Roma, 6 dicembre 2025 – Questa mattina a Roma è finito in manette Angelo Senese, fratello minore e braccio destro di Michele Senese, nell’ambito di un grande blitz contro la criminalità organizzata. L’operazione, guidata dalla Direzione distrettuale antimafia, ha portato in carcere altre tredici persone. Tra loro spiccano nomi come Ettore Abramo, detto Pluto e legato agli ambienti ultras laziali, Girolamo Finizio, Kevin Di Napoli, e i fratelli Alvise e Leopoldo Cobianchi. Le accuse sono gravi: tentato omicidio, detenzione illegale di armi, tentato sequestro di persona ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Maxi blitz contro il clan Senese: così è andata
L’operazione è scattata all’alba tra le vie di Torpignattara e San Basilio, quartieri dove il clan Senese aveva messo solide radici. Gli agenti della Squadra Mobile hanno fatto irruzione in diversi appartamenti, sequestrando documenti, telefoni e una pistola calibro 9. Secondo gli investigatori, dopo l’arresto del fratello maggiore Michele nel 2013, era proprio Angelo a gestire i soldi e le attività illegali della famiglia. “Era lui il punto di riferimento”, dicono fonti della Dda. “Decideva chi doveva essere punito, chi doveva pagare”.
Spaccio, estorsioni e regolamenti di conti
Le indagini hanno ricostruito una fitta rete di spaccio di droga che, secondo gli inquirenti, garantiva al clan incassi per centinaia di migliaia di euro ogni mese. In particolare, le piazze tra Prenestino e Tiburtino erano sotto il controllo diretto degli uomini di Senese. Non solo droga: tra le accuse anche un tentato sequestro di persona e una tentata estorsione ai danni di un gioielliere romano. Un episodio che aveva attirato l’attenzione anche del clan napoletano Di Lauro. “Un uomo si era presentato come emissario dei Senese per farsi consegnare soldi e gioielli”, racconta un investigatore. “Ma la reazione dei veri Senese fu immediata: nessuno poteva usare il loro nome senza pagare le conseguenze”.
Da Afragola a Roma: la scalata dei Senese
La storia dei fratelli Senese parte da Afragola, nell’hinterland napoletano dominato dal clan Moccia. Michele, detto “’o Pazzo”, e Angelo crescono in un ambiente segnato da faide e scontri con la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Nel 1982, appena ventenni, vengono mandati a Roma. “Forse per sfuggire a una situazione troppo calda”, spiega una fonte investigativa, “o forse per aprire un nuovo fronte contro Cutolo”. Nella Capitale i Senese si muovono con discrezione ma senza esitazioni: stringono alleanze con la Banda della Magliana e i Casamonica, controllano le piazze di spaccio e riciclano soldi sporchi.
Sequestri milionari e la caduta del boss
Nel 1994 arriva il primo colpo: la procura sequestra beni per circa 8 miliardi di lire – garage, appartamenti, auto di lusso, ville tra via Telegono e via delle Vigne, una palazzina in via Torre di Morena e depositi in viale dei Tamerici. Ma il clan non si ferma. Nel 2013 Michele Senese viene arrestato come mandante dell’omicidio di Giuseppe Carlino, ucciso nel 2001 per vendicare la morte di un altro fratello, Giuseppe. Da allora, dicono gli inquirenti, è Angelo a prendere le redini della famiglia.
Il clan che tiene la città sotto scacco
Col passare degli anni, il nome dei Senese diventa sinonimo di potere criminale a Roma. “Qualsiasi cosa passa prima da loro”, si diceva nei bar di San Giovanni e Torpignattara. Il controllo del territorio era stretto: chi voleva aprire una piazza di spaccio o avviare un’attività doveva passare dal loro permesso. Eppure, nonostante arresti e sequestri, la struttura restava solida.
Dopo l’arresto: le reazioni
La notizia dell’arresto ha subito suscitato reazioni tra gli addetti ai lavori. “Un colpo importante alla criminalità romana”, ha detto il procuratore aggiunto della Dda. In strada, invece, si respira prudenza: “Qui non cambia niente”, confida un commerciante di via Casilina. “Questi hanno radici profonde”. La partita tra Stato e clan Senese è tutt’altro che chiusa.
