Amazon paga più di 180 milioni al Fisco e rivoluziona il suo algoritmo

Amazon paga più di 180 milioni al Fisco e rivoluziona il suo algoritmo

Amazon paga più di 180 milioni al Fisco e rivoluziona il suo algoritmo

Giada Liguori

Dicembre 5, 2025

Milano, 5 dicembre 2025 – Amazon Italia Transport ha versato più di 180 milioni di euro a titolo di risarcimento fiscale, chiudendo così una delle inchieste della Procura di Milano sui cosiddetti “serbatoi di manodopera”. Il pagamento, arrivato nelle scorse settimane, segue il sequestro di oltre 121 milioni di euro disposto nel luglio 2024 per frode fiscale. La società ha anche cambiato il sistema con cui monitorava i fattorini, finito nel mirino per un software che li tracciava come “puntini rossi su una mappa”, come hanno scritto i magistrati.

Il software sotto accusa e la svolta nelle indagini

La vicenda è emersa tra primavera e estate 2024, quando la filiale italiana del colosso americano è finita nel mirino dei pm Paolo Storari e Valentina Mondovì. Al centro dell’inchiesta c’era un sistema digitale che permetteva ad Amazon di seguire in tempo reale ogni movimento dei propri fattorini. Un controllo serrato, definito dagli stessi magistrati come una vera e propria “sorveglianza a tappeto”, che ha sollevato dubbi sulla gestione dei lavoratori e sulla trasparenza fiscale.

Dopo il sequestro deciso dal gip Luca Milani, Amazon Italia Transport ha scelto di collaborare. Oltre a pagare i 180 milioni di euro, l’azienda ha eliminato il software incriminato e ha adottato un nuovo sistema per gestire le consegne. Secondo fonti giudiziarie, questa mossa ha pesato nella decisione dei pm di ritirare la richiesta di interdittiva che avrebbe bloccato la pubblicità della società.

“Serbatoi di manodopera”: il quadro più ampio e i recuperi record

L’inchiesta su Amazon rientra in un filone più grande, che negli ultimi anni ha visto la Procura di Milano impegnata a combattere le irregolarità nei settori di trasporti, logistica e vigilanza privata. Secondo i dati degli uffici giudiziari, le indagini sui cosiddetti “serbatoi di manodopera” hanno portato a recuperare più di un miliardo di euro grazie ai versamenti fiscali delle aziende coinvolte.

Con “serbatoi di manodopera” si intendono quelle realtà che, spesso tramite cooperative o società intermediarie, gestiscono grandi numeri di lavoratori con metodi poco chiari o che aggirano le regole fiscali e contributive. Un fenomeno che ha attirato l’attenzione non solo degli inquirenti, ma anche di ispettori e sindacati.

Le reazioni e le sfide per il futuro della logistica

La decisione di Amazon Italia Transport di risarcire il fisco e cambiare i propri sistemi interni ha ricevuto una risposta cauta dagli addetti ai lavori. “È un segnale importante – ha detto un rappresentante sindacale della logistica – ma resta da vedere se davvero cambierà qualcosa per i lavoratori sul campo”. Anche tra gli operatori del settore si avverte prudenza: “Le grandi aziende si stanno adeguando, ma il rischio è che le pratiche scorrette si spostino su realtà più piccole e meno controllate”, ha commentato un consulente del lavoro milanese.

Amazon, intanto, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali nelle ultime ore. In passato, però, aveva ribadito il proprio impegno a rispettare le leggi italiane e a collaborare con le autorità. “Abbiamo sempre agito nel rispetto della legge”, aveva detto un portavoce dopo i primi sequestri dell’estate scorsa.

Un bilancio tra luci e ombre

Il caso Amazon è solo l’ultimo capitolo di una strategia che, almeno sul fronte fiscale, sta dando risultati concreti. Però, come sottolineano fonti investigative, il fenomeno dei “serbatoi di manodopera” resta diffuso e difficile da estirpare. “Le indagini vanno avanti – spiega una fonte vicina alla Procura – perché il sistema si evolve in fretta e serve un controllo costante”.

Per ora, la revoca della richiesta di interdittiva dà una tregua ad Amazon Italia Transport. Sarà il tempo a dire se le misure adottate basteranno a garantire più trasparenza e tutela per chi lavora nel settore. Nel frattempo, la Procura di Milano resta vigile, pronta a intervenire dove serve.