Berlino, 5 dicembre 2025 – A ottobre, le fabbriche tedesche hanno visto un balzo negli ordini industriali che ha superato di gran lunga le previsioni degli esperti, mettendo sotto i riflettori la situazione della manifattura in Germania. Il Ministero dell’Economia di Berlino ha reso noto stamattina che gli ordini sono cresciuti dell’1,5% rispetto a settembre, ben oltre lo 0,3% stimato in media dagli economisti.
Ordini industriali in rialzo: i dati di ottobre sorprendono
Il dato diffuso alle 8.00 dal Ministero federale arriva dopo un settembre già positivo, con un incremento netto del 2%. Gli analisti, consultati da Reuters e Bloomberg, avevano previsto una frenata, aspettandosi una crescita più contenuta. Ma non è andata così: la domanda di prodotti tedeschi ha continuato a salire, spinta soprattutto dagli ordini dall’estero.
Il comunicato ufficiale precisa che “la crescita è stata sostenuta soprattutto dagli ordini extra-UE”, con aumenti significativi nei settori della meccanica e dell’automotive. Un funzionario del Ministero, contattato telefonicamente alle 9.30, ha spiegato che “il comparto automobilistico ha beneficiato di alcune commesse straordinarie dall’Asia”, mentre la domanda interna resta più debole.
Reazioni sul campo e il quadro europeo
La notizia è stata accolta con un cauto ottimismo dagli addetti ai lavori. Stamattina, davanti alla sede della VDMA – l’associazione dei costruttori di macchinari – diversi imprenditori hanno commentato i dati con un misto di sollievo e prudenza. “Non è ancora una svolta, ma è un segnale che il peggio potrebbe essere passato”, ha detto Klaus Richter, direttore commerciale di una media impresa di Stoccarda.
Il quadro generale resta però complicato. La Germania, motore industriale dell’Europa, ha attraversato mesi difficili, tra crisi energetica e incertezze geopolitiche. Secondo l’Ifo Institute di Monaco, la fiducia delle imprese è ancora fragile. “Molte aziende sono ancora caute sugli investimenti”, ha spiegato Clemens Fuest, presidente dell’istituto, durante una conferenza stampa alle 11.00.
Cosa significa per l’economia tedesca e cosa aspettarsi nel 2026
L’aumento degli ordini alle fabbriche è comunque un segnale incoraggiante per l’industria tedesca, che rappresenta oltre il 20% del PIL nazionale. Gli economisti della Commerzbank hanno sottolineato che “una ripresa costante degli ordini potrebbe portare a una crescita della produzione nei prossimi mesi”, anche se permangono i rischi legati ai costi dell’energia e alla domanda globale.
Le prime previsioni della Bundesbank indicano che, se il trend continuerà anche a novembre e dicembre, il settore manifatturiero potrebbe chiudere il 2025 con una crescita superiore alle attese. Ma, come ha ricordato un portavoce della banca centrale alle 12.15, “servirà stabilità sui mercati internazionali per consolidare questi segnali positivi”.
Le sfide che restano: energia e consumi interni
Nonostante il segnale positivo sugli ordini, restano alcune incognite. Il prezzo del gas naturale – essenziale per molte industrie – rimane alto rispetto ai livelli pre-crisi. Inoltre, la domanda interna stenta a decollare: secondo l’associazione dei consumatori VZBV, “le famiglie tedesche sono ancora prudenti nelle spese”, frenate dall’inflazione che ha ridotto il potere d’acquisto.
In questo scenario, il governo guidato dal cancelliere Olaf Scholz deve trovare un equilibrio tra sostegno all’industria e politiche per contenere i costi energetici. “Stiamo lavorando per mantenere la competitività delle nostre imprese”, ha detto il ministro dell’Economia Robert Habeck in un’intervista alla ZDF trasmessa alle 7.45.
Lo sguardo ai prossimi mesi
Il prossimo appuntamento importante sarà il 10 gennaio 2026, con la pubblicazione dei dati sulla produzione industriale di novembre. Gli esperti seguiranno con attenzione l’andamento degli ordini alle fabbriche tedesche, che restano un indicatore chiave per l’economia europea. Per ora, il messaggio è chiaro: la manifattura tedesca resiste più di quanto si pensasse. Ma il cammino verso una ripresa solida è ancora lungo e pieno di incognite.
