Valorizzare i comunicatori: l’importanza della norma Uni secondo Palumbo di Manageritalia

Valorizzare i comunicatori: l'importanza della norma Uni secondo Palumbo di Manageritalia

Valorizzare i comunicatori: l'importanza della norma Uni secondo Palumbo di Manageritalia

Matteo Rigamonti

Dicembre 4, 2025

Roma, 4 dicembre 2025 – Il ruolo del comunicatore professionale è stato protagonista oggi a Roma durante l’evento “Governance della comunicazione professionale: competenze certificate e responsabilità”. Tra i relatori, Rita Palumbo, vicepresidente di Manageritalia Executive professional, ha ripercorso la nascita e il valore attuale della Norma Uni 11483:2021, mettendo in luce quanto sia centrale in un mercato che cambia in fretta e chiede sempre di più.

Norma Uni 11483:2021, una bussola per la comunicazione di oggi

“Quando a settembre 2021, in Uni, presentammo la Norma Uni 11483:2021 sul comunicatore professionale, il mio compito era spiegare le novità di quella edizione”, ha ricordato Palumbo davanti a una sala piena di addetti ai lavori, docenti e rappresentanti istituzionali. Già allora, ha detto, il mondo era sotto pressione per l’avanzata delle tecnologie digitali e l’arrivo dell’intelligenza artificiale. Eppure, quella norma resta più che mai “fondamentale per dare valore alla professione del comunicatore”.

Palumbo ha spiegato che la norma vuole rispondere a una domanda precisa: come riconoscere e tutelare le competenze, l’autonomia e la responsabilità di chi comunica in un mercato pieno di sfide? “Non si tratta solo di stare al passo con la tecnologia”, ha detto, “ma di difendere un’identità professionale che rischia di perdersi in mezzo ai continui cambiamenti”.

Cinque parole per raccontare una professione

Nel suo intervento, Palumbo ha riassunto i punti chiave della norma in cinque parole: identità, responsabilità, autonomia, complessità e deontologia. Parole che, secondo lei, “non solo spiegano cosa significa oggi essere un comunicatore professionale, ma aiutano a definire un mestiere diventato indispensabile per far crescere le organizzazioni”.

Il comunicatore non è più solo chi trasmette messaggi. “Interpreta i movimenti, a volte anche le contraddizioni, di un mercato non regolato ma in pieno sviluppo”, ha spiegato Palumbo. Un settore dove la richiesta di competenze certificate cresce insieme alla necessità di “controllare la conoscenza e la percezione del valore della comunicazione”. Solo così, ha sottolineato, si può avere “un punto di riferimento tecnico solido e autorevole per metodi, processi, approccio ed etica”.

Il comunicatore, un vero manager

La vera novità della Norma Uni 11483:2021 — quella che Palumbo ha definito una “rivoluzione” — è il riconoscimento del comunicatore come figura manageriale. “Il comunicatore è un manager che guida processi complessi”, ha detto. Non solo: progetta, coordina e mette in campo strategie che aiutano le organizzazioni a crescere, che siano pubbliche, private o no profit.

“Il comunicatore ha la responsabilità di gestire risorse professionali ed economiche”, ha aggiunto Palumbo. Un ruolo che richiede di ideare e coordinare progetti per raggiungere gli obiettivi dell’organizzazione, sia da dipendente che da consulente esterno. Insomma, una figura chiave nelle scelte importanti.

Formazione ampia e rigore etico

Per Palumbo, il comunicatore di oggi svolge un lavoro che richiede molta mente e cultura. “Serve una preparazione vasta”, ha detto, “che vada dalla tecnologia alla creatività, dall’economia al diritto, dalle lingue ai diversi linguaggi della comunicazione, sia tradizionale che digitale”. Una base che permette di capire i cambiamenti sociali ed economici.

Ma non basta. Il comunicatore, ha concluso, deve saper affrontare e risolvere situazioni complesse in autonomia, sempre rispettando i principi etici più severi. Una responsabilità che oggi pesa più che mai, in un mondo dove la fiducia nella comunicazione passa anche dalla trasparenza e dalla qualità di chi la fa.