calo dei rendimenti è una buona notizia per il Tesoro”, spiega un funzionario del Ministero dell’Economia contattato in tarda mattinata. “Significa che il costo per finanziare il debito pubblico sta diminuendo, con effetti positivi anche sulle prossime aste”. Secondo i dati della Banca d’Italia, il debito pubblico italiano a fine ottobre si attestava intorno ai 2.850 miliardi di euro.

Le reazioni degli operatori e cosa ci aspetta

Negli uffici delle principali banche d’investimento di Milano e Londra la notizia dello spread ai minimi è stata accolta con un cauto ottimismo. “Non pensavamo di vedere un livello così basso già a dicembre”, ammette un trader di Piazza Affari. “Ora tutti aspettano di vedere cosa farà la BCE: se davvero taglierà i tassi nel primo semestre 2026, potremmo assistere a ulteriori cali”.

Gli analisti però mettono in guardia: “La situazione resta delicata”, sottolinea una nota diffusa da una società di consulenza finanziaria internazionale. “Il rischio geopolitico non è sparito e nuove tensioni potrebbero riportare volatilità anche sui titoli italiani”. Per ora, però, il clima è positivo, come dimostra la domanda sostenuta registrata nelle ultime aste del Tesoro.

Cosa significa per famiglie e imprese

Il calo dello spread e dei rendimenti non interessa solo gli addetti ai lavori. Per le famiglie e le imprese italiane, tassi più bassi sui titoli di Stato possono tradursi in condizioni più favorevoli per mutui e prestiti. “Quando il costo del debito pubblico scende, spesso anche i tassi applicati dalle banche su prestiti e mutui tendono a diminuire”, spiega un consulente finanziario di Roma. Ma l’effetto non è immediato né automatico: molto dipende da come si muovono le singole banche e dall’andamento generale dell’economia.

In ogni caso, la giornata di oggi segna un passo importante per i mercati italiani. Lo spread ai minimi da 16 anni e il rendimento del decennale sotto il 3,45% sono segnali che gli investitori stanno seguendo con attenzione. Resta da vedere se questa tendenza continuerà nelle prossime settimane o se nuovi fattori potranno cambiare di nuovo il quadro.