Milano, 5 dicembre 2025 – La giornata si apre con un piccolo passo indietro per il prezzo del petrolio sui mercati internazionali. Il Wti del Texas perde lo 0,23%, fermandosi a 59,53 dollari al barile, mentre il Brent del Mare del Nord cede lo 0,11%, a 63,19 dollari. Dietro questo leggero calo, gli operatori vedono le incertezze legate sia alla domanda globale sia alle ultime mosse dell’OPEC+.
Prezzi in calo, incertezza in vista
Questa mattina i mercati energetici hanno aperto con prudenza. Tra Londra e New York, i numeri sono subito andati verso il basso. Il Brent, punto di riferimento per Europa e Asia, si è mantenuto intorno ai 63 dollari, mentre il Wti, che segue gli Stati Uniti, è rimasto poco sotto i 60 dollari. Gli analisti di Goldman Sachs, contattati poco dopo le 9, hanno spiegato che il mercato sta ancora cercando di capire le ultime previsioni sulla crescita mondiale e i dati sulle scorte settimanali diffusi dall’EIA.
Domanda debole e tensioni geopolitiche
Dietro al calo dei prezzi ci sono vari elementi. Da un lato, la richiesta di petrolio resta debole: sia in Cina che negli Stati Uniti, i due maggiori consumatori, l’economia mostra segnali di rallentamento. Dall’altro, le tensioni in Medio Oriente, pur sempre presenti, per ora non hanno inciso sulle forniture. “Il mercato sembra aver già messo in conto i rischi legati alle crisi regionali”, ha detto un trader della City di Londra, che ha preferito restare anonimo.
OPEC+ conferma i tagli, ma i mercati restano tiepidi
Solo pochi giorni fa, l’OPEC+ ha deciso di prolungare i tagli alla produzione fino al secondo trimestre del 2026. Un tentativo chiaro di sostenere i prezzi. Ma la reazione degli investitori è stata poco entusiasta. “C’è scetticismo sulla reale volontà di rispettare i tagli”, spiega Marco Ferri, analista di Energy Intelligence. Secondo lui, “alcuni paesi potrebbero non rispettare le quote fissate”. Finora, però, i dati ufficiali non mostrano grandi deviazioni.
Prezzi alla pompa, qualche effetto sui consumatori
Il calo del petrolio si riflette anche sul costo per chi fa il pieno. In Italia, secondo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il prezzo medio della benzina verde questa mattina è di 1,81 euro al litro, mentre il gasolio si aggira intorno a 1,74 euro. Un automobilista milanese incontrato in una stazione di servizio in viale Certosa verso le 8:30 commenta: “Qualche centesimo in meno si vede, ma alla fine del mese non cambia molto”. Intanto le associazioni dei consumatori chiedono più chiarezza su come si formano i prezzi alla pompa.
Mercati in attesa, occhi puntati sui dati economici
Gli operatori guardano al futuro con cautela. Nel breve periodo, i prezzi dovrebbero restare tra i 58 e i 62 dollari al barile per il Wti e tra i 62 e i 65 dollari per il Brent. Tutto dipenderà dai prossimi dati economici, in particolare dal Pil degli Stati Uniti e dalle importazioni della Cina, oltre che da eventuali nuove decisioni dell’OPEC+. “Il mercato è nervoso”, ammette un broker di Piazza Affari. “Basta poco per far cambiare direzione”.
Petrolio in bilico, la partita non è chiusa
In conclusione, la giornata parte con un segnale di debolezza per il petrolio, ma senza grandi scossoni. Lo sguardo rimane fisso sulle mosse dei grandi produttori e sulle reazioni delle economie mondiali. Per ora, la parola d’ordine è cautela: tra chi compra e chi vende oro nero, la partita è ancora tutta da giocare.
