La verità di un uomo che ha tenuto la salma della madre in casa: «Non è per la pensione»

La verità di un uomo che ha tenuto la salma della madre in casa: «Non è per la pensione»

La verità di un uomo che ha tenuto la salma della madre in casa: «Non è per la pensione»

Matteo Rigamonti

Dicembre 5, 2025

Mantova, 5 dicembre 2025 – Ha taciuto per settimane, poi ieri, tramite il suo avvocato Francesco Ferrari, ha deciso di raccontare la sua versione. L’ex infermiere di 50 anni, al centro di una vicenda che ha scosso Mantova e non solo, ha spiegato perché si è travestito da sua madre defunta per rinnovarle la carta d’identità e perché ha tenuto il corpo della donna in casa per tre anni. “Non l’ho fatto per soldi”, ha detto, “ma per amore. Non riuscivo a separarmi da lei”.

La scoperta in anagrafe che ha fatto scattare l’allarme

Tutto è partito in un anonimo ufficio dell’anagrafe comunale, una mattina di ottobre. L’uomo si è presentato truccato, con abiti femminili e una parrucca, cercando di fingersi la madre, la signora Dall’Oglio, morta a 82 anni per cause naturali. Ma qualcosa non ha convinto l’impiegata: il collo troppo grosso, le rughe innaturali, la voce con accenti maschili. “Mi sono insospettita subito”, ha raccontato, “non era solo questione di aspetto, c’era qualcosa di strano nei suoi movimenti”. Da lì è partita la segnalazione alla polizia locale.

Il macabro ritrovamento dietro la porta chiusa

Quando gli agenti sono arrivati nell’appartamento di via Roma, hanno trovato qualcosa che nessuno si aspettava: il corpo mummificato della donna, nascosto in una stanza chiusa a chiave. Secondo le prime ricostruzioni, la morte risaliva a circa tre anni prima. L’uomo, che aveva lavorato come infermiere in una casa di riposo, ha detto agli investigatori di non aver mai smesso di incassare la pensione della madre. Ma davanti agli inquirenti, tramite il suo avvocato, ha chiarito: “Non ho mai voluto trarre vantaggio economico. Non riuscivo ad accettare la sua perdita”.

Le accuse della Procura e l’esito dell’autopsia

La Procura di Mantova ha aperto un fascicolo con le ipotesi di occultamento di cadavere, truffa ai danni dello Stato, sostituzione di persona e falso in atto pubblico. È stata disposta l’autopsia sul corpo della signora Dall’Oglio: dagli accertamenti non sarebbero emersi segni di violenza né elementi che facciano pensare a una morte diversa da quella naturale. L’indagato ha scelto di non nominare un consulente per l’esame autoptico. “Non ci sono misteri”, ha ribadito l’avvocato Ferrari, “la morte è stata naturale”.

Il travestimento e la solitudine dietro la porta

La storia ha fatto rapidamente il giro dei media internazionali. In molti hanno paragonato l’uomo al personaggio di Robin Williams in “Mrs. Doubtfire”, ma qui – come hanno sottolineato i vicini – non c’era nulla di comico. “Era molto riservato”, ha raccontato una vicina, “da tempo non vedevamo più la madre”. L’uomo avrebbe vissuto un isolamento crescente dopo la morte della donna. “Ho agito da solo”, ha detto agli investigatori, “nessuno sapeva cosa succedeva in casa mia”.

La pensione e la promessa di risarcimento

Secondo gli accertamenti dell’INPS, la pensione della signora Dall’Oglio è stata regolarmente versata per tre anni dopo la sua morte. L’uomo ha già detto di essere pronto a restituire quanto incassato indebitamente. “Sono disposto a risarcire lo Stato”, ha fatto sapere tramite il legale, “ma chiedo solo di poter superare questo dramma in pace”. La vicenda è ancora al centro degli accertamenti: nei prossimi giorni saranno ascoltati altri testimoni e analizzati i movimenti bancari.

Una storia che parla di dolore e isolamento

Dietro ai dettagli strani del travestimento e del nascondere il cadavere, si intravede una storia di solitudine e incapacità di elaborare il lutto. Gli psicologi chiamati dalla Procura parlano di un caso estremo: “Non è raro che chi perde un familiare anziano fatichi ad accettarne la perdita”, spiega la dottoressa Silvia Bianchi, esperta in psicologia clinica. Ma qui – aggiunge – “il confine tra dolore e reato è stato superato”. Ora toccherà ai giudici decidere sulle responsabilità penali dell’uomo; resta però il segno profondo lasciato da questa vicenda nella comunità mantovana, dove molti si chiedono come sia stato possibile che tutto questo accadesse senza che nessuno se ne accorgesse davvero.