Cresce l’entusiasmo per ‘7 idee per cambiare l’Italia’: quasi 300 startup in competizione

Cresce l'entusiasmo per '7 idee per cambiare l’Italia': quasi 300 startup in competizione

Cresce l'entusiasmo per '7 idee per cambiare l’Italia': quasi 300 startup in competizione

Matteo Rigamonti

Dicembre 5, 2025

Roma, 5 dicembre 2025 – Questa mattina, al Campidoglio, si è tenuta la premiazione dei migliori progetti italiani selezionati dal bando “7 idee per cambiare l’Italia”, promosso dal direttore de L’Espresso, Emilio Carelli. L’iniziativa, pensata per dare spazio all’innovazione e alla creatività delle giovani imprese, ha raccolto quasi 300 startup da ogni angolo della penisola. Un risultato che, come ha ammesso lo stesso Carelli, ha superato ogni aspettativa.

Sette idee per il futuro: la festa al Campidoglio

Nel salone affacciato su Piazza del Campidoglio, tra marmi e luci soffuse, si sono radunati i rappresentanti delle 14 startup finaliste. L’aria era carica di tensione e speranza: qualche sorriso nervoso, sguardi che cercavano conforto tra i presenti. “Con questa iniziativa volevamo raccontare il cambiamento”, ha detto Carelli dal palco, davanti a imprenditori, giornalisti e rappresentanti delle istituzioni. “Siamo rimasti davvero sorpresi dalla grande partecipazione”, ha aggiunto, sottolineando come il bando abbia raccolto quasi trecento candidature in poche settimane.

Creatività e sostenibilità al centro dei progetti

Le startup selezionate – ha spiegato Carelli – provengono da campi diversi: dalla tecnologia legata all’ambiente alle soluzioni per la salute e l’istruzione. “In tutti i progetti abbiamo trovato tanta creatività e una forte attenzione alla sostenibilità”, ha puntualizzato il direttore de L’Espresso. Proprio questo, secondo la giuria, ha fatto la differenza nella scelta dei finalisti. Tra i progetti in gara ci sono, per esempio, una piattaforma per il riciclo intelligente dei rifiuti urbani, un’app per gestire in modo etico la filiera alimentare e un sistema per monitorare la qualità dell’aria nelle scuole. Non solo tecnologia, insomma, ma anche un’attenzione concreta ai bisogni delle comunità locali.

Un premio che punta su marketing e innovazione

I sette vincitori – che saranno annunciati nel corso della giornata – riceveranno un premio di 40 mila euro ciascuno, da investire in marketing e innovazione. Ma non finisce qui: L’Espresso offrirà a ogni progetto uno spazio dedicato sulle sue pagine per sette settimane di fila. “Vogliamo dare visibilità reale a queste realtà”, ha detto Carelli ai giornalisti in sala stampa. “L’obiettivo è accompagnare le startup non solo all’inizio, ma anche nel loro percorso di crescita e affermazione sul mercato”.

Un successo che guarda già avanti

Il successo dell’iniziativa – si sentiva nei corridoi del Campidoglio, tra strette di mano e scambi di biglietti – ha spinto gli organizzatori a pensare già alla prossima edizione. “Il bando ha avuto un tale riscontro che a gennaio partiranno le candidature per il prossimo anno”, ha annunciato Carelli nel suo intervento finale. Una notizia accolta con entusiasmo da molti, che hanno subito chiesto informazioni su come partecipare e sui criteri di selezione.

La parola ai protagonisti: entusiasmo e speranze

Tra i finalisti, c’è chi si dice “orgoglioso” di essere arrivato fino a qui e chi vede in questo riconoscimento una svolta per la propria impresa. “Abbiamo lavorato giorno e notte per far crescere la nostra idea”, racconta Marco Bianchi, co-fondatore di una startup nel settore dell’energia pulita. “Essere qui oggi è molto importante per noi”. Accanto a lui, Giulia Rossi – impegnata in un progetto di educazione digitale nelle scuole – sottolinea il valore del sostegno mediatico: “Avere L’Espresso al nostro fianco ci dà una spinta in più”.

Un segnale positivo per l’innovazione italiana

La cerimonia al Campidoglio si è chiusa poco dopo mezzogiorno, tra applausi e foto di rito. Per molti osservatori, il bando “7 idee per cambiare l’Italia” è un segnale positivo per l’ecosistema dell’innovazione italiana. Un’occasione concreta – come hanno detto diversi partecipanti – per mettere insieme competenze, risorse e visioni diverse. E forse, anche solo per un giorno, sentirsi parte di un cambiamento possibile.