Roma, 5 dicembre 2025 – Ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a un disegno di legge delega che punta a riscrivere, entro un anno, il Testo unico sull’edilizia. L’obiettivo è chiaro: snellire le procedure, digitalizzare i processi e uniformare le regole in tutta Italia, mettendo fine alle diverse interpretazioni e applicazioni regionali. Un intervento pensato per dare più sicurezza agli operatori del settore e ai cittadini.
Sanatorie più veloci per gli abusi storici
Tra i punti principali del ddl c’è la questione delle sanatorie edilizie. Per gli abusi fatti prima della “legge ponte” del 1967, la proposta prevede procedure più snelle e agevolate. La regolarizzazione sarà possibile solo se si interviene per la messa in sicurezza o per adeguarsi alle norme tecniche di costruzione. “È una risposta che si aspettava da tempo”, spiega un funzionario del ministero delle Infrastrutture, “ma non si tratta di un condono generalizzato: la sicurezza resta sempre al primo posto”.
Silenzio-assenso e tempi certi
Un altro punto forte della riforma è il potenziamento del principio del silenzio-assenso. Se l’amministrazione non risponde, il cittadino potrà ottenere i titoli edilizi in tempi più rapidi. Per combattere il “fermo burocratico”, il governo introduce anche il silenzio-devolutivo: se l’ente non dà risposta entro il termine previsto, la pratica passa automaticamente a un livello superiore. “Non possiamo più permetterci attese di mesi”, commenta un tecnico comunale di Roma, “la certezza dei tempi è fondamentale”.
Poteri sostitutivi e sportello unico digitale
Per evitare blocchi causati da ritardi o disaccordi tra uffici, il ddl prevede i poteri sostitutivi: se una pratica si ferma, un altro ente o un commissario possono intervenire per decidere. Novità anche per i cittadini: tutte le domande e comunicazioni sui titoli edilizi potranno essere presentate attraverso un sportello unico digitale. Un passo importante per ridurre la frammentazione degli uffici e semplificare i rapporti con la pubblica amministrazione.
Stop alle richieste ridondanti
Il disegno di legge stabilisce che chi presenta una domanda non dovrà più fornire documenti o informazioni già in possesso della pubblica amministrazione. Una regola pensata per alleggerire la burocrazia e velocizzare le pratiche. “Non ha senso chiedere due volte lo stesso documento”, osserva un architetto di Milano, “questa è vera semplificazione”.
Regole uguali in tutta Italia
Per superare le differenze tra regioni, il governo fisserà a livello nazionale alcuni livelli essenziali delle prestazioni (LEP). Si tratta di standard inderogabili su sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico degli edifici e degli impianti. Verranno anche definite tipologie standard di violazioni edilizie e criteri uniformi per la vigilanza urbanistica. “Le regole devono essere le stesse da Bolzano a Palermo”, sottolinea un dirigente del ministero.
Addio alla doppia difformità, arriva il riordino dei titoli
Il ddl introduce una classificazione nazionale delle difformità rispetto al titolo edilizio, compresa la disciplina delle tolleranze edilizie. L’obiettivo è superare la cosiddetta “doppia conformità”, fonte di confusione e disparità tra territori. È previsto anche un riordino dei titoli autorizzativi: si chiarirà quando si può procedere in edilizia libera, senza autorizzazioni, e si razionalizzeranno le diverse forme di Cila e Scia.
Un cammino ancora lungo
Ora il testo dovrà passare al Parlamento. Il governo avrà dodici mesi per varare i decreti attuativi dopo aver ricevuto la delega. Gli operatori del settore seguono con attenzione l’evoluzione delle norme: “La semplificazione serve, ma bisogna vedere come sarà messa in pratica”, confida un costruttore romano. Resta aperta la sfida di trovare un equilibrio tra rapidità delle procedure e rispetto della legalità.
